olivo – bibliografia

Vite e olivo nei Colli

Coltura specializzata della vite associata all’olivo emerge come caratteristica delle unità poderali collinari nel Medio Evo: 
Collodo S., La proprietà cittadina nelle campagne padovane del Basso Medioevo. Il patrimonio di Sibilia Bonafari (1390-1421): I. Assetti aziendali e forme di conduzione, “Atti e Memorie dell’Accademia Patavina di Scienze, Lettere ed Arti, Classe di Scienze morali, Lettere ed Arti, 106 (1993-94), p.te III, p. 114-142. 
 
Esigenze liturgiche ed autoconsumo, oltre ai vantaggiosi guadagni che si potevano trarre sul mercato, hanno indotto Enti religiosi a rifornirsi direttamente di vino ed olio dai  grandi possessi che molti avevano in collina. Tra i molti enti ecclesiastici che avevano possedimenti nei Colli nel Trecento basti citare i monasteri e i conventi di San Francesco, di Santa Maria della Misericordia, di  Santa Maria dei Servi, di San Prosdocimo, di sant’Antonio, oltre al Capitolo della Cattedrale o monasteri più lontani come quello femminile di San Vito di Piove di Sacco (la notizia è tratta da Bortolami S, Il paesaggio euganeo ai tempi del Petrarca, in Francesco Petrarca e il Veneto. Atti del Convegno (Padova e Arquà Petrarca, 18-19 ottobre 2002), a cura di A. Alessandri, Ill. di A. De Rossi, Montemerlo 2003, p. 44). Uve e olive (pomelle) andavano lavorate in loco. Sul finire del Trecento, ad esempio, s’incontra una camara ubi fit oleum con due orne di legno e due torchietti appartenenti al monastero di Monte delle Croci, sopra Battaglia; un magazzino per produrre olio dei marchesi d’Este esisteva a Calaone. La produzione olearia, secondo Bortolami doveva toccare livelli ragguardevoli: il solo Francesco da Carrara nel 1370 ricava da 4 terreni affittati ad Arquà un censo di 160 libbre di olio, che il coltivatore doveva condurre direttamente alla casa padronale posseduta dal signore di Padova in paese.

Opere generali

Opere generali che meritano una consultazione: 
Pini A.I., Due colture specialistiche del Medioevo: la vite e l’olivo nell’Italia padana, in Medioevo rurale. Sulle tracce della civiltà contadina, a cura di V. Fumagalli e G. Rossetti, Bologna 1980, p. 119-138. 
Amouretti M.-C. – Comet G., L’ulivo e la sua storia, in La cucina e la tavola, Bari 1987, p. 241-257. 
Pini A.I., Vite e olivo nell’Alto medioevo, in “L’ambiente vegetale nell’Alto Medioevo”, I, Settimane di Studio XXXVII, Spoleto 1990, p. 329-370.

Olivicoltura nel Veneto

Uno sguardo generale sulla olivicoltura nel Veneto sotto il profilo storico abbiamo in: 
Ciriacono S., Olio ed Ebrei nella Repubblica Veneta del Settecento, Venezia 1975, che riporta anche una nota sugli oli nativi del padovano denunciati dai rispettivi Comuni nel 1787. 
E anche: 
Mattozzi I., Crisi, stagnazione e mutamento nello stato veneziano sei-settecentesco: il caso del commercio e della produzione olearia, “Studi Veneziani”, n.s., 4 (1981). 
 
Sull’importanza del centro commerciale di Patavium nel I secolo d. C. per la distribuzione dell’olio istriano, si veda: 
Mazzocchin S. — Pastore P., Nuove testimonianze epigrafiche sul commercio dell’olio istriano a Padova, “Archeologia Veneta”, 19-20 (1996-97), p. 151-176.

Contributi specifici sui Colli

Mannini P., L’olivicoltura nei Colli Euganei,  “Annuario della R. Stazione Bacologica di Padova”, 48 (1935), p. 801-818. 
Sinigaglia M., L’olivicoltura con particolare riferimento ai Colli Euganei, tesi di laurea, Università di Padova, a. a. 1952-53. 
Bisaglia O., Stato attuale e possibilità future della coltura dell’olivo sui Colli Euganei, tesi di laurea, Università di Padova, a. a. 1957-58. 
Carrari C., Osservazioni sui dati desunti dalle documentazioni sulle colture del frumento, della vite e dell’olivo in una località dei Colli Euganei, dipartimento, Vangadiciense, Badia Polesine, 11, 1982, 331-345 del Sodolino. (citazione oscura: verificare) 
Ferasin M. — Tonutti P., L’olio di oliva dei Colli Euganei, “L’Informatore Agrario” 1996, n. 4, ??? 
Olivo. Ecologia e filosofia di un albero. Atti del Convegno tenuto ad Abano Terme il 19 gennaio 1996, a cura di M. Ferasin, Este 1996, con interventi, nello specifico del tema, del prof. Antonio Todaro (L’olivo nei Colli Euganei tra storia e leggenda), e del prof. Pietro Tonutti (L’olivicoltura dei Colli Euganei e la qualità dell’olio). 
 
Una memoria sull’olio troviamo nel brano intitolato El pestrin in Valandro R., Incontro con Arquà Petrarca, Conselve 1974, p. 44-47, dove si parla del bravo potatore Emilio Todaro — detto Milio Moreto — e della ganzega che si faceva per Natale dopo che alla raccolta di novembre avevano partecipato in aiuto i vicini e con i quali si festeggiava, appunto, con bigoli in salsa e baccalà, oppure renga, il tutto condito con l’olio di oliva novello.
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