Biografie

Repertori bibliografici

Tra i molteplici strumenti, segnaliamo: 
Schröeder F., Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle provincie venete, 2 voll., Venezia 1830-31. 
 
Vedova G., Biografia degli scrittori padovani, 2 voll., Padova 1832-36 (rist. an. Bologna 1967), che riporta molti personaggi che hanno avuto relazioni con i Colli Euganei come Giambattista Maganza (II, p. 544-550), l’abate Felice Dianin (I, p. 327-220), il naturalista Alberto Fortis (I, 409-422), il vescovo erudito Tomasini Giacomo Filippo (II, p. 334-345), il notaio Antonio Monterosso (II, p. 617-619) e altri ancora. 
 
Pietrucci N., Biografia degli artisti padovani, Padova 1858 (rist. an. Bologna 1970), che dedica alcune pagine ad artisti locali o attivi nei Colli:  
Francesco Angelieri (Este 1561-1590), p. 9-10; Gio. Batta Bissoni (1576-1634), p. 34-35; Giuseppe Bossi (scultore estense), p. 42; al musicista e istitutore di Bande civiche l’estense Bartolomeo Brunello (p. 55), ai musicisti monselicensi Marco e Pietro Busato (anch’esso istitutore di Bande), p. 55-56; al violinista monselicense Gaetano Chiocchi, p. 78-79; all’artista estense Antonio Corradini, p. 85-86; Gian Pietro Cusina pittore ricordato dal Salomonio per la tavola del massimo altare nella chiesa di Montemerlo, dove sta segnato: Io. Petrus Cusina pat. Me fecit 1599.p. 89; a Giuseppe Finco illustre compositore estense (1779-1836), p. 115-117; all’incisore estense Girolamo Franchini, p. 119; Giovanni d’Abano che ebbe l’onore di venir proposto dal Comune di Padova al rifacimento di un grande ponte sul Piave nel 1394, p. 137; al musicista monselicense Antonio Gualtieri (1580-metà sec. XVII), p. 145; al pittore Jacopo da Monselice, p. 150, (al quale dedica un opuscolo anche Gloria A., Poche parole intorno al pittore Jacopo da Monselice, “Rivista periodica dei lavori dell’Accademia di scienze lettere ed arti di Padova”, 34 (1883-1884), p. 113; a Giovanni Battista Maganza, p. 161-162; al sacerdote insegnante nel Seminario e artista Giambattista Martinengo a Monselice (n. 1750) che lasciò un ritratto di certo Matto Tono facchino assai popolare a Monselice che si conserva nel museo di quella città. p. 179; alle vicende del piccolo falegname Sante detto Fevela Meloncini (1753-1820) al quale il Tommaso Obizzi commissionò alcune opere idrauliche e la sua fama lo portò ad arricchire di giochi d’acqua il giardino dei Barbarigo a Valsanzibio, p. 185-186; al pittore estense Francesco Minorello (Este 1624), p. 194-195; al musicista monselicense Carlo Rocca (1790-1841), p. 234-235; al’estense Angelo Scarabello (Este 1711- 1795), p. 249; all’vventurosa vita di Pietro Squequo nato a Monselice nel 1820 che, forse ispirato dalle ridenti scene de’ suoi colli natii, manifestò un invincibile inclinazione al paesaggio, e che finì a lavorare nel deserto in Egitto al servizio del vicerè, p. 263; al pittore estense Antonio Zanchi (1639- 1725?), p. 285-288. 
 
Dizionario biografico degli italiani, I-LX, Roma 1960-2003. 
 
Contiene molti cenni biografici di personaggi collegati alle vicende dei Colli Euganei: 
Maggiolo A., I soci dell’Accademia patavina dalla sua fondazione (1599), Padova, Accademia Patavina di Scienze, Lettere ed Arti, 1983. 
 
Per altre figure di Santi a diverso titolo coinvolti con il territorio collinare, diamo brevi ragguagli: 
Daniele I., Felicita di Padova, santa, in Bibliotheca sanctorum, V, Roma 1964, col. 604-605. 
Daniele I., Gregorio, Giovanni, Gaspare, Barbarigo, santo, vescovo di Padova, in Bibliotheca sanctorum, VII, Roma 1966, col. 387-403. A cura dello stesso autore un più approfondito profilo abbiamo in: 
Daniele I., S. Gregorio Barbarigo in Diocesi di Padova, a cura di P. Gios, Padova 1966 p. 245-269. 
 
Sequenze cronologiche 
Dondi Dell’Orologio S., Serie cronologico-istorica dei canonici di Padova, Padova 1805. 
Gloria A., Dei podestà e capitani di Padova dal 1405 al 1509, Padova 1860 
Gloria A., I podestà e capitani di Padova dal 6 giugno 1509 al 28 aprile 1797, Padova 1861. 
Ronchi O., La serie inedita dei reggenti del Comune di Padova fra gli anni 1797 e 1852, in “Bollettino del Museo Civico di Padova”, 15 (1912). 
Bellinati G. – Boldin A., Visite pastorali nella Diocesi di Padova, Padova 1973.

Pubblicazioni con note biografiche

Nuvolato G., Storia di Este e del suo territorio, Este 1851-53, che dedica un capitolo alle Biografie Estensi (p. 535-568) dove i personaggi sono divisi per secolo (XV, Isaia di Este, Lazzaro Baldo, Geronimo Atestino; XVI, Ippolito Angelieri, Laura da Este; XVII, Marc’Antonio Cappello, Eugenio Gentilini, Antonio Zanchi, Ab. Gaspare Lonigo Ventura, Alessandro Alessi; XVIII, Vincenzo ab. Carraro, Antonio Angelieri, Biagio Schiavo, Isidoro Alessi, Antonio Corradini, Girolamo Versori, Giov. Battista Ferrari, Angelo Scarabello; XIX, Giuseppe Farinelli, Giov. Maria Zecchinelli, Nicolò Scarabello, Andrea ab. Legnaro. 
Pietrogrande G., Biografie estensi, Padova 1881 
 
Alcune note biografiche relative a sacerdoti che si sono distinti sono contenute in: 
Bellini G., Sacerdoti educati nel Seminario di Padova distinti per virtù scienza posizione sociale, Padova 1951. 
Ad esempio  
Barbieri, Giuseppe, p. 56-58 
Brunacci Giovanni, p. 88-91 
Candeo Angelo: p. 99-100 
Carmignoto Primo: p. 102-104 
Cesarotti Melchiorre: p. 108-111 
Dianin Felice: p. 153 
Schiavetti Angelo, p. 315-316. 
 
Toffanin G. jr., Piccolo schedario padovano, Padova [1967] (Quaderni della rivista Padova, 3). 
Toffanin G. jr, Cent’anni in una città. Schedario padovano, Cittadella 1973 (Collana Storia e documenti) che raccoglie brevi cenni biografici dei personaggi distintisi nel corso del secolo.  
Barzon A., Santi padovani, Cittadella 1975. 
Pesenti T., Professori e promotori di medicina nello studio di Padova dal 1405 al 1509. Repertorio bio-bibliografico, Trieste-Padova 1984 (Contributi alla storia dell’Università di Padova, 16). 
Zanotto S., Este. Ritratto di una città, Padova 1990, con un saggio introduttivo di C. Semenzato, monografie sui principali monumenti di B. Cogo, C. Gallana, S. M. Tema (l’economia di Este in un decennio del cambiamento) e schede biografiche di protagonisti della vita estense di Pietro Fracanzani. 
Galletto P., Galantuomini padovani dell’Ottocento. Cenni biografici ed istantanee, Padova 1992, dove si fa riferimento anche a personaggi dei Colli come Giuseppe Barbieri (p. 11-15) e Giacomo Zanellato (p. 35-39) 
Cattabiani A., Santi d’Italia, Milano 1993. 
Simionato U., Cognomi padovani e antiche famiglie di Padova e del suo territorio. Ricerca storico-linguistica sulle antiche famiglie di Padova e della sua provincia, I, vol. A-L, Padova 1995. 
Santi e Beati della diocesi di Padova, Padova 1999. 
Mazzucotelli M., Cultura scientifica e tecnica del monachesimo in Italia, Abbazia San Benedetto Seregno 1999, dedica alcune pagine al monaco professo di Praglia Giovanni Alberto Colombo, p. 65-67 e all’abate Basilio Terzi, p. 251-252). Il primo ( 1708-1777) che lungamente vagheggiò  un progetto di osservatorio astronomico a Padova — iniziato dal Senato Veneto nel 1761 — fu portato a termine dal suo successore alla cattedra di astronomia e meteore, Giuseppe Toaldo nel 1767, p. 65-67. Il bergamasco Terzi (2, p. 251-252) professo di S. Giustina e abate di Praglia si occupò di mineralogia e geologia dando alle stampe diverse Memorie in cui elenca le sue escursioni tra i monti alla ricerca di cave e marmi pregiati. La Memoria quinta è una sorta di mappature di alcune località dei colli Euganei percorsi in lunghe camminate alla ricerca di ammoniti e di altre tracce fossili nei marmi e nei minerali locali. 
Fontana L., Galzignano. Analisi delle aggregazioni, Padova 2001, p. 133-146 e 178-197, che contiene delle schede sulle famiglie illustri di Galzignano (Contarini, Barbarigo, Michiel, Bollani, Bragadin, Ferro, Martinengo dal Barco, Pimbiolo con Registro dei Pimbiolo in appendice) con particolare riferimento ad Angelo Saggini (di cui si riporta anche il testamento). 
Libro rosso dei Colli Euganei, a cura di A. Todaro (et al.), Parco Regionale dei Colli Euganei 2002. Il libro si propone il monitoraggio scientifico su ciò che deve essere particolarmente salvaguaredato nel territorio euganeo. Si avvale della collaborazione di M. Brentan, R. Marcucci, M. Villani, M. Biasiolo e N. Tornadore. Interessante l’appendice dal titolo: Cenni bibliografici e storici delle scoperte floristiche euganee, che presenta gli studiosi che si sono occupati dello studio del patrimonio floristico locale.

Alessi

Sulla figura di Isidoro Alessi si segnala: 
Vedova G., Biografia degli scrittori padovani, Padova 1832-36, vol. I, alla voce, p. 45. 
Scarabello N., Alessi Isidoro, in Biografia universale antica e moderna. Supplemento, Venezia 1834, vol. I. 
Alessi I., Cenni storici sulla vita di Isidoro Alessi storiografo estense scritti dal di lui nipote, Este 1859. 
Pietrogrande G., Biografie estensi, Padova 1881, alla voce, p. 135-152. 
Ciscato A., Isidoro Alessi e Paolo Vagenti e una polemica letteraria nel 700, Este 1899. 
Cavallini P., Per l’antichità di Este. Prove e invenzione erudita nelle “Ricerche istorico-critiche delle antichità di Este” di Isidoro Alessi (1776), tesi di laurea, Università di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, a. a. 1994-95. Alcune pagine sono pubblicate in “Terra d’Este” col titolo Per l’antichità di Este. Prove e invenzione erudita nell’opera di Isidoro Alessi, “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 4 (1994), n. 8, p. 85-111, in cui si evidenzia il progetto dello storico settecentesco Alessi di rendere nobili e antichissime le origini di Este, attribuendo agli Euganei la fondazione della città di Este, dimostrando, dunque, la grecità degli antichi estensi. 
Franceschetti F., Notizie intorno alla vita e alla famiglia di Isidoro Alessi storico ed archeologo atestino, Este 1900. 
Prosdocimi A., Ricordi di Isidoro Alessi storiografo estense, Este 1881. 
 
La ristampa anastatica (Cittadella 1982) delle Ricerche dell’Alessi realizzata per iniziativa del Cementizillo Spa nel 1982 porta una nota (Perchè questa ristampa anastatica. Noterelle proemiale, p. V) di Paolo Sambin a cui segue la biografia di Isidoro Alessi tratta dalle Biografie estensi di Giacomo Pietrogrande, p. IX-XXI. 
 
A Isidoro Alessi, alla sua vita, alla sua opera ed alla sua ricerca storiografica la rivista “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 10 (2000), n. 19, ha dedicato un numero monografico che raccoglie i materiali prodotti in occasione del Convegno “Isidoro Alessi. Erudizione, storiografia e vita pubblica in un centro minore del Veneto nel Settecento” tenutosi ad Este il 20 novembre 1999 per iniziativa del locale Gabinetto di Lettura. I saggi sono di: 
Cavallini P., Este medievale nelle “Ricerche” alessiane
Cogo B., Isidoro Alessi nella vita religiosa e nell’arte; 
Contegiacomo L., Alessi e la sanità a Este nel Settecento; 
Daniele A., Parere sulla poesia di Isodoro Alessi
Gambarin F., La soppressione della Fraglia degli orefici di Este (1774-1778); 
La Rocca C., Alessi, le prove e le congetture per l’alto medioevo a Este
Selmin F., Le “Ricerche istorico-critiche delle antichità di Este”. La storiografia estense e la rivendicazione del titolo di città
Vianello A., Le confraternite del territorio padovano e il consultore “in iure” Piero Franceschi (1786-1797); 
Vigato M., La famiglia Alessi e il ceto dirigente atestino;  
Zerbinati E., Archeologia e collezionismo in Isidoro Alessi.

Balan – Barbieri

Dello storico estense Pietro Balan autore dell’opera Sul Papato, che tanti echi ebbe nel periodo risorgimentale, e autore di una biografia manoscritta in cui si ripercorre tra l’altro anche le vicende della sua infanzia ad Este, si veda: 
Nel XX anniversario della morte di Mons Pietro Balan, Padova 1913. 
Melchiori P., L’opera di Pietro Balan, tesi di laurea, Università di Padova, Facoltà di Pedagogia, a. a. 1960-1961. 
Dalla Torre P., voce Balan in Enciclopedia cattolica, vol II, Città del Vaticano 1949, col. 720-722. 
Scoppola P., voce Balan in Dizionario biografico degli italiani illustri, vol. V, Roma 1963, p. 308-311. 
Fantinato D., Pietro Balan una vita per il Papa-Re, “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 6 (1996), n. 12, p. 93-132. 
Gambasin A., Pietro Balan storiografo apologista del Papato (1840-1893), in “Archivium Historiae Pontificiae”, 4, Roma 1996, p. 349-354. 
Tra i molteplici lavori dello storico, segnaliamo: 
Balan Pietro, Memorie storiche di Tencarola nel Padovano, Modena, Tipografia di Paolo Toschi, 1876. (30 pp in cui si offre un utile e informato saggio storico sul soggiorno padovano. 
 
Su Giuseppe Barbieri nato a Bassano nel 1774 ed entrato a Praglia nel 1795 dove ebbe l’incarico per l’insegnamento di retorica nel Collegio. Nel 1810, soppressa Praglia, vestì l’abito di sacerdote secolare e succedette al Cesarotti nell’incarico di filologia greca e latina nell’Università. Si dedicò all’oratoria sacra. In uno scritto biografico Intorno ai miei studi narra l’inizio delle sue prove oratorie: la prima in una solennità di Nostra Donna, nella chiesetta di una famiglia nobiliare, la seconda nella chiesa parrocchiale di Tramonte ai campagnuoli. Dopo il poemetto I Colli Euganei, tentò anche il racconto in versi, narrando le vicende dell’avventurosa Serenella relegata nel castello di Pendice. Passò i suoi ultimi anni a Torreglia, dove s’era acquistato una casetta, attendendo alle cure del giardino e dei campi  e conversando coi campagnoli; qui scrisse le Veglie tauriliane, un inno pacato alla serena solitudine dei Colli Euganei. 
L’elenco completo degli scritti del Barbieri (111 pubblicazioni, in genere di piccola mole) fu pubblicato da G. Rumor in Bibliografia degli scrittori vicentini, 1905. Più ampia è la sua  Memoria sulla vita e gli scritti di Melchior Cesarotti, Padova 1810. Le Orazioni quaresimali furono pubblicate in 8 volumi dal Vallardi, Milano 1838. La prima delle Veglie Tauriliane, con belle illustrazioni e il ritratto dell’autore, fu pubblicata dall’Azienda di Cura nel 1963. 
 
Cittadella Vigodarzere A., Per la inaugurazione di un monumento a Giuseppe Barbieri. Discorso letto nella chiesa di Torreglia il 17 ottobre 1869, Padova 1869. 
Menin L., Orazione letta pel solenne ossequio reso dall’i. r. Università di Padova al prof. Ab. G. Barbieri, Padova 1873. 
Roberti G., G. Barbieri, educatore, oratore…, Bassano 1874. 
Cittadella Vigodarzere A., Discorso per la inaugurazione del monumento a G. B, educatore, poeta e oratore, Bassano 1876. 
Tolomei A., Per il trasporto delle ceneri del professore ab. Giuseppe Barbieri dal cimitero alla chiesa di Torreglia, in A. Tolomei, Scritti vari, Padova 1919, p. 295-301. Ried. in “Padova e la sua provincia”, n. s., 15 (1969), n. 2, p. 20-24. 
Carpanese C., D. Giuseppe Maria Barbieri monaco di Praglia, “Abano Terme. Notiziario dell’Azienda di cura”, 4 (1952), fasc. 11, p. 19-29, n. n. 
Gambarin G., Barbieri Giuseppe, in Dizionario biografico degli italiani, VI, Roma 1964, p. 230-231. 
Aliprandi G., Giuseppe Barbieri ed Alessandro Manzoni, “Padova e la sua provincia”, 18 (1972), n.s., n. 7, p. 3-7, che si occupa dell’epistolario tra il Barbieri ed il Manzoni. 
Ronchi O., L’oratore sacro Giuseppe Barbieri, “Padova e la sua provincia”, 18 (1972), n.s., n. 4, p. 11-15. 
Zaccaria V., Sui poemetti giovanili dell’abate Giuseppe Barbieri (con lettere inedite di Cesarotti Barbieri e Bettinelli), “Atti e Memorie dell’Accademia Patavina di SS.LL.AA., Classe di Scienze Morali Lettere ed Arti87 (1974-75), p.te III, p. 269-295. 
Biasuz G., L’abate Barbieri nel secondo centenario della nascita, “Padova e la sua provincia”, 21 (1975), n.s., n. 1, p. 3-9. 
Pietrogrande A., Giuseppe Barbieri e il “Tauriliano”, in “Padova e il suo territorio”, 15 (2000), n. 83, p. 22-24 in cui si parla di come egli allestì il suo ritiro campestre di Torreglia imitando nei gusti il suo maestro Cesarotti e ispirandosi allo Jappelli. 
Zaccaria V., L’accademico Giuseppe Barbieri e il Tommaseo, “Atti e Memorie dell’Accademia Patavina di Scienze, Lettere ed Arti, Classe di Scienze morali, Lettere ed Arti, 113 (2001-2002), p.te III, p. 21-50

Beatrice d’Este, beata

Sulla beata Beatrice d’Este 
Sulla suggestiva figura della beata Beatrice d’Este molteplici sono le pubblicazioni. La biografia più antica, la Vita B. Beatricis di Alberto di Santo Spirito (databile alla metà del secolo XIII) è stata pubblicata da  
Brunacci G., Della B. Beatrice vita antichissma ora per la prima volta pubblicata con dissertazioni, Padova 1767, che contribuì anche ad identificare il vero autore della Vita che fino ad allora era confuso con l’omonimo Alberto, priore di S. Giovanni Evangelista di Montericco. 
Cenni biografici troviamo nell’anonimo cronista duecentesco, in Chronicon Marchiae Tarvisinae et Lombardiae (aa. 1207-1270), a cura di L.A. Botteghi, R.I.S., n. ed., VIII, parte III, Città di Castello, 1916
Profili biografici troviamo anche in B. Scardeonii, De antiquitate urbis Patavii, Basileae 1560 e in G.B. Pigna, Historia de Principi di Este, Venezia 1571, p. 173-174. 
Nel ‘600 abbiamo due biografie: 
Monterosso A., Trionfal humiltà della B. Donzella di Christo Beatrice d’Este, fondatrice del monastero di Gemmola, co’l catalogo delle abbatesse di tempo in tempo e con alcune note historiche, Padova [1650], che integra – come dice Selmin nell’opera sottocitata – un’opera del monaco cassinese Domenico da Brescia; 
e Tomasini G.F., Vita della B. Beatrice estense, Udine 1652, ristampata più tardi col titolo Vita della B. Beatrice della famiglia de Prencipi d’Este, Padova 1673, e ristampata nel 1754. 
Ancora nel ‘700: 
Cossali P., Panegirico in onore della Beata Beatrice d’Este fondatrice in Gemmola, Padova 1773. 
Esce poi il meritorio lavoro dell’abate Brunacci sopraricordato. Abbiamo poi il: 
Balan P., Memorie della vita di Beata Beatrice I d’Este, Venezia 1878. 
Son da citare, inoltre, i lavori degli eruditi estensi: 
Ortore A., Di una contessa Sabauda andata in isposa ad un marchese d’Este nel secolo XII e della figliuola d’essi venerata sugli altari, Padova 1921. 
Franceschetti F., Figlia e madre di santi. La contessa Sofia di Savoia marchese d’Este (1191-1202), Roma 1925. 
Agiografico il 
Bonomo P., Rievocazione storica dei tempi della Beata Beatrice I d’Este, Padova 1957. 
Di taglio divulgativo e devozionale, per edificazione del popolo: 
De Dompieri A., La B. Beatrice d’este, Torino 1913: 
Todesco L., Cenni sulla vita della B. Beatrice d’Este, Verona 1920. 
Nella Bibliotheca Sanctorum, II, Roma 1962, p. 995 la voce Beatrice I d’Este è curata da D. Balboni; nel Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 43, Roma 1993, p. 326-328 la voce Beatrice d’Este è curata da L. Paolini; accurata la recente voce Beatrice d’Este curata da A. Rigon in Santi e Beati della diocesi di Padova, Padova 1999, p. 39-46. 
I contributi più recenti all’analisi storica della Beata sono: 
Folena G., Beata Beatrix, in Storia e cultura a Padova nell’età di Sant’AntonioPadova 1985, p. 381-404, pubblicata anche in  
Folena G., Beata Beatrix, in Cultura e lingua nel Veneto medievale, Padova 1990. Allo studioso va il merito di aver rilanciato gli studi sulla beata e d’aver segnalato anche il valore letterario della Vita latina scritta da frate Alberto. 
Sposta l’attenzione sul primo biografo, invece, il saggio di: 
Rigon A., La santa nobile, Beatrice d’Este (+1226) e il suo primo biografo, in Viridarium Floridum. Studi di storia veneta offerti dagli allievi a Paolo Sambin, Padova 1984, p. 61-88. 
Recentissimo, di taglio divulgativo ma non meno prezioso (ed a cui dobbiamo le ricche indicazioni bibliografiche) è il: 
Selmin F. (a cura di), Beata Beatrice. La vita negli antichi testi, Verona 2000, che raccoglie 5 antichi testi dedicati alla beata, con un itinerario sui luoghi di Beatrice e una preziosa rassegna bibliografica. 
E inoltre si veda: 
Bernini F., L’unico documento originale relativo a Salimbene (La monacazione in Ferrara, nel 1254, di Beatrice d’Este), Parma 1948. 
Mostardi F., La Beata Beatrice II d’Este, Venezia 1963. 
Fraron C., Quaderni dell’aurora, maggio 1985: Gemme tra i Colli Euganei: Beata Beatrice d’Este, Schio 1985. 
 
Su altre figure della casata estense a partire dal primogenito della Casa d’Este si veda: 
Meneghini F., Le illustri Donne Estensi, Este 1905. 
Franceschetti F., La Contessa Sofia di Savoia Marchesa d’Este (1191-1202), in “Rivista Araldica”, 23 (1925). 
Tencajolli O.F., Principesse italiane nella storia di altri paesi, Roma 1933. 
Dizionario Biografico degli Italiani, ad vocem “Alberto Azzo”, a cura di G. Bertolini, I, Roma 1960, p. 753-758. 
Conconi M., Il marchese Ugo II Del Manso, un traditore per i Guelfi?, , in “Padova e il suo territorio”, 6 (1991), n. 34, p. 28-29. 
Sugli ultimi esponenti del ramo veneto della famiglia gloriosa già insignita della dignità marchionale — padre e figlio: 
Rossi F., Taddeo e Bertoldo d’Este, condottieri al servizio della Repubblica di Venezia, in “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 1 (1991), n. 1, p. 35-63.

Brunacci, Brunelli, Candeo, Centanin, Ciscato, Conti

Sulla prestigiosa figura dell’abate Brunacci si veda: 
Ferretto G., Prodromo ossia Preliminare della storia ecclesiastica padovana del ch. sig. Ab. Giovanni Brunacci, Padova [1803]. 
Rizzoli L., L’abate G. Brunacci negli studi numismatici, “Atti del r. Istituto veneto di scienze lettere ed arti”, 86 (1926-27), p. 1347-1356. 
Brotto G., La storia della diocesi di Padova dell’abate G. Brunacci, “Bollettino diocesano di Padova”, 12 (1927), p. 228-236; 286-293, anche in estratto, Padova 1927. 
Zorzato M. R., Contributi alla storia della storiografia. La figura e l’opera di Giovanni Brunacci (1711-1772). Tesi di laurea discussa presso l’Università di Padova, Facoltà di Magistero, a. a. 1964-65. 
Valandro R., Per un ritratto confidenziale di Giovanni Brunacci, Monselice 1990 (Estratto da: Valandro R., Voci di cronache lontane. Storie minime in Padovanabassa, Monselice 1990, p. 145-169). 
Zorzato M.R.,  Brunacci Giovanni, in Dizionario biografico degli italiani, XIV, Roma 1972, p. 518-523. 
Zorzato M. R., Giovanni Brunacci storico della chiesa padovana, in Monselice. Storia cultura e arte di un centro “minore” del Veneto, a cura di A. Rigon, Monselice 1994, p. 633-643. 
 
Per Bruno Brunelli si veda la necrologia di Luigi Gaudenzio: 
Gaudenzio L., Bruno Brunelli Bonetti, “Atti e Mem. Dell’Acc. Pat. Di SS.LL.AA., 61 (1958-59), p. I, p. 56-63. 
 
Sulla figura di Mons. Angelo Candeo, nativo di Faedo e benemerito per l’agricoltura, si veda: 
Candeo P., Un pioniere dell’agricoltura. Mons. Cav. Angelo Candeo il Parroco agronomo di Mestrino benemerito dell’agricoltura italiana, Verona 1963. 
Un opuscolo raccoglie le testimonianze dell’affetto che i parrocchiani di Mestrino gli tributarono in occasione della sua morte dopo ben 63 anni di apostolato: 
Nell’anniversario della morte di Mons. Angelo Candeo arciprete di Mestrino, [Mestrino 1931] 
 
Sulla famiglia Centanin – e su Orazio, in particolare, – si dilunga 
Valandro R., L’aratro spezzato. Una famiglia a memoria tra i Colli d’Arquà, Monselice 1989. 
 
Un breve profilo di Ciscato, insegnante nel Ginnasio di Este e autore di una Storia di Este, edita nel 1889 è in 
Selmin F., Cent’anni di giornali a Este e nella Bassa padovana, Padova 1982, p. 71. 
 
Un breve profilo biografico dell’abate don Giovanni Conti, che fu anche parroco di Cervarese si trova in  
Marzari S., Veggiano. Frammenti di storia e vita quotidiana, Comune di Veggiano 2001, p. 119-122.

Cornaro, Dal Piaz, Da Rio, Dianin 

ulla figura di Alvise Cornaro si segnala: 
Lovarini E., Le ville edificate da Alvise Cornaro, “L’Arte”, 11 (1899), p. 191-212, che tratta dei soggiorni ad Este in compagnia del Ruzante. 
Ricordo di Alvise Cornaro, Abano Terme 1979 (Quaderni dell’Azienda di Cura, 3). 
Alvise Cornaro e il suo tempo, catalogo della mostra (7 settembre — 9 novembre 1980), a cura di L. Puppi, Padova 1980.  
Menegazzo E., Alvise Cornaro: un veneziano del Cinquecento nella Terraferma padovana, in Storia della cultura veneta. Dal primo ‘400 al Concilio di Trento, 3/II, Vicenza 1980, p. 513-538, con ampia bibliografia. 
Sambin P., Per le biografie di Angelo Beolco, il Ruzante, e di Alvise Corsaro, Restauri di archivio rivisti e aggiornati da F. Piovan, Padova 2002. 
 
Al noto studioso Giorgio Dal Piaz che molti scritti dedicò ai problemi riguardanti la genesi, le caratteristiche e l’utilizzazione delle sorgenti termo-minerali di Abano e dintorni, scomparso nel 1962, è dedicata la commemorazione con bibliografia degli scritti in: 
Bianchi A., Giorgio Dal Piaz (29 marzo 1872 — 20 aprile 1962), “Atti e Memorie dell’Accademia Patavina di Scienze Lettere ed Arti”, 85 (1972-73), p.te I, p. 42-63. 
 
Espone le vicende della collezione raccolta dal conte Nicolò Da Rio (1765-1845), celebre naturalista padovano che fu anche fondatore del “Giornale dell’Italiana Letteratura”. 
Drago G., La collezione Da Rio, “Padova e il suo territorio” 22 (2007), n. 126, aprile 2007, p. 18-21, per le notizie sullo studioso che aveva fatto dei colli Euganei il suo principale oggetto di ricerca scientifica si veda anche: 
Menin L., Elogio funebre del cavaliere Nicolò Da-Rio, Padova 1845; 
Salina C., Lettera al Cav. Prof. Antonio Alessandrini. Necrologia e Nota delle opere edite, ed inedite del signor conte Nicolò Cav. Da Rio di Padova, Bologna 1845. 
Piotto L., “Il Giornale dell’Italiana Letteratura”: percorsi critici nell’ambito delle arti figurative, Tesi di laurea, Università di Padova, a. a. 1999-2000. 
 
Sulla figura dell’abate Felice Dianin di Teolo si veda: 
Vedova G., Biografia degli scrittori padovani, Padova 1832 (rist. fot. Bologna 1967), alla voce, p. 327-330;  
Melan S., Opere italiane e latine, III, Padova 1841, p. 369-373;  
Fabris A.. M., Dei professori dell’Università di Padova venuti dopo il 1821 educati nel seminario, Padova 1883, p. 10;  
Fabris A..M., Dei professori del seminario di Padova morti dal 1821 al 1880, Padova 1883, p. 33-34. Numerosi documenti si trovano a Padova, Archivio moderno dell’Università, buste della Facoltà filosofica. 
Brunetta G., Di un abate Dianin e del nuovo Ospedale di Padova, “Città di Padova. Rivista del Comune”, 1 (1961), n. 9, p. 3 sgg. 
Scorzon E., L’Abate Felice Dianin, “Città di Padova. Rivista del Comune”, 4 (1964), n. 5, p. 36 sgg. 
De Vivo F., L’Abate Felice Dianin (1764-1841) e il suo insegnamento nel Liceo e nell’Università di Padova, in Contributi alla storia della Chiesa padovana nell’età moderna e contemporanea, 2, Padova 1984, (Fonti e ricerche di storia ecclesiastica padovana, 14),  p. 241-281. 
De Vivo F., Felice Dianin, illustre figlio di Teolo, “Padova e il suo territorio”, 9 (1994), n. 52, p. 42-44, dove si riportano anche i due sonetti “All’Arciprete di Teolo” volto ad impedire il disfacimento del vecchio cimitero e “A Napoleone, per Teolo” in cui Tito Livio si rivolge a Napoleone lamentando di aver tolto a Teolo la funzione di capoluogo distrettuale. Al Parroco — che aveva progettato il disfacimento del cimitero a favore dell’aia della nuova Casa Canonica — il Dianin aveva diretto un’altra composizione poetica, dopo la carestia e la spaventosa grandinata del 1816, dove si diceva: Il ciel però, forse pietoso ai danni / diede Pastor d’eccelsi pregi adorno, / quasi dolce compenso ai lunghi affanni. Altri sonetti del Dianin furono pubblicati nella raccolta di scritti dal titolo La riconoscenza di Euganea a Napoleone il Grande (1809). Del 1811 è un Ode per rinascimento di Sua Maestà il re di Roma scritta “a nome del Comune di Teolo” e pubblicata nel n. 174 del 23 giugno 1811 del “Giornale Italiano”. 
Le composizioni poetiche del Dianin sono raccolte: 
Sonetti del Prof. Abate Felice Dianin, raccolti e scelti da Ferdinando Cavalli, Padova 1851, dove si espone anche la tesi di Teolo patria del Tito Livio.

Dondi Orologio, Emo, Facciolati

Su Jacopo e Giovanni Dondi Orologio 
Barcaro F. A., Tre grandi europei del Trecento. Pietro d’Abano, Jacopo e Giovanni De’ Dondi dall’Orologio, Padova 1991. 
Dondi Dall’Orologio F. S., Notizie sopra Jacopo e Giovanni Dondi Dall’Orologio, Padova 1844. 
Dondi Dall’Orologio Franc. Scipione (1756-1819, Vescovo di Padova), Notizie sopra Jacopo e Giovanni Dondi Dall’Orologio, “Atti e Memorie dell’Accademia patavina di  scienze lettere ed arti – Saggi scientifici e letterari”, 2 (1782), p. 469 e sgg. 
Tanfani G., Jacopo Dondi medico padovano del Trecento, in “Rivista di storia delle scienze mediche e naturali”, I, n. 2 , 1935. 
Tanfani G., Jacopo Dondi, medico padovano del Trecento ed il suo metodo di estrazione del sale dalle acque termali, “Rivista di storia delle Scienze mediche e naturali”, 26 (1935), p. 8-23. 
Tanfani G., Un medico amico del Petrarca, “Giornale di Psichiatria e Neurologia”, 4 (1936). 
Sulla famiglia si veda: 
Dondi (I) dall’Orologio e la Padova dei Carraresi, in Padua sidus preclarus, Catalogo della Mostra, [Brugine] 1989. 
 
Sul filosofo Andrea Emo (nato a Battaglia nel 1901, figlio primogenito di Angelo Emo Capèodilista, e morto a Roma nel 1983), che per lunghi anni ha scritto in 398 quaderni le sue riflessioni filosofiche rimaste in gran parte inedite, è divenuto negli ultimi ani un “caso culturale”. Laura Sanò esprime la convinzione che Emo non sia un dilettante di talento, né un filosofo provinciale, bensì un filosofo con una propria peculiare individualità teoretica. 
Emo A., Le voci delle Muse. Scritti sulla religione e sull’arte 1918-1981, a cura di M. Donà e R. Gasparotti, Prefazione di M. CacciariVenezia 1992 (Saggi), con un Profilo biografico, p. 197-199. 
Emo A., Supremazia e maledizioneDiario filosofico 1973, a cura di M. Donà e R. Gasparotti, Milano 1998. 
Sanò L., Il Daimon solitario. Il pensiero di Andrea Emo, prefazione di U. Curi, Napoli, LA Città del Sole, 2001. 
Emo A., IL monoteismo democratico. Religione, politica e filosofia nei Quaderni del 1953, a cura di L. Sanò, prefazione di M. Donà, Milano, Bruno Mondadori 2003. 
 
Su Jacopo Facciolati di Torreglia 
Gennari G., Vita di Iacopo Facciolati, Padova 1818. 
Serena S., Jacopo Facciolati professore di logica, “Padova. Rivista del Comune”, 8 (1934), n. 9, p. 45-51. Sul Giacomo Fasolato nostrano (Torreglia 1682 — Padova 1769)  che  condusse i suoi studi, prima al Tresto e poi in Seminario, sotto l’amorevole protezione di Gregorio Barbarigo e che occupò la cattedra di storia dello Studio di Padova e al quale si devono, tra l’altro, i Syntagmata e i Fasti Gymnasii Patavini, si veda anche: 
Del Negro P., L’Università, in Storia delle cultura veneta. Dalla Controriforma alla fine della Repubblica, a cura di G. Arnaldi e M. Pastore Stocchi, Il Settecento, Vicenza 1986, p. 47-76. 
Niero A., L’erudizione storico-ecclesiastica, in Storia delle cultura veneta. Dalla Controriforma alla fine della Repubblica, a cura di G. Arnaldi e M. Pastore Stocchi, Il Settecento, Vicenza 1986, p. 97-121. 
Del Negro P., Storici padovani del Settecento, “Padova e il suo territorio”, 17 (2002), n. 100, p. 29-31.

Farinelli, Forzatè

Fra i più celebrati compositori del suo tempo, autore di melodrammi e di musica sacra e profana (Este 1769-Trieste 1836) è Giuseppe Farinelli. Sulla sua vicenda si veda: 
Ruffato Rubindelia C., Giuseppe Farinelli, grande estense dimenticato, in “Padova e il suo territorio”, 3 (1988), n. 11, p. 32 -33.  
Bevilacqua R., L’attività artistica del compositore estense Giuseppe Francesco Finco “Farinelli”, , in “Padova e il suo territorio”, a. 6 (1991), n. 32, p. 13-15, con cronologia delle composizioni tratta dalla Biografia degli artisti padovani, Padova 1858. 
 
Sulla vicenda del monaco che tanta influenza ha avuto anche nel territorio collinare, sul Beato Giordano Forzatè – priore di S. Benedetto di Padova — al quale si deve la riforma monastica degli “albi”dell’inizio del secolo XIII, movimento cui aderirono S. Giovanni Battista del Monte delle Vigne (oggi Montericco) e S. Giacomo di Monselice. 
 
Tomasino G.F., Vita del Beato Giordano Forzatè, Udine 1650. 
Costantini N., Memorie istoriche, critiche, morali concernenti la vita del Beato Giordano Forzatè, Venezia 1745. 
Rosa I., Il Beato Giordano Forzaté abate e priore di san Benedetto in Padova (1158-1248), Badia di Praglia 1932. 
Cui si aggiungono le moderne voci: 
Daniele I., Forzatè, Giordano, beato, in Bibliotheca sanctorum, V, Roma 1964, col. 987-991. 
Gaffuri L., Forzatè, Giordano, beato, in Dizionario biografico degli Italiani, Roma [1997], p. 270-271. 
Rigon A., Religione e politica al tempo dei da Romano: Giordano Forzatè e la tradizione agiografica antiezzeliniana, in Nuovi studi ezzeliniani, a cura di G. Cracco, Roma 1992. 
Brunetta Menato M., Giordano Forzatè, un monaco operatore di pace nella nostra città, in “Padova e il suo territorio”, 14 (1999), n. 82, p. 30-32 dove si parla anche dell’influenza avuta dal monaco sulla decisione della giovane Beatrice.

Fortis, Fracanzani, Franceschini, Gallana, Guariento

Una disputa sull’esistenza delle miniere di salnitro, sorta in seguito ad una discussione avvenuta il 15 luglio del 1789 al caffè Pedrocchi di Padova, coinvolgerà l’abate Alberto Fortis e Marco Carburi ordinario di chimica all’Università di Padova; se ne occupa: 
Giormani V., La disputa sul salnitro al caffè Pedrocchi, tra due accademici patavini (15 luglio 1789), “Atti e Memorie dell’Accademia Patavina di Scienze, Lettere ed Arti, Classe di Scienze Matematiche e Naturali, 101 (1988-89), p.te II, p. 129-174. 
Dove si dice che dalla sua dimora di S.Pietro di Arzignano (Padova?) e Galzignano ove la madre villeggiava, si munì di un sediolo, una piccola carrozza (“di color serio”) ove aveva fatto apporre le sue iniziali intrecciate in oro con sopra una coroncina di fogliame leggero (da: Motterle T., Il ventennio arzignanese di Alberto Fortis (1778-1798) e la comunità di Arzignano alla caduta della Repubblica di Venezia, in Valle del Chiampo, Antologia 1975, Arzignano 1975. 
 
La vita di un altro illustre personaggio estense, il podestà Vincenzo Fracanzani; è illustrata in: 
Franceschetti F., Nella solenne inaugurazione del Museo Nazionale Atestino cenni biografici sul fondatore Co. Vincenzo Fracanzani, Este 1902. Si veda, inoltre Discorso del nobil signor Vincenzo Fracanzani … podestà e vice-direttore nell’Istituto Ginnasiale di Este detto nella solenne distribuzione de’ premj al fine dell’anno scolastico 1840, Este [1840]. 
Della vicenda si è occupato anche: 
Selmin F., “Il santo amore della patria”. Appunti su Vincenzo Fracanzani e l’innalzamento di Este al rango di città (1829), “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 5 (1995), n. 10, p. 81-97. 
 
Sugli anni estensi del filologo e studioso di letteratura latina Ezio Franceschini (Trento 1906 – Padova 1983) e delle sue frequentazioni con il gruppo dei giovani estensi fra i quali primeggiano Antonio Guariento e Agostino Sartori Borotto, si occupa: 
Ezio Franceschini (1906-1983). Scritti, documenti, commemorzioni, testimonianze, a cura di C. Leonardi, Bologna 1986. 
Ezio Franceschini amico fedele. Lettere al’on. Antonio Guariento, a cura di O. Zampieri, Este 1986. 
Selmin F., Gli anni estensi di Ezio Franceschini, “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 2 (1992), n. 4, p. 111-124. 
 
Sulla figura benemerita di Carmelo Gallana
Contegiacomo L., Carmelo Gallana uno storico autodidatta, “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 4 (1994), n. 8, p. 141-150. 
 
Sul Sindaco estense Antonio Guariento
Stocchetti A., Antonio Guariento sindaco di Este deputato al Parlamento, S.l., s.e., 1976. 
Antonio Guariento uomo giusto,  testi pubblicati a cura di O. ZampieriEste 1977. 
Zampieri O., Guerra in Este (1943-1945). Dal diario di A. Guariento con altre cronache e testimonianze, Este 1981.

Guerra, Jappelli, Lazzarini, Leonati, Lombardo 

Sulla figura del giansenista Luigi Guerra nativo di Battaglia e autore di molte pubblicazioni si veda: 
Geremia F., A proposito di una Bibbia cattolica dai testi originali, “Protestantesimo”, ca.1980, p. 52-56. 
L’Abate e dott. Alvise era nato a Battaglia nel 1712; fu educato in Seminario e morì essendo professore di Diritto Canonico nella Università di Padova nell’anno 1795. Pubblicò e tradusse molte cose che sono elencate in: 
Vedova G., Biografia degli scrittori padovani, 2 voll., Padova 1832-36 (rist. an. Bologna 1967), p. 485-488. 
In Lettere di alcuni uomini illustri pubblicate in occasione delle applauditissime nozze Mainardi-Valvasori, Padova 1836, troviamo una sua lettera diretta al Gennari, p. 14-15 datata 25 febb. 1755. 
Una testimonianza sul suo insegnamento di Diritto Pubblico Ecclesiastico troviamo in: 
Battisti A., La Cattedra di Diritto Pubblico Ecclesiastico eretta nell’Università di Padova nel 1768, Roma 1952, p. 40-50. 
Si veda anche: 
Notizie intorno alla vita del canonico Giovanni Checozzi del bresciano Paolo Gagliardi nel luglio del 1731 in Bibl. Quer. Brescia, MS. F. II, 9, ff. 34-36; e dei docc pubblicati da D. Fiorot, in appendice all’estratto del suo art. Nota sul giansenismo a Padova, in “Nuova Riv. St. italiano”. 
 
Sul meno noto aspetto del Giuseppe Jappelli ingegnere, si occupa: 
Universo M., Giuseppe Jappelli, “L’Hommem moderne per excellence”: Brondolo, speciale locomotiva, Entrepôt, “Bollettino del Museo Civico di Padova”, 77 (1988), p. 97-117, che riporta l’elenco dei progetti cui si dedicò tra i quali segnaliamo: direzione idraulica dei Bagni di Battaglia (1816), progetto per stillare acquavite con le acque del Montirone ad Abano (1825); profilo di dislivellazione per scolare le acque del Consorzio Foresto e Menselesano (1932). Egli fu tra l’altro anche membro della Commissione per il “piano di sistemazione regolare e costante delle terme di Abano e Battaglia” (1817). Nell’articolo si riporta una Carta geologica dei Colli Euganei del Museo Civico di Padova. 
 
Su Renato Lazzarini (Este 1891 — Lugo di Romagna 1974), ordinario di filosofia teoretica nelle Università di Cagliari e Bari, poi di storia della filosofia medievale all’Università di Bologna. Alla sua opera filosofica è dedicata la monografia di Francesca Modenato Intenzionalità e storia in Renato Lazzarini, Bologna; Patron, 1967. Per un profilo più breve si può consultare il Dizionario dei Filosofi del Novecento del Centro Studi Filosofici di Gallarate (Firenze, Olschki, 1984). 
 
Sulla tragica figura di Ugo Lazzarini (Vò 1852 – Este 1920) docente di lettere al Ginnasio e alle Scuole Tecniche di Este, rappresentante generoso della politica di area radicale e socialista: 
Selmin F., Archivi minori: le carte di Ugo Lazzarini socialista di Este, “Venetica” (1984), n. 1 gennaio-giugno, p. 233-241. 
Selmin F., Una famiglia nella Grande Guerra. Il “romanzo epistolare” di una famiglia estense (1915-18) con due lettere inedite di Ernesto Buonaiuti, Este 1991, estratto da “Venetica”, 12 (1989). 
Selmin F.,  “Granate sulla grammatica”. La guerra, la scuola e la famiglia nei diari di Ugo Lazzarini (1915-1919), “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 4 (1994), n. 7, p. 141-162. 
Un giovane Clemente Faccioli a Ugo Lazzarini dedicò la giovanile raccolta di poesie Ciacole (Este, Pastorio, 1913).  
 
Sul fondatore della Salesie, don Domenico Leonati, nativo di Battaglia: 
Beltrame G., Don Domenico Leonati (1703-1793) Fondatore delle Salesie in Padova, Padova 2002. 
 
Sulla figura poliedrica di Biagio Lombardo, sulla sua attività di archeologo e la sua produzione pittorica, si veda: 
Ciscato A., Biagio Lombardo e l’archeologia atestina. Notizia, Este 1901. 
Cogo B., Biagio Lombardo pittore (1617-1665), “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 7 (1997), n. 14, p. 89-100. 
Selmin F., Antichità, castelli, tesori. Un’inedita indagine archeologica di Biagio Lombardo a Este e dintorni, “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 7 (1997), n. 14, p. 53-87, che riporta ampi stralci del suo “giornale archeologico” manoscritto che descrive le sue esplorazioni nell’area urbana ma anche alle pendici dei Colli (tra Lozzo e Baone). 
Di Biagio Lombardo, invece, nella Raccolta del Gabinetto di Lettura, Raccolta Estense 1207, troviamo un Discorso del sig.r Biaggio Lombardo delle Croniche d’Este recitato nell’Accademia degli Eccitati. L’anno 1665.
 

Longo, Luxardo

Sul tipografo estense del secolo XIX Gaetano Longo — editore tra l’altro della Storia di Este dell’avvocato Nuvolato che uscì in 10 fascicoli tra il 1851 e il 1853 – si veda: 
Selmin F., Sulle orme di Gutenberg. Storia di Gaetano Longo tipografo ed editore, “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 1 (1991), n. 1, p. 77-106. 
Egli pubblicò — oltre alle molteplici pubblicazioni “per nozze” nell’arco di mezzo secolo e custodite nella Raccolta Estense del locale Gabinetto di Lettura – tra le altre pubblicazioni: 
In morte del molto reverendo parroco Antonio Fabris.  
Elegia del nobile signore Vincenzo Fracanzani, i.r. scudiere di S.M.I.R.A. e podestà di Este, Este 1837. 
Elogio di Gaetano D.r Rizzardi arciprete in S. Tecla di Este e vicario foraneo recitato nel dì delle solenni esequie a’ 18 maggio 1838 da monsignore reverendissimo Vincenzo Scarpa arciprete della cattedrale di Padova e protonotario apostolico, Este 1838. 
Al padre di Gaetano — Antonio Longo — che contiene anche dati sull’attività del figlio e degli eredi è dedicata una monografia: 
Serena A., Il primo fondatore della tipografia Longo, Treviso 1825. 
Sulla prima fase dell’attività tipografica il nipote Antonio dedicò: 
Longo A., A Gaetano Longo tipografo nel lieto giorno del suo onomastico, Vicenza 1853. 
Un quadro più ampio della vita e dell’opera si ha in: 
Di Gaetano Longo e de’ suoi stabilimenti tipografici. Cenni, Venezia 1876. 
Si veda inoltre: 
Sartori C., Dizionario degli editori musicali italiani, Firenze 1958, p. 89 e 
Enciclopedia della stampa, Torino 1969, vol. IV, p. 186. 
L’elenco dei periodici stampati dalla tipografia estense è in 
Selmin F., Cent’anni di giornali ad Este e nella Bassa Padovana, Padova 1982. 
Giuseppe Riccoboni (1820-1894) architetto estense la cui attività molto si legò alla produzione tipografica del Longo, dedica un breve profilo: 
Petrucci N., Biografia degli artisti padovani, Padova 1858, alla voce. 
 
Sulla famiglia Luxardo originaria di Zara e trapiantata a Torreglia, si veda: 
Luxardo N., Cenni storici sui Luxardo, “Rivista Araldica”, febbraio 1958. 
De Nobili G., Dal maraschino alla sciabola, in “Padova e il suo territorio”, 3 (1988), n. 15, p. 38-39. 
Sulla figura di Nicolò Luxardo (1886-1944) che cadde martire sul fronte croato dopo l’Armistizio: 
Nicolò Luxardo. Vita di un uomo, Padova 1958. 
Del fratello Pietro (1892-1944) — entrambi figli di Michelangelo — anch’egli scomparso in Dalmazia durante la guerra ad opera delle bande partigiane iugoslave, si occupa: 
Luxardo N. — Pagnacco F., Pietro Luxardo. “Iadra ad cedem”, Padova 1960. 
Pubblica gli atti del processo contro lo Stato Jugoslavo che sulle rovine dei distrutti stabilimenti Luxardo aveva aperto una distilleria e fabbrica di liquori. Dagli atti si evincono le vicende della famiglia che nel 1821, per opera di Girolamo Luxardo, ligure di origine, trasferitosi a Zara iniziò in quella città la fabbricazione del liquore denominato “maraschino” trasferendo poi la proprietà a figli, nipoti e pronipoti, che ne migliorarono la produzione, raggiungendo notorietà in tutto il mondo: 
Tribunale di Genova, Girolamo Luxardo Privilegiata fabbrica Maraschino “Excelsior” contro Distilleria i Tvornica Likera Maraska, Padova 1965. 
Sull’attività della famiglia si veda inoltre: 
Alcuni cenni su di una tipica industria, Zara 1938. 
Luxardo N., Storia del Maraschino, Padova 1952. 
Luxardo N., Considerazioni sulle Marasche, Venezia 1962. 
Luxardo De Franchi Nicolò, I Luxardo del maraschino, Gorizia, Libreria Ed. Goriziana, 2004. 
 
Delle medaglie ad essi dedicate si occupa: 
Cessi F., I Luxardo da Zara a Padova, “Padova e la sua provincia”, 21 (1975), n.s., n. 9, p. 16-17.

Mandruzzato, Meneguzzi, Monterosso, Monticelli

Sull’opera di Salvatore Mandruzzato
Galvani G. A., Sulla vita e sugli scritti di Salvatore Mandruzzato P. P., Padova 1837. 
 
Sulla recente santa Liduina (Angelina) Meneguzzi (Giarre di Abano Terme 1901- Dire Dawa 1941) missionaria in Africa orientale: 
Morello I., Suor Liduina Meneguzzi delle Salesie di PadovaDalle terme fumanti alle sabbie infuocate, Padova 1961. 
[Altafini E.], Dall’ombra alla luce. Venerabile Liduina Meneguzzi, Padova [1996]. 
Brunello G., Permetti una domanda ? A colloquio con Suor Liduina Meneguzzi, Padova s.d. [2001]. 
Ravazzolo R. — Liuzzi P. — Scandellari L., Sulle vie della Carità. Suor Liduina Meneguzzi, Presentazione di Marco Cè, Padova 2002. 
Per glia tti canonici, si veda: 
Emilio da Cavaso, Fiamma ecumenica. La Serva di Dio Suor Liduina Meneguzzi, Postulazione per la Causa di beatificazione di Sr. L. M., Padova s.d. [1967]. 
Congregatio de causis Sanctorum, Canonizationis Servae Dei Liduinae Meneguzzi… Positio super virtutibus (P. n. 1068), Roma 1990. 
Congregatio de causis Sanctorum, Canonizationis Servae Dei Liduinae Meneguzzi… Relatio et vota congressus peculiaris super virtutibus die 14 novembris an. 1995 habiti (P. n. idem), Roma 1995. 
 
Sulle vicende del notaio padovano Antonio Monterosso, del quale il Tomasini nel suo Parnassus Euganeus, – specie di dizionario degli illustri scrittori e letterati viventi, uscito per le stampe nel 1647 – non esitò a registrarne il nome accanto a quelli di Galileo, del Tassoni, di G. B. Marino, di Gabriello Chiabrera, di Tomaso Campanella, anche il Fabris dedica ampio spazio. Su Antonio Monterosso, molto probabilmente nativo nell’omonimo paese euganeo, il Fabris pubblica un saggio breve dal titolo: Saggio d’una guida di Padova del Notaio Antonio Monterosso (1617 c. – 1672), in Fabris G., Cronache e cronisti padovani, Cittadella 1977, p. 221-231. Notevole fu veramente la sua attività nel campo degli studi di storia patria, anche se il nostro non ci lasciò per le stampe che una modesta biografia della b. Beatrice d’Este, con appendice storico-critica e col catologo delle abbadesse del monastero di Gemmola, già trasferito allora a S. Sofia di Padova (che prendeva il titolo di Trionfal Humiltà della b. donzella di Christo Beatrice d’Este fondatrice del monastero di Gemmola co’l catalogo delle Abbatesse di tempo in tempo e con alcune note historiche d’A.M.C.). 
II breve saggio biografico di Antonio Monterosso, dedicato alla nobil donna abbadessa Angela Boldù, portava, invece, la data del novembre 1649, mentre il De situ urbis Patavij, per quanto incompleta, è forse la più organica delle sue composizioni e nonostante la sua esigua mole, tale operetta si ricollega al Libellus de claris ornamentis di Michele Savonarola e al De situ urbis venetae di Marcantonio Sabellico, rientrando nella corrente umanistica, mentre per un altro aspetto, e specialmente per il suo carattere di praticità e pel criterio topografico scrupolosamente osservato, prelude alle guide settecentesche e alle moderne guide turistiche. 
 
Sul poeta e drammaturgo Carlo Monticelli: 
Briguglio L., I socialisti di Monselice e di Padova (Carlo Monticelli), in “Movimento operaio”, settembre-ottobre 1955. 
Civolani E., Monticelli Carlo, in Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico 1853-1943, a cura di F. Andreucci e T. Detti, III (K-N), Roma 1977, p. 566-571. 
Brunello P. — Di Paola P., Giuseppe Basso viceconsole di Ginevra e Carlo Monticelli note d’archivio (1880-1881), “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 11 (2001), n. 22, p. 55-75. 
Merlin T., Carlo Monticelli poeta e drammaturgo, Monselice 2001.

Moroni, Negri, Obizzi

Sulla figura del medico ottocentesco cav. Ferdinando Moroni abbiamo un opuscolo commemorativo edito a cura di: 
Carleschi e Steiner, In memoria del Cav. Ferdinando Dott. Moroni n. 4 Settembre 1815 m. 10 Ottobre 1885. Secondo trigesimo, Monselice 1885. 
 
Sulla figura di Guido Negri (1888-1916), giovane studente di lettere, laureatosi nel 1915 con una tesi sul rapporto tra scienza e fede in Giacomo Zanella, che fu tra i più attivi protagonisti dell’Azione Cattolica e del movimento cattolico padovano fino alla morte in battaglia sull’Altopiano di Asiago, si veda:  
Brazzale P., Profilo umano e spirituale di Guido Negri, Padova 2000. 
Daniele I., Guido Negri (1888-1916). Una sfida al secoletto vil che… paganeggia, Padova 1975. 
Da Fara L., Guido Negri un cattolico nel quotidiano, Roma 1985. 
Franceschini E., Lettere dell’on. Antonio Guariento, a cura di O. Zampieri, Este 1986. 
Ghibaudo G., Un capitano santo. Il dottor Guido Negri da Este caduto gloriosamente sul Monte Colombara il 27 giugno 1916. Memorie biografiche, Torino s.d. 
 
Sulla famiglia degli Obizzi 
La famiglia Obizzi è una delle più antiche di Padova. Originaria della Borgogna, si trasferì a Lucca e di qui venne a Padova nel 1285 un suo esponente come Podestà. Il ramo padovano però originò da Antonio Obizzi che nel 1422 sposò Negra de’ Negri, anch’essa d’antica famiglia padovana, ottenendo la cittadinanza e inglobando i beni e le cade dei Negri, divenute poi il Palazzo e il Teatro Obizzi in contrada del Duomo. Tra i molti suoi illustri Pio Enea (1525-1589) inventore dell’arma detta “obice” e fondatore del Catajo; il nipote Pio Enea II, il vero fautore della residenza a Battaglia; Letterato, uomo d’armi ma anche collezionista, Pio Enea dovette aumentare le raccolte d’armi e la biblioteca. Le raccolte furono poi seguite dagli eredi e allorché nel 1768 morì Ferdinando degli Obizzi il figlio Tommaso, allora  17enne restava unico erede di un vasto patrimonio. Descritto dai contemporanei come dedito al bere ed alle donne, il marchese si distinse anche per la cura delle collezioni motivate da una funzione celebrativa e rappresentativa: un tentativo di riproporre la magnificenza della nobile stirpe degli Obizzi. Resta l’eterogeneità delle raccolte, legate più ad un gusto “wunderkammer” che ad una mentalità moderna ed aggiornata con un interesse più spiccato per monete e medaglie. Consistente era il suo patrimonio alla morte avvenuta nel 1803. 
Per le notizie sulla famiglia e i diversi membri, si veda: 
Benacchio A., Pio Enea 2 degli Obizzi Letterato e Cavaliere, in “Bollettino del Museo Civico di Padova”, 4 (1901), n. 3-4, p. 61-72; 95-102; 123-130. 
Strazzabosco L., Carte delle famiglie Negri-Obizzi dell’Archivio di Stato di Padova (1130-1499). Trascrizioni integrali o ergesti, osservazioni e studi di storia medievale, tesi di laurea, Università di Padova, a. a. 1970-1971. 
Sesler L., Gli Obizzi. Pio Enea degli Obizzi, Pio Enea II degli Obizzi, in Immagini di storia. Personaggi e ambienti della zone Sud-Est di Padova, a cura di Antonio Elementi, Padova 1986. 
Zangheri I., Il teatro di villa di Ferdinando degli Obizzi (1701-1768), tesi di laurea, Università di Padova, a. a. 1990-1991. 
Zangheri I., Ferdinando degli Obizzi, commediografo dimenticato, in “Padova e il suo territorio”, 7 (1992), n. 38, p. 24-26. 
Zangheri I., L’evoluzione teatrale del marchese Ferdinando degli Obizzi, in “Padova e il suo territorio”, 8 (1993), n. 43, p. 28-31. 
Zangheri I., I lumi e l’esotismo nel teatro di Ferdinando degli Obizzi, in “Padova e il suo territorio”, 10 (1995), n. 55, p. 27-29. 
Zangheri I., Profilo di Ferdinando degli Obizzi, organizzatore e autore teatrale nell’età di Goldoni, estratto da “Atti dell’Istituto Veneto di scienze, lettere e arti, 153 (1994-1995), Classe di Scienze morali, lettere ed arti. 
Zangheri I., Riflessi della cultura illuministica nella commedia “I letterati” di Ferdinando degli Obizzi (1757), estratto dagli “Atti dell’Istituto Veneto di scienze, lettere e arti”, 155 (1996-1997), Classe di Scienze morali, lettere ed arti. 
Scalco L., Gli Obizzi ritrovati. In margine a nuove fonti documentali sull’illustre famiglia. Con regesto di documenti (1218-1449), Albignasego 1997. 
 
Sulla triste vicenda di Lucrezia degli Obizzi orribilmente trucidata: 
Brunelli B., La tragedia di Lucrezia degli Obizzi, Padova 1950. 
Gloria A, Lucrezia degli Obizzi e il suo secolo. Narrazione storica documentata, Padova 1853. 
Leoni C., Lucrezia degli Obizzi, Milano 1836. 
Una recente ricostruzione della vicenda abbiamo in: 
Peretti G., Lucrezia degli Obizzi. Il giallo del Seicento, Venezia 1994.

Olivi, Orsato, Paltanieri

Lettere di Giuseppe Olivi (1769-1795) Naturalista, a cura di C. Gibin, Conselve Edizioni Think ADV 2004 (Epistolario veneto), che raccoglie le testimonianze del naturalista chioggiotto, morto in giovane età , che fu molto legato alla sua terra (tanto da pubblicare a 23 anni la Zoologia Adriatica presso Remondini nel 1792) ma anche ai Colli Euganei e che fu in corrispondenza con scienziati italiani e stranieri. 
 
Dell’erudito e poeta Sertorio Orsato che fu anche podestà di Teolo (???) si occupa: Vedova G., Biografia degli scrittori padovani, Padova 1836, vol. II, p. 25-30 e per una sommaria conoscenza si veda: 
Volpi G., Vita del Conte Sertotio Orsato, premessa a Marmi Eruditi, ovvero Lettere sopra alcune iscrizioni, Padova 1719. 
Carbognin V., Sertorio Orsato, erudito padovano del secolo XVII, tesi di laurea, Università di Padova, Facoltà di Magistero, a. a. 1963-64. 
Selmin F., Testi pavani del ‘600: poesie inedite di Sertorio Orsato, “Atti e Memorie dell’Accademia Patavina di SS.LL.AA., Classe di Scienze Morali Lettere ed Arti85 (1972-73), p.te III, p. 261-292. 
 
Sulla celebre famiglia Paltanieri tra le più importanti di Monselice – che ebbe molteplici relazioni con S. Giacomo, prima ospedale e poi monastero, fin dalla sua fondazione – e sul cardinale Simone, si veda: 
Main A., Il cardinale di Monselice Simone Paltanieri nella storia del secolo XIII, in “Nuovo Archivio Veneto”, n.s., 39 (1920), p. 65-151. 
Zacchello G., Il cardinale Simone Paltanieri. Breve profilo biografico, in Monselice. Storia cultura e arte di un centro “minore” del Veneto, a cura di A. Rigon, Monselice 1994, p. 625-631. 
Per altre figure del monselicense come Angelo Main, intellettuale cattolico insegnante e storico, Angelo Galeno, l’avvocato deputato socialista perseguitato dal Fascismo, si veda: 
Valandro R., Angelo Main (1848-1937). Un protagonista dimenticato, Monselice 1993. 
Valandro R., Angelo Galeno uomo e socialista a cinquant’anni dalla morte, Monselice 1981. 
Ancora su Angelo Galeno e la sezione anarchica monselicense, si veda: 
Merlin T., Angelo Galeno e il socialismo veneto (1875-1918), “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 11 (2001), n. 22, p. 7-53.  
Merlin T., Angelo Galeno e il socialismo veneziano (1912-1924), Socialismo, anarchismo e sindacalismo rivoluzionario nel Veneto tra Otto e Novecento. Atti del Convegno Castello di Monselice 12 ottobre 2003, a cura di G. Berti, Padova, Il Poligrafo, 2004, (Carrubio, 4), p. 53-73. 
 
Lo stesso autore si sofferma anche su Angelo Borso, commediogfrafo: 
Merlin T., Angelo Borso poeta e commediografo monselicense, Monselice 2002. 

Papafava, Pasini, Pietro d’Abano

Sulla figura di Novello Papafava dei Carraresi, uomo di cultura e Presidente della RAI negli anni ‘60, e del quale è ancor vivo il ricordo nella gente di Rovolon e Cervarese negli anni in cui si occupò direttamente della conduzione delle campagne, vedi: 
Opocher E., Novello Papafava dei Carraresi (Padova, 1 giugno 1899 — Frassanelle, 10 aprile 1973), “Atti e Memorie dell’Accademia Patavina di SS.LL.AA., Classe di Scienze Morali Lettere ed Arti87 (1974-75, p.te I, p. 38-43, con bibliografia degli scritti pubblicata nel successivo volumea cura di E. Barile. 
Opocher E., Novello Papafava dei Carraresi, presentazione e note di G. Cenghiaro. Ricordo a cura del Comune di Rovolon, Padova 1976. 
Barile E., Bibliografia degli scritti di Novello Papafava, “Atti e Memorie dell’Accademia patavina di Scienze Lettere e Arti, Classe di Scienze Morali Lettere ed Arti”, vol. 89 (1976-77), p.te III, p. 49-69. 
Giusti J., Novello Papafava (1899-1973), in “Padova e la sua provincia”, giugno 1983. 
Federighi L., Novello Papafava fra liberalismo e cattolicesimo, con prefazione di G. Spadolini, Firenze 1991. 
Lazzarini L., Ricordo di Novello Papafava dei Carraresi, in “Padova e il suo territorio”, 9 (1994), n. 51, p. 20-23. 
Berti G., Da Caporetto a Vittorio Veneto nelle riflessioni di Novello Papafava, in Al di qua e al di là del Piave: l’ultimo anno della Grande Guerra, Milano 2001, p. 519-527 (in cui si tratta dell’esperienza militare di Novello Papafava — ragazzo del ’99 e tenente di artiglieria). 
Bobbio N., Ricordo di Novello Papafava, Padova 8 giugno 1983, “Bollettino n. 5” ???? 
 
Sulla gentildonna della stessa famiglia che dedicò la sua vita alla salvaguardia dei Colli Euganei: 
Monelli P., Ricordo di Lieta Papafava, “Padova e la sua provincia”, 22 (1976), n.s., n. 7, p. 22-23. 
 
Ancora sulla famiglia Papafava: 
Ceoldo P., Albero della famiglia Parafava nobile di Padova compilato con le sue prove, Venezia 1801. 
Vita dei due fratelli Co. Francesco e Co. Alessandro Papafava Antonini dei Carraresi, Padova 1890. 
 
 
Un profilo di un personaggio fuori del comune (Antonio Pasini nato a Solesino fu maestro, poeta vagabondo che molto viaggiò nell’alta Italia) è tracciato con una raccolta delle sue opere in: 
Selmin F., Il poeta vagabondo. La vita e l’opera di Antonio Pasini da Solesino, Sommacampagna 1995. Alcuni cenni sul suo matrimonio e l’attività di segretario comunale e maestro sono in: 
Marzari S., Veggiano. Frammenti di storia e vita quotidiana, Comune di Veggiano 2001, p. 116-119. 
 
Sulla figura del filosofo, medico e astrologo Pietro d’Abano – i cui trattati sono presentati in edizione critica curata da Gabriella Federici Vescovini (Pietro d’Abano, Trattati di astronomia, Padova 1992), citiamo solo: 
Tanfani G., Pietro d’Abano nell’evoluzione del pensiero scientifico moderno, “Boll. Ist. Stor. Ital. Arte San.” 1932, 2,4. 
Chelotti P.L., Pietro d’Abano, “Padova”, 7 (1933), n. 1, p. 3-17. 
Gaudenzio L., Pietro d’Abano, “Abano Terme. Notiziario dell’Azienda di Cura”, 8 (1956), n. 1, n. n. 
Zadro A., L’interesse per Pietro d’Abano nel nostro secolo, “Padova e la sua provincia”, 7 (1961), n.s., n 4, p. 27-31. 
Alessio F., Filosofia e scienza. Pietro da Abano, in Storia della Cultura Veneta, II, Il Trecento, Vicenza [1976], p. 171-206. 
Barcaro F. A., L’eretico Pietro d’Abano (medico o mago?), Vigorovea (PD) [1981]. 
Barcaro F. A., Dal testamento di Pietro d’Abano, “Il Montirone”, 23 (1984), n. 8, p. 17-18. 
Paschetto E., Pietro d’Abano medico e filosofo, Firenze 1984. 
Federici Vescovili G., Pietro d’Abano e gli affreschi astrologici del Palazzo della Ragione di Padova, “Labyrinthos, 9 (1986), p. 50-76. 
Federici Vescovini G., Il “Lucidator dubitabilium astronomiae” di Pietro d’Abano e altre opere scientifiche inedite, Padova 1988, Presentazione di E. Garin. 
Olivieri L., Pietro d’Abano e il pensiero neolatino. Filosofia, scienza e ricerca dell’Aristotele greco tra i secoli XII e XIV, Padova 1988 (Saggi e testi). 
Salmaso A., Pietro d’Abano filosofo, medico, scienziato, Conselve 1990. 
Barcaro F. A., Tre grandi europei del Trecento. Pietro d’Abano, Jacopo e Giovanni De’ Dondi dall’Orologio, Padova 1991. 
Fabris G. Le case di Pietro d’Abano, di Andrea Mantenga e dei Savonarola in Padova, in Fabris G., Scritti di arte e storia padovana, Introduzione di L. Lazzarini, Cittadella 1977 (Scrittori padovani, 2), p. 71-99. 
Si veda, inoltre, i contributi presentati nel vol. XI di “Medioevo” del convegno internazionale su “Primo Umanesimo e Filosofia a Padova: Lovato, Mussato, Rolando da Piazzola, Pietro d’Abano, Petrarca (Padova- ASbano, 26-29 settembre 1985). 
Sull’influenza del suo aristotelismo laico e dell’astrologia (che allora era intesa come studio scientifico degli astri e dei loro movimenti) cui si ispirò anche il ciclo pittorico del Palazzo della Ragione che rappresenta l’influenza degli astri sulla vita umana, si veda: 
Berti E., Filosofia, astrologia e vita quotidiana nella Padova del Trecento, in “Padua Sidus Praeclarum. I Dondi Dall’Orologio e la Padova dei Carraresi, s.l., Edizioni 1+1, 1989, catalogo della mostra, p. 17-28.

Romanato, Savonarola, Zabarella, Zanellato

Sulla figura di Giuseppe Romanato che fu autore nel 1971 della legge che chiuse le cave dei Colli viene ricordato in: 
Matteotti G. — Romanato G. P., I Colli Euganei sono il suo monumento, “Padova e il suo territorio” 9 (1994), n. 9, p. 50-51. 
 
Sul medico e prototipo di scienziato e umanista, curioso e versatile, Michele Savonarola, padovano al servizio della corte di Ferrara, si veda: 
Segarizzi A., Della vita e delle opere di Michele Savonarola, medico padovano del secolo XV, Padova 1900. 
Hyde J. K., Medieval descriptions of cities, “Bulletin from the John Rylands Library”,  48 (1966), p. 308-340. 
Pesenti Marangon T., Michele Savonarola a Padova: l’ambiente, le opere, la cultura medica, “Quaderni per la storia dell’Università di Padova”, 9-10 (1976-77), p. 45-102. 
Bortolami S., Michele Savonarola e il suo libello celebrativo di Padova, “Padova e il suo territorio”,  17 (2002), n. 100, p. 15-17. 
 
Molti contatti con i Colli e Praglia ebbe anche il Cardinale Francesco Zabarella. Su di lui si veda: 
Vedova G., Memorie intorno alla vita e alle opere del cardinale Francesco Zabarella padovano, Padova 1829, p. 123, 134-135 (per Praglia). 
Zonta G., Francesco Zabarella, Padova 1915. 
 
Sulla figura del soldato napoleonico e patriota Giacomo Zanellato il cui vero nome era Lunardi (Arquà P. 1786-1879), si veda: 
Leoni C.,  Il colonnello Giacomo Zanellato, “Rivista Europea”, 1873. 
In morte del Cavalier Giacomo Zanellato, a cura di G. Carleschi, Padova 1880. 
Badii G., Zanellato Giacomo, in Dizionario del Risorgimento Nazionale, vol. IV, Le persone, Milano 1937, p. 631. 
Rossetto F., Giacomo Zanellato, Monselice 1986 (Appunti di storia monselicense 1). 
Valandro R., un “eroe” senza aureola. Giacomo Zanellato (1786-1879), in Introduzione storica alla lettura della Carta Catastale del “Retratto del Gorzon”. Itinerari e Documenti per una storia della Bassa Padovana, Parte I, (Quaderni del Gruppo Bassa Padovana) Stanghella 1986, p. 265-316. Lo stesso autore vi dedica alcune pagine in: 
Valandro R., Padovanabassa, Stanghella (PD) 1987, p. 161-235.

Parroci e personaggi minori

Brevi cenni biografici sui parroci attivi nei Colli si trovano nel Bollettino Diocesano di Padova, mensile che inizia con l’anno 1915. segnaliamo alcune figure storiche: 21 (1936), p. 192 d. Bernardo Pertile, parroco di Teolo; 31 (1946), p. 251 d. Orazio Segato parroco di Castelnuovo. 
Un breve profilo biografico dell’abate don Giovanni Conti, che fu anche parroco di Cervarese si trova in  
Marzari S., Veggiano. Frammenti di storia e vita quotidiana, Comune di Veggiano 2001, p. 119-122. 
 
Di personaggi minori tratti dal vivere quotidiano tratta il mio 
Giorato S., A fulgure et tempestate. Aspetti di vita e mentalità di un villaggio dei Colli Euganei. Monterosso tra ‘700 e ‘900, Abano Terme 1999 che propone profili biografici tratti da fonti d’archivio di uomini semplici come: 
Il “timore et tremore” dell’indegno prete Giovanni Maria Monterosso oppure 
Il Parroco don Bartolomeo Monterosso 
La vertenza del “povero Villico” Benetto Monterosso 
la cavalla danese del medico-fisico Pietro Crivellari 
Lo strano caso del dottor Antonio Cerutti
Più approfondito il profilo culturale e pastorale del Parroco di Monterosso don Luigi (poi Gregorio per esser divenuto monaco a Praglia) Francesconi ricavato dai suoi appunti per le prediche della Domenica o per l’insegnamento del catechismo ai suoi parrocchiani. 
 
Una interessante genealogia familiare abbiamo in: 
Santi V., Di paese in paese. Origini, cultura e storia della nostra famiglia. Genealogia familiare 1547-2001. Di paese in paese le origini, le emigrazioni, la storia della nostra famiglia, con la collab. Di C. Santi, Presentazione di P. Galletto, Selvazzano Dentro 2001.
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