fare il bucato con la cenere

… e le ricette per il sapone

Dopo mancava il sapone, per esempio, sapone non ne trovavi e allora lo facevamo in casa, io mi ricordo che mia mamma faceva anche il sapone. Il bucato lo facevamo con la cenere, non con i detersivi, quello sempre, normale insomma, ecco… si metteva… prima si lavava la roba, acqua e sapone e dopo perché diventasse bianca, quella da bucato, diciamo, si metteva a strati in un mastello di legno e dopo si buttava… si metteva sopra un telo piuttosto fitto, a tessitura fitta e si buttava su acqua bollente e quando bolliva però si metteva dentro la cenere. La cenere si scioglieva, si buttava sopra, non passava la cenere perché c’era questo tessuto: bugaròlo, lo chiamavamo. Tessuto che prendeva bene, fino alle sponde del mastello e lì si lasciava finché si raffreddava, fino al giorno dopo. E dopo tirare fuori, risciacquare e mettere al sole… sistema… ma il sapone poi lo adoperi anche per lavarti, occorre, no… Allora io sentivo dire le
donne, così, amiche di mia mamma che si passavano le varie ricette: ‘Ma guarda che così viene meglio…’. E allora mi ricordo che mi mandava a prendere in farmacia… dunque: allume di rocca, talco, poi prendevano gli scarti di macelleria, grasso, no, perché ci vuole anche il grasso e poi non ti so dire più cosa. E facevano bollire questo marmittone e dopo lo versavano su uno stampo. Tagliavano quando cominciava a rapprendersi, tagliavano i pezzi e dopo lo lasciavano seccare, più secco era… ma non era un sapone buono da dire… Mi ricordo ancora: una volta aveva preso un fusto di quelli d’occasione, così, non so io, che era stato di nafta, di petrolio, non so di cosa, insomma… riutilizzato, riciclato, per dirti, no… e dopo aver accumulato tutta questa roba, pazientemente, tutti questi ingredienti, si è messa a fare questo sapone, no… Allora metti su questo barilotto, fuoco sotto e dai, avanti, perché doveva bollire, non so, adesso non mi ricordo esattamente. Ad un certo momento, si vede che il fondo che era stato stagnato… non era un recipiente da mettere sul fuoco, da sopportare un calore forte… si è staccato. Fortuna che noi eravamo… noi ci siamo messi a ridere, era una cosa… Mia mamma arrabbiata da morire che ci ha fatto scappare, perché perso tutto, capisci… Mi ricordo questo particolare […]”

Camilla 1924

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