ecosistema- bibliografia

I Colli occupano una superficie ellittica di circa 21.815 ettari con asse maggiore nord-sud. Sono caratterizzati dalla diversità e dalla estrema variabilità delle forme. I rilievi hanno, in genere, forma conica con pendici spesso ripide e scoscese. Monte più alto è il Venda (603 m) da cui si dipartono tre gruppi collinari con altitudini minori: il primo verso nord, con il Monte della Madonna ed il Monte Grande; il secondo in direzione est verso Battaglia e il terzo verso Monselice ed Este. L’ambiente naturale che era molto esteso nel Medioevo, è andato via via ridimensionandosi nell’epoca moderna fino a essere relegato nelle sommità. Alle maggiori altimetrie, infatti,  vivevano boschi di altofusti e molteplici testimonianze — come una lista di specie protette esistenti nelle proprietà del monastero di Salarola nel 1213 — ci parlano roburis, ulmi, fraxeni, castanee, façarii, salicis, povolarii. Nomi geografici quali Faedo, Farnea, Frassenelle, Rivadolmo e toponimi come Ronco Cornale, Costa de Rovere o Taxaria nel comune di Arquà, sono esempi eloquenti. Insomma il rovere, il carpino, il frassino, l’olmo, il faggio, il castagno, il corniolo e altre specie di legni di pregio, usati di solito per la costruzione di case, ponti, carri, attrezzi agricoli, botti e tinozze, torchi e altro legname destinato alla combustione.  
Bisognerà aspettare il ‘900 perchè la natura si riappropri di ampie zone che oggi si vuole tutelare; obiettivo che rappresenta, dunque, il risultato di una scelta “culturale” e di una vicenda in cui storia naturale e storia sociale si integrano. In questo intreccio di naturalità frammista a colture, i Colli formano un “unicum” articolato nella grande varietà delle tipologie: aree abitate, boschi e campi, vigne e olivi, prati e incolti erbosi che spontaneamente evolvono verso il querceto. Ma queste componenti sono andate modificandosi nei secoli. Ed è forse questo l’aspetto più caratteristico dei Colli Euganei che testimonia il lungo processo di organizzazione del territorio posto in atto nei secoli, come di un corpo che sia venuto modellandosi nel tempo.

Opere dell’800

Cita numerose specie euganee Roberto De Visiani (1800-1878) nei suoi Semina rariora in Horto Patavino collecta anno 1837 e nell’Orto botanico di Padova nell’anno 1842.  
Nell’ampio catalogo pubblicato dal padovano Achille De Zigno (1813-1892) — Plantae cryptogamae hucusque in provincia patavina observatae del 1833 vi sono indicate molte specie fino ad allora mai segnalate. Così  molte segnalazioni sulle specie locali compaiono nell’opera di Filippo Parlatore (1816-1877), professore di botanica a Firenze, nella sua opera: Observations sur quelques plantes d’Italie e in Flora Italiana, ossia descrizione delle piante che crescono spontanee o vegetano in Italia e nelle isole adiacenti disposte secondo il metodo naturale
Interessante il confronto con la flora euganea in un capitolo dell’opera del monaco benedettino Gabriele Strobl (1846-1876) — Flora des Aetna – che erborizzò in Sicilia. 
 
Pollini C., Sulle alghe viventi nelle terme euganee con un indice delle piante rinvenute sui Colli Euganei e un’appendice sopra alcune alghe della provincia veronese, Milano 1817. Ciro Pollini (1782-1833) medico e professore a Verona, erborizzò nei Colli Euganei e produsse questo elenco di piante rinvenute nel territorio. 
Re F., Florae Atestinae prodromus, Mutinae 1816. 
Romano G., Le piante fanerogame euganee, Padova 1823. L’opera del sacerdote e ricercatore padovano (Gorgo 1765 — Padova 1841) pervenne a quello che può essere definito il primo censimento delle piante spontanee del territorio collinare. 
 
Abbiamo poi il lavoro del medico di Grisignano Francesco Secondo Beggiato (1806-1883) che si appassionò agli studi naturalistici e, in particolare, studiò il profilo botanico delle terme euganee: 
Beggiato F. S., Delle terme euganee. Memoria, Padova 1833. 
Si dedicò molto alla raccolta e allo studio della flora locale anche il padovano Vettore Trevisan (1818-1897) che Béguinot elogiò come il più completo censimento floristico. Alla flora euganea dedicò alcuni lavori: 
Trevisan V.,  Enumeratio stirpium cryptogamicarum huiusque in provincia patavina observatum, Padova 1840. 
Trevisan V., Prospetto della Flora Euganea, Padova 1842.  
Carraro G. — Sanferno M. A. — Trevisan V., Appendice di notizie geografiche statistiche e naturali, in Ricordi sui Colli Euganei. Illustrazioni storico-artistiche… Strenna del Giornale Euganeo, Padova 1846, p.181-194, che contiene anche un breve cenno fitogeografico della flora euganea. 
Trevisan V., Catalogo delle alghe viventi nelle acque termali euganee, „Atti dell‘Ist. Ven. Sc. Lett. Ed Arti“, 16 (1870-71). 
Fu un profondo conoscitore della flora locale e compì molte escursioni nel territorio euganeo l’insegnante di Storia Naturale Ugolino Ugolini (1856-1942). Di lui segnaliamo: 
Ugolini U., Nota di specie e varietà nuove pel Veneto e segnatamente pel Padovano, Genova 1897. 
Versatile osservatore fu anche il veneziano Giovanni Battista De Toni (1864-1925) che alla flora euganea dedicò tre lavori: 
De Toni G.B., Elenco delle piante raccolte dagli studenti di botanica della R. Università di Padova durante una gita da Padova ad Abano e Teolo, 1890. 
De Toni G.B. – Bullo G.S. – Paoletti G., Alcune notizie sul lago d’Arquà Petrarca, “Atti del R. Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti”, 1 (1892), p. 1149-1213. 
De Toni G.B., Sull’esistenza e successiva scomparsa del Cistus laurifolius nella Flora Euganea, 1894.

Opere inizio ‘900.

Nel secolo XX  si distinsero nelle ricerche il professore di botanica presso la Scuola di Brusegana Filippo Morandini e il francese Giulio Camus (1847-1913) che studiò piante rare della flora euganea come l’Haplophyllum patavinum o scomparse come il Cistus laurifolius. Tra le opere da ricordare: 
Camus G., L’Haplophyllum patavinum et son habitat en Italie. Quelques mots sur la flore des monts Euganéens, 1883. 
Fece molte escursioni sui Colle ed erborizzò anche Carlo Benigno Massalongo (1852-1928) prefetto dell’Orto Botanico a Ferrara. Compì molte escursioni nei Colli anche il professore Adriano Fiori (1865-1950) stendendo accurate relazioni. Si arriva infine al grande lavoro del romano Augusto Béguinot (1875-1940): 
Béguinot A., Studi e ricerche sulla flora dei Colli Euganei, segnalato da Masin e Ghirelli come comparso nel Bull. Soc. Bot. Ital., 1903. 
Béguinot A., Nota preliminare sulla fitogeografia dei Colli Euganei, «Atti Accademia scientifica veneto-trentino-istriana», I (1903-1904), p. 26-48. 
Béguinot A., Saggio sulla flora e sulla fitogrografia dei Colli Euganei, «Memorie della Società Geografica Italiana», 11 (1904), p. 1-192. 
Béguinot A., Prospetto delle piante  vascolari finora indicate pei Colli Euganei e per la Pianura Padana, Padova 1905. 
Béguinot A., Flora Padovana, Padova 1909-1914, con vasta bibliografia da p. 9 a p. 99.

Il bosco e l’immaginario

Sulle suggestione del “bosco” e sull’immaginario che anima questi luoghi segnaliamo alcune opere di ambito più vasto rispetto all’area di interesse ma che possono servire ad inquadrare l’argomento: 
Andreolli B. – Montanari M, Il bosco nel Medioevo, Bologna 1988. 
Caracciolo A., L’ambiente come storia. Sondaggi e proposte di storiografia dell’ambiente, Bologna 1988. 
Montanari M., La foresta come spazio economico e culturale, in Uomo e spazio nell’alto Medioevo, I, Spoleto, Centro Italiano di Studi sull’alto Medioevo, 2003 (Settimane di studio del Centro Italiano di studi sull’alto Medioevo, 50), p. 301-340. 
Vecchio B., Il bosco negli scrittori italiani del Settecento e dell’età napoleonica, Torino 1974. 
 
Da non scordare anche l’analisi dei miti e dei riti ispirati dal mondo della natura e raccolti in: 
Frazer J. G., Il ramo d’oro. Studio sulla magia e la religione, Torino 1973. 
 
Più specifico per il territorio veneto: 
Casti Moneschi, Il bosco nel Veneto: un indice del rapporto uomo-ambiente, in L’ambiente e il paesaggio, a cura di M. Cortellazzo, foto di M. Tosello, Cinisello Balsamo (MI) 1990 (Cultura Popolare del Veneto), p. 107-128. 
 
Sul tema dell’uomo nelle sue interelazioni con l’ambiente in prospettiva storica, si veda: 
Fumagalli V., L’uomo e l’ambiente nel Medioevo,  Bari 1992. 
Ortalli G., Lupi genti culture. Uomo e ambiente nel medioevo, Torino 1997. 

Valori metaforici dell’albero

Opere che esulano dallo stretto approccio botanico per indagare anche i valori sociali, storici e metaforici dell’albero
Brentan M. – Milani M. – Todaro A., Piante bibliche nel territorio euganeo, Padova 2002, suggestivo il volume – catalogo della Mostra allestita a Battaglia (26 maggio – 3 giugno 2001) e Monteortone (9 agosto – 21 ottobre 2001) – curato da Mariano Brentan per la ricerca delle piante, don Marcello Milani per la parte biblica e Antonio Todaro per le schede relative alle piante: 
Dal catalogo di una interessante mostra allestita a Praglia nel 1988: 
Del Favero R. — Frescura C., Valorizzazione della funzione turistico ricreativa panoramica del bosco. Una metodologia per l’individuazione dei punti e degli assi cinematica di pregio, Parco Regionale dei Colli Euganei – Este  2002, dall’approccio singolare e stimolante per valutare gli interventi eventualmente necessari sul bosco così da poter valorizzare dal punto di vista panoramico gli elementi di pregio scenico del territorio collinare. 
 
Di sana pianta. Erbari e taccuini di sanità. Le radici storiche della nuova farmacologia, Padova 1988, segnaliamo alcuni interventi: Monachus Aromatarius, Il contributo degli ordini monastici alla botanica in Italia, p. 29-32, con particolare riferimento alle spezierie di S. Giustina e di Praglia ed ai contrasti con gli speziali laici per via del fatto che la legge allora vigente prevedeva che i prodotti delle spezierie monastiche dovevano essere destinati ai poveri e non vendute; Cacciavillani I, La farmacopea nella Serenissima Repubblica di Venezia, 33-39; Paganelli A., L’”Horto Medicinale” dell’Università di Padova nella storia della medicina, p. 41-45; Bussadori P., Gli orti botanici provati padovani, p. 47-54. 
 
Giacomello A., Fruscione C., Todaro A. (a cura di), Alberi storici e monumentali della provincia di Padova, Padova 2001 (Studi sul territorio: l’ambiente e il paesaggio, 10). 
Grandi (I) alberi della Provincia di Padova. 180 alberi monumentali del padovano,  Giunta Regionale del Veneto, Venezia — Treviso 1995 (I grandi alberi del Veneto). 
Masotto S., Scienza storia tradizioni delle piante  medicinali, Provincia di Padova — Assessorato alla Cultura [s.d.], con Profilo floristico dei Colli Euganei, p. 43-44. 
Presenze arboree del Parco dei Colli Euganei. Alla scoperta degli alberi più significativi del territorio euganeo, Parco Regionale dei Colli Euganei 2001. 
Todaro A., Monte Ventolone: archeologia di un bosco, in “Padova e il suo territorio” 6 (1991), n. 33, p. 8-11, dove si analizzano le interazioni tra uomo e bosco 
Todaro A. — Tornadore N. — Viaro P., L’albero. Proposta didattica, Battaglia Terme 1999 (Centro Interdipartimentale Musei Scientifici dell’Università di Padova, Quaderno n. 1), di notevole interesse sotto l’aspetto didattico. 
Todaro A., In orto con papà. Un percorso curioso tra natura e cultura, S.l. 2000.

Storia della vegetazione euganea

Aspetti storici della vegetazione euganea sono svolti in: 
Famiglietti A., Sulla storia della vegetazione forestale euganea, «Monti e boschi», 2 (1967), p. 9-33. 
Gola G., La vegetazione degli Euganei, «Atti e memorie della R. Accademia patavina di scienze, lettere ed arti, 51 (1934-35), p. 75-81. 
Sul patrimonio boschivo locale e le sue vicende storiche si veda: 
Grandis C., Il paesaggio scomparso. Acque, mulini, boschi e cave al tempo della dominazione veneziana (secoli XVI-XVIII), in Cervarese S. Croce. Profilo storico di un comune del padovano tra Bacchiglione e Colli Euganei, a cura di A. Espen e C. Grandis, con un ricordo di S. AcquavivaComune di Cervarese S. Croce 2004, p. 63-144. 
Lona F., I depositi lacustri euganei: archivio paleontologico del tardo glaciale e del post glaciale, «Memorie Biogeografiche Adriatiche», 5 (1957), p. 3-11. 
Lorenzoni G.G., I Colli Euganei. Profilo botanico, in «Natura e Montagna», 3, 1968, p. 53-57. 
Marchiori S., La vegetazione dei Colli Euganei, Padova 1992. 
Paganelli A., Storia climatico-forestale del Pliocene e del Quaternario, in Il Veneto nell’antichità.Preistoria e protostoria, a cura di A. Aspes, Verona 1984, p. 69-94. 
Sartori Borotto G., Il rimboschimento dei Colli Euganei, Este 1906 (Apostoli). 
Tomaselli C. e T., Appunti sulle vicende delle foreste padane dall’epoca romana ad oggi, «Archivio Botanico Biogeografico Italiano», 49 (1973), p. 85-101. 
Valdagni F., Osservazioni e ricordi sopra il bosco della Carpeneda ed altri boschi circonvicini nella vicaria di Teolo, Padova 1655, ristampato con lacune in Fontana L. — Cenghiaro G., Il castello di san Martino di Cervarese nel sistema difensivo carrarese tra il Bacchiglione e gli Euganei, Padova 1987, p. 90-98.

Aspetti naturalistici

Uno sguardo generale sotto l’aspetto naturalistico sul territorio collinare abbiamo in: 
Baroni G., L’ambiente tipico dei Colli Euganei, le sue alterazioni e la sua tutela, in Arrampicate sui Colli Euganei. Guida alpinistica dei Monti Pendice e Pirio, a cura del Club Alpino Italiano – Sezione di Padova, Padova 1981, p. 20-22. 
Bartolomei S. – Todaro A., Colli Euganei. Il Bosco (Quaderni di educazione ambientale 3/4), Arquà Petrarca-Verona 1996, con interessante bibliografia che analizza la letteratura relativa al bosco (nella produzione per ragazzi, nell’ambito scientifico locale e nazionale, nei giochi, nei periodici). 
Colli Euganei. Note naturalistiche, a cura di F. Colombara, Valdagno [1983?]. 
Colombara F. — Mazzetti A., Il complesso monumentale Villa Beatrice d’Este sul Monte Gemola. Guida alle mostre naturalistiche, Padova 1994 (Tesori del Veneto), il volumetto si propone come guida dei materiali esposti al Gemola. Presenta gli ambienti ed il patrimonio faunistico e floristico. 
Del Favero R., Progetto boschi del Parco Regionale dei Colli Euganei, Este 2001 (disponibile anche in CD ROM e curato da P. Bolzon e E. Abramo). 
Lorenzoni G. C. – Di Lallo E. – Altichieri L. – Mazzetti A. – Minelli S., La Natura, in I Colli Euganei. Natura e Civiltà, Padova 1989, p. 15-57. 
Miotto G., Il bosco nei Colli Euganei, Estratto da “Il Gazzettino Agricolo”, 42 (1952), 19 dic. 1952. 
Razzara S., Profilo botanico della zona di Rocca Pendice e monte Pirio, in Arrampicate sui Colli Euganei. Guida alpinistica dei Monti Pendice e Pirio, a cura del Club Alpino Italiano – Sezione di Padova, Padova 1981, p. 16-17. 
Sandon F. – Durante D. – Assereto A., Andar sui Colli Euganei per vedere e conoscere. 15 itinerari a piedi commentati informazioni sulla flora e sulla fauna, Trieste 1982
Spezzati E. – Tullio L., Come si taglia il bosco, Este, Parco Regionale dei Colli Euganei [2002]. 
Tornadore N., Colli Euganei. Piante estinte o rare, Arquà Petrarca – Verona 1996 (Quaderni di educazione ambientale del Parco, 5). 
Trotter G.B., I Colli Euganei e la loro vegetazione legnosa, Roma 1942, (Estratto da “ La Rivista Forestale Italiana”, 1942, n. 1-3). 
Vecellio E. — Cassata A.M., Profilo botanico, in Colli Euganei — Guida alpinistico-turistica, Padova 1963, p. 39-45.

La Repubblica di Venezia e l’ecologia

Interessante testimonianza sulla sensibilità “ecologica” della Repubblica e dei suoi interventi normativi per assicurare la floridezza delle foreste buone sia per le necessità dell’Arsenale che per gli usi della popolazione, abbiamo in: 
Susmel L., Il governo del bosco e del territorio: un primato storico della Repubblica di Venezia, “Atti e Memorie dell’Accademia patavina di Scienze Lettere e Arti, Classe di Scienze Matematiche e Naturali”, 94 (1981-82), p.te II, p. 73-100. 
Altre opere che si occupano della “politica” del territorio in epoca moderna
Comparetti P., Saggio sulla coltura e governo de’ boschi, Padova 1789. 
Di Berenger A., Saggio storico della legislazione veneta forestale dal sec. VII al sec. XIX, Venezia 1862, ripubblicata in 
Di Berenger, Dell’antica storia e giurisprudenza forestale in Italia, Treviso-Venezia 1859-1867, p. 527-622 (rist. anast. dell’opera completa col titolo Studi di archeologia forestale, Firenze 1965, del solo Saggio). 
Cacciavillani I., Le Leggi veneziane sul territorio 1471-1789. Boschi, fiumi, bonifiche e irrigazioni, Limena (PD) 1984, (Civiltà veneta). 
Susmel L., I rovereti di pianura della Serenissima, Padova 1994. 
 
Da una iniziativa dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Lazio proviene uno strumento interessante per parlare a bambini e ragazzi del patrimonio naturale e culturale e dei valori che ispirano il lavoro di tutela ambientale: 
Serafini D., Erbe, erbacce ed erbari. Per distinguere le piante divertendosi e imparare a fare un erbario, Roma, Palombi ed, 20062 (Collana Verde Junior).

Gli incendi

Sul finire degli anni ’80 e primi del nuovo decennio il progetto di istituzione di un Parco Regionale scatena una serie di proteste contro l’imposizione di vincoli e restrizioni all’utilizzo del territorio che si materializzano anche come incendi dolosi dei boschi (il 50% dei casi di incendio). Il gruppo dei Colli occupa una superficie totale pari a 21.815 ettari per un totale di circa un centinaio di alture. Nei dieci anni compresi tra il 1988 ed il 1997 scoppiarono nei Colli 171 incendi che hanno devastato una superficie di oltre 640 ettari. Solo nel 1990 nei Colli sono andati in fumo 193 ettari. E’ per questo che la regione attuò una campagna di informazione per la prevenzione degli incendi con il contributo dell’Unione Europea: 
Regione del Veneto — Direzione Foreste, Colli Euganei, un tesoro. Non bruciarlo!, Testi di S. Liberi, G. Minardi, G. Ulliana, s.n.t. 
Regione del Veneto — Dipartimento Foreste, La probabilità di incendio sui Colli Euganei (PD). Esempio di fattibilità della carta automatica del pericolo di incendio, di S. Bonani, M. Cappelli, I. Conci e I. Perrone, Venezia 1981, esame degli incendi sviluppatesi in un quindicennio correlati con fattori come l’esposizione, l’altitudine, il terreno, il clima ecc. 
Sul grave problema degli incendi che rischiano di intaccare il prezioso patrimonio dei Colli Euganei, si veda anche: 
Mauri W., Indagine su un incendio nei Colli Euganei: stima dei danni e definizione di un modello di sopravvivenza in alcuni individui del genere “Quercus”, tesi di laurea, Università di Padova, a.a. 1994-95. 
Gottardo L., Prove di ricostituzione di un ceduo di castagno percorso dal fuoco sui Colli Euganei. Risultati al 3° e al 4° anno dall’incendio, tesi di laurea, Università di Padova, a. a. 1997-98. 
Isnenghi E. – Pittarello I. – Ceccato R., Carta operativa per il rischio incendi dei Colli Euganei, Provincia di Padova 2001. 
Parco Regionale dei Colli Euganei, Il Parco per la prevenzione degli incendi boschivi, (a cura di E. Spezzati e L. Tullio, Parco Regionale dei Colli Euganei 2002, con una interessante bibliografia sul paesaggio e sulla percezione del paesaggio. 
Parco Regionale dei Colli Euganei — ITAS “Duca degli Abruzzi”, … un incendio sui Colli. Cosa posso fare? Salviamo i Colli, Casalserugo (Padova) 2002, un opuscolo realizzato in collaborazione con le scuole per la sensibilizzazione alla difesa del territorio nella prevenzione incendi. 
Segnaliamo anche un recente opuscolo divulgativo, che fa il punto, dopo la recrudescenza degli incendi nel 2003, sui progetti di sensibilizzazione rivolti alle scuole e alla popolazione: 
Parco regionale dei Colli Euganei, Il fenomeno degli incendi boschivi sui Colli Euganei, Este [2004], coordinato da E. Spezzati.

Caratteristiche dei terreni

Callegari E. — Dell’Agnola G., Studio chimico e mineralogico di alcuni terreni dei Colli Euganei. Nota II: Caratteristiche mineralogiche, Padova 1964. 
Comel A., I terreni dei Colli Euganei, “Annali di sperimentazione agraria “, 20 (1936), p. 1-107. 
Dell’Agnola G. — Callegari E., Maggioni A., Studio chimico e mineralogico di alcuni terreni dei Colli Euganei. Nota I: Caratteristiche chimiche e granulometriche, Roma 1964. 
ESAV — Ente di Sviluppo Agricolo del Veneto, I suoli dell’area a DOC dei Colli Euganei, Padova 1988 (Serie Pedologia,4). 
Feruglio D. – Comel A., I terreni dei Colli Euganei, “Annali della Cattedra ambulante di agricoltura per la provincia di Padova”, 1931-32, p. 5-34.
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