Cortellazzo M., Parole dei Colli Euganei, in “Padova e il suo territorio”, 9 (1994), n. 50, p. 46-48
Forse i primi frammenti della lingua gastronomica locale emergono nel libro del misterioso autore noto come Ibn Sarabi o Serapione, nell’opera databile alla seconda metà del secolo XI o alla prima metà del secolo XII. L’autore combina la dottrina di Dioscuride con quella di Galeno arricchita delle conoscenze della farmacologia araba e che nella volgarizzazione di Frater Jacobus Philippus de Padua, in padovano trecentesco – si tratta dell’opera nota come Erbario Carrarese – ci propone nomi di piante ancora correnti nelle nostre parlate, come brusco – identificato col pungitopo – il cogno, e le pomele, modo tipico locale con cui si indicano le olive.
Ibn Sarabi, El Libro agregà de Serapiom, volgarizzamento di Frater Jacobus Philippus de Padua, Edito per la prima volta a cura di Gustav Ineichen, Venezia — Roma 1962 (Civiltà Veneziana. Fonti e Testi, 3)