dal 25 luglio all’8 settembre

Per la gran parte della gente è chiara la sensazione che con la caduta di Mussolini qualcosa è inesorabilmente cambiato, il mondo si è rovesciato, compresi gli “idoli” positivi inculcati dal fascismo. Anche se il monito di una saggezza secolare che viene dal monastero di Praglia avverte: non sarà tutto facile”. (E anche in questa minuta percezione si avverte il senso di che cosa abbia rappresentato Praglia per la gente).

Non sarà tutto facile

La caduta di Mussolini, il 25 luglio del 1943, è stata vissuta, diciamo così, con un certo entusiasmo perché si pensava che la guerra finisse. E allora, mi ricordo che avevamo preso anche contatti… in zona qua, effettivamente, avevamo contatti con i benedettini di Praglia che nella loro storia millenaria… ‘Guardate che non sarà tutto facile…’, ma noi eravamo giovani, io nel 1943 avevo diciannove anni e di fronte a questo fatto eccezionale, di fronte al fatto che il re aveva preso il comando e quindi andavano abbattuti tutti questi idoli che, naturalmente, per noi allora erano idoli nel senso vero della cosa, nel senso positivo… Pensavamo fosse sistemato il tutto, sennonché poi è arrivato l’8 settembre, il re è fuggito insieme con Badoglio e compagni e ci siamo trovati, diciamo così, in una situazione imprevista, imprevedibile, di totale rovesciamento…

RB 1924

La gente fa festa, suona la banda, lo scemo del paese fa il discorso… qualcosa ricorda il mondo alla rovescia del carnevale. Ma il pensiero torna subito alle separazioni, a chi è lontano.

Credevamo fosse finita

Certo, sì, sì. Dunque, l’8 settembre, mi ricordo che l’abbiamo sentito, no, questo armistizio… felicità, festa, sì, sì. Mi ricordo che siamo andati in paese, quelli che c’erano della banda si sono messi a suonare. Ma non suonare regolarmente, così… C’era un tipo, mi ricordo, Nane oche di Teolo, sai quei personaggi caratteristici, così, ha fatto il discorso, è salito… ‘Ecco…’. Ma noi credevamo fosse finita la guerra, che doveva essere la conclusione, invece il bello è venuto dopo. Sì, sì, mi ricordo l’8 settembre e anche qualcuno… qualche soldato che tornava, di quelli che riuscivano a scappare e allora: ‘E’ tornato il tale, è tornato talaltro’. Allora queste notizie che si diffondevano in giro, per il paese, ecco… e invece mio zio è rimasto dalla parte di là, al sud insomma, a Brindisi: non avevamo notizie. E’ stato tremendo: guarda che per noi ragazzini, adolescenti… cose che incidevano nell’animo, proprio…”

Camilla 1924

Ma una parte della popolazione sente incombente una tragedia, avverte la paura dell’incertezza, ancor più gravida in quella bellissima giornata di sole.

Oh Dio, cosa succederà adesso?

Ecco, sì, l’abbiamo vissuta come una specie di tragedia. Nel senso che avevo… E’ stato in quel momento forse che abbiamo avuto un attimo di cognizione di quello che stava succedendo… Forse è stato quello, l’8 settembre… Mi ricordo, era una bellissima giornata di sole. E quando abbiamo sentito questo discorso dell’8 settembre, è stata come una tragedia, perché è stato quello il momento che abbiamo temuto il peggio. Perché fino ad allora il nostro tran tran era talmente tranquillo… per cui… secondo quello che è il mio ricordo c’era una sensazione di tragedia incombente… cosa che in realtà l’8 settembre… non è stata una risoluzione, per cui…
Noi non abbiamo avuto questa sensazione, perlomeno qui in casa, perlomeno quella che era la nostra maniera di pensare… Forse… forse bisognerebbe fare un discorso… che noi eravamo talmente adagiati tranquillamente sulla situazione, che forse temevamo… non lo so… perché io ero piccola… questa sensazione di: ‘Oh Dio, cosa succederà adesso?…’ perché avevamo paura veramente… l’incertezza… paura che succedesse qualcosa… anche perché avevamo sentito in quel momento che anche le truppe di occupazione non erano un granché; noi eravamo abituati che le truppe di occupazione… erano un gruppo di musicisti e attori che non ci hanno dato mai nessun disturbo.

Elvira 1930

C’è stato il decreto Graziani e dall’euforia siamo passati alla notte più profonda

… il fatto che sono arrivati in blocco i tedeschi a occupare tutte le varie città, le varie caserme e poi c’è stato quel discorso lì di Graziani che è stato nominato Ministro della Guerra subito, il quale ha ricostituito l’esercito repubblicano… repubblichino che dir si voglia… e in più sono state ricostituite le Brigate Rosse… le Brigate Nere e hanno incominciato a imperversare… e quindi è stato… da un momento di euforia, di entusiasmo, siamo passati alla notte più profonda, insomma, ecco… perché poi siamo venuti a sapere che cominciavano subito le deportazioni, perché tanti soldati sono stati presi e portati in Germania… e quindi passavano questi treni, ci riferivano di questi deportati e allora il discorso cominciava a diventare difficile anche per noi giovani. Noi non si sapeva dove andare… dovevamo presentarci, non dovevamo presentarci… perché allora non è che fosse nato subito il movimento partigiano nel senso della parola, non si sapeva da che parte girarsi. Abbiamo aperto gli occhi quando ci hanno preso e ci hanno portato in caserma dicendo che dovevamo fare il servizio militare, che era uscito quel bando.

RB 1924

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