Il legame tra Petrarca e Arquà
Fu il legame con Jacopo e con Francesco Novello Da Carrara a portare nel paese il Petrarca. Il poeta ricevette in dono da Jacopo alcuni terreni in Arquà (1351) e qualche anno dopo, nel 1360, Petrarca tornò di nuovo, ospite dei Padri Eremitani di Sant’Agostino di Padova che gli fecero dono di una piccola casa di loro proprietà posta in un “campo e mezzo” di terra che il poeta acquistò. Ma fu negli ultimi anni della sua vita che egli decise di stabilirsi ad Arquà nella piccola casa “cinta da olivi e da alcune vigne, più che sufficiente per una famiglia non numerosa e di modeste esigenze”. Qui il poeta morì nella notte del 18 luglio 1374.
Gli studiosi concordano nel fatto che non sono ascrivibili ai Colli Euganei nessuno dei componimenti del grande poeta, anche se giustamente il Baldan, nel suo saggio sulla rappresentazione letteraria dei Colli, suggerisce come molti passi del Canzoniere abbiano l’aria di ispirarsi al paesaggio collinare euganeo, forse anche per via di una accentuata somiglianza tra il nativo paesaggio toscano e quello euganeo. Un paesaggio conforme al tono della sua poesia soave e melanconica — notava prima ancora il Callegari (nella sua prefazione alla Guida per il forestiere del 1941). Concreti riferimenti alla realtà collinare si trovano soltanto tra le righe di qualche tarda lettera. Dei nostri Colli il Petrarca parla per la prima volta in una spedita da Pavia il 20 giugno (del 1369, secondo il Billanovich) all’amico Moggio di Parma. In questa, la XLVI delle Variarum, egli a un tratto, entusiasta, esclama: “Se solo potessi mostrarti il secondo Elicona che per te e per le Muse ho allestito nei Colli Euganei! Penso proprio che di lì non vorresti mai più andartene“. Qualche accenno, poi, abbiamo nelle Seniles: di particolare importanza la lettera al fratello Gherardo in cui, sempre esprimendosi in latino, il Petrarca comunica di essersi costruito “una graziosa casetta cinta da un uliveto e da una vigna” (XV, 5).
Il corpo del poeta fu sepolto, per volere del genero, in un’urna simile ad un sarcofago paleocristiano posto nel sagrato della chiesa. La casa, che conserva alcuni cimeli relativi alla vita del poeta (la sedia moresca, la scrivania, la famosa gatta imbalsamata, e un album che contiene le firme degli illustri visitatori) divenne meta di un continuo pellegrinaggio. Negli anni a venire la fama del luogo e la piacevolezza del paesaggio fecero sì che costruissero le loro residenze di villeggiatura anche alcune delle più illustri famiglie veneziane e padovane come i Contarini, i Pisani, Beolco, Badoer e Zabarella.
La casa del poeta
Che Arquà divenga nel corso del ‘500 una sorta di San Giacomo di Compostella letterario e laico lo sostenne Arturo Graf (vedi: Graf A., Attraverso il Cinquecento, Torino 1881, p. 89) in un suo noto lavoro sul Cinquecento. Ma la fama universale del villaggio e il devoto pellegrinaggio era stato propiziato già dal Boccaccio. Questi infatti, nel rispondere commosso alla lettera del genero del Petrarca che gli annunciava la morte del grande poeta, tesse gli elogi del paese che avrà in sorte la notorietà nel mondo legata al ricordo del sommo poeta. (Epistola a Francesco da Brossano del 3 novembre 1374, in Boccaccio G., Epistole, a cura di P. G. Ricci, Milano-Napoli 1965, pp. 1240-1257).
Balduino Armando, Periferie del petrarchismo¸ a cura di Beatrice Bartolomeo e Attilio Motta, presentazione di Manlio Pastore Stocchi, Roma-Padova, Antenore, 2008 (Ente Nazionale F. Petrarca, Studi sul Petrarca, 36), con particolare riferimento al saggio: Luoghi della memoria: i fans di Petrarca ad Arquà.
Il volume raccoglie alcuni studi, tra la vastissima attività di ricerca di Armando Balduino, che presentando le origini e le radici padovane e venete del petrarchismo, si occupa anche di presentare le vicende del rapporto tra i cultori del Petrarca e il luogo in cui il peta trascorse gli ultimi anni della sua esistenza, morendovi il 18 luglio del 1374. I primi nomi che compaiono in questa vicenda sono, ancora una volta, quelli di letterati padovani e veneti: il già ricordato Giovanni Dondi dell’Orologio, autore di un sonetto scritto in occasione di una visita al sepolcro del cantore di Laura; come pure il padovano Marco Businello, autore a sua volta di testi in lode dell ‘ «arca di marmo” che racchiude le venerabili spoglie di Petrarca. E di «venerazione per i luoghi e le materiali reliquie” petrarchesche, con riferimento anche agli autografi dell ‘ autore, parla in effetti Balduino, sottolineando ancora una volta come questo culto del poeta contribuisca a spiegare le ragioni della precoce affermazione in area veneta del petrarchismo, con autori più o meno importanti come il veneziano Marco Piacentini, fanatico imitatore dei Rerum vulgarium fragmenta, i padovani Domizio Brocardo e Niccolò Lelio Cosmico, o il riminese Giovanni Aurelio Augurelli, attivo prin- cipalmente tra Padova, Venezia e Treviso, amico e prezioso collaboratore del Bembo. Queste, però, sono solo le premesse di un discorso che si concentra poi sull’ analisi e la valutazione, secondo una prospettiva più socio-culturale che letteraria, dei due più antichi «Album dei visitaton di Arquà”, che comprendono le testimonianze scritte lasciate dai visitatori della casa di Petrarca dal 1788 al 1833.
Che l’ultima dimora del poeta fosse ormai divenuta un luogo simbolico degno di particolare devozione per i letterati italiani dimostrano due celebri sonetti di Vittorio Alfieri scritti in occasione della visita del 1783; come pure il celebre e fondamentale episodio dell’Ortis di Ugo Foscolo, che proprio durante il “pellegrinaggio’ ad Arquà fa in modo che Jacopo e Teresa riconoscano definitivamente di essere legati da un profondo sentimento d’ amore. Ma i libri dei visitatori gettano luce piuttosto su un fenomeno di costume di altra natura, non meramente letterario. A lasciare traccia sulle carte di questi manoscritti sono per lo più donne e uomini del tutto comuni, che affidano però spesso a testi in versi il ricordo della loro visita. Testi preparati per lo più in prece- denza e che, per quanto privi di qualsiasi valore letterario, dimostrano una «complessiva tenuta” sul piano tecnico-formale. Di qui un’interessante osservazione di Balduino circa il modello di istruzione dominante nelle scuole del Settecento e di buona parte dell’Ottocento, in cui gli esercizi di “bello scrivere”, anche in versi, consentivano a qualsiasi liceale al termine degli studi di comporre sonetti, ottave, odi, terzine sostanzialmente corrette dal punto di vista metrico. E forse proprio il dominante ricorso alla versificazione da parte di moltissimi visitatori comuni e ignoti spiega, come osserva Balduino, la «ritrosia di poeti ben più dotati, e magari già di chiara fama», che non si degnano di mischiare i loro versi a quelli della massa di dilettanti. Ancora, dall’analisi dei due Album si rileva come per il. «pubblico medio» .dei “pellegrini” di Arquà spesso la visita sia un’ «occasione atta a dar voce agli sfoghi personali, o appaia addirittura programmata per tutt’altre motivazioni». Ecco allora che il messaggio affidato alle carte del libro dei visitatori esprime di volta in volta un solenne giuramento di fedeltà all’ amata o il ricordo devoto in morte della moglie, o ancora i lamenti degli amanti traditi. Ma non mancano testi di tutt’altro tenore, per nulla sentimentali, come quelli di un libraio padovano che ringrazia Petrarca perché proprio alla vendita delle sue opere egli deve la sua fortuna economica. Insomma, come conclude Balduino, anche l’analisi di documenti di questo genere consente di fare storia della cultura, di comprendere meglio, osservandola dal basso, una civiltà, magari attraverso lo studio di un caso così interessante di «divismo letterario, eccezionale tanto per durata quanto per intensità».
Sulla casa del Petrarca, che diverrà la meta di questo viaggio, riassumiamo qui alcune informazioni tratte da:
Casa (La) di Francesco Petrarca ad Arquà, a cura di M. Magliani, Milano 2003 (Guide Skira).
La prima testimonianza del “devoto” pellegrinaggio alla casa di Arquà si deve al medico padovano Giovanni Dondi Dall’Orologio (1318-1389) — uno dei più cari amici del poeta — il quale compose il sonetto In occasione della visita al sepolcro di Francesco Petrarca ad Arquà.
Al 1433 risale il ricordo della tomba del poeta eretta nel sagrato della pieve dell’umanista e generale dei camaldolesi Ambrogio Traversari. Nel 1474 abbiamo la menzione del giovane Marin Sanudo nel suo Itinerario per la Terraferma veneziana. Nel ‘500 una prima descrizione della casa troviamo nell’opera manoscritta di Giovanni Battista Carogna — Racconto della guerra fatta da Carlo V contro i ribelli della Germania — che si recò tre volte in visita ad Arquà favorevolmente impressionato dalla natura rigogliosa e dall’ambiente bucolico. Una descrizione ancor più precisa della casa troviamo nel dialogo Il petrarchista di Ercole Giovannini, poeta bernesco morto nel 1591 la cui opera fu pubblicata solo nel 1623 dall’editore veneziano Barezzo Barezzi. Arquà è anche lo scenario del Petrarcha spirituale del francescano Girolamo Malipiero che rivisitò il testo petrarchesco in chiave spirituale e teologica.
Può considerarsi la prima guida della casa l’opera di Giacomo Filippo Tomasini Petrarcha redivivus, pubblicata a Padova nel 1635, che ci dà una ricostruzione della vita del poeta insieme ad una veduta della pianta della casa, così com’era stata trasformata dagli interventi cinquecenteschi del Valdezocco e dai Gabrielli nei primi anni del ‘600.
Uscì nel 1797 l’opera di Giovanni Battista Zaborra — Petrarca in Arquà — con incisioni di Francesco Bellucco e nel 1831 Una visita in Arquà, una guida illustrata di Pietro Chevalier. Nel 1876 la casa divenne proprietà del Comune di Padova e nel 1878 vi fu solennemente inaugurato il museo petrarchesco curato da Stefano Piombin, abate di Monselice e devoto del Petrarca. Dall’inizio del Novecento la custodia è affidata alla stessa famiglia Trentin. Da segnalare ancora come nel 1990 la casa fu sede di una pregevole mostra bibliografica sulla fortuna editoriale delle opere del Petrarca, realizzata usando gli esemplari della Raccolta Petrarchesca della Biblioteca Civica di Padova, una delle più ricche collezioni delle opere del poeta al mondo.
Ritornando sui rapporti tra Giovanni Dondi e il Petrarca, essi furono sempre contrassegnati da reciproca affezione, nonostante una garbata polemica tra di loro circa alcuni consigli dietetici che il medico Dondi intendeva impartire all’amico e paziente.
Di tale polemica ci resta testimonianza in due lettere Senili del Petarca (XII, 1-2), che riprendono, un po’ scherzosamente, le sue antiche prevenzioni contro i dottori. La questione è ripresa ampiamente in:
Wilkins E.H., Vita del Petrarca, a cura di R. Cesarani, Milano, Feltrinelli, 1964, p. 291 e sgg;
Dotti U., Vita di Petrarca, Roma-Bari, Laterza 1987, p. 412;
Petrarca F., Epistole autografe, Introduzione, trascrizione e riproduzione a cura di A. Petrucci, Padova, Antenore, 1968.
Le lettere del Dondi si leggono in :
Bellemo V., Jacopo e Giovanni ‘de Dondi dall’Orologio. Note critiche con le rime edite ed inedite di Giovanni Dondi ed altre aggiunte, Chioggia, 1984, p. 293-310.
Sul sepolcro di Arquà il Dondi dettò poi il commosso sonetto Nel summo cielo con eterna vita, dal quale si è soliti far risalire la glorificazione del poeta toscano post mortem e la prima indicazione in lui di un preciso modello culturale. Sull’argomento cfr.:
Medin A., Il culto del Petrarca nel Veneto fino alla dittatura del Bembo, “Nuovo Archivio Veneto”, 8/2 (1904), p. 421-465.
Riepiloghiamo le opere a cui si è fatto riferimento:
Malipiero G., Il Petrarca spirituale, Venezia 1536.
Giovannini E., Il Petrarchista, in Li due Petrarchisti, Venezia 1623 (con Il Petrarchista di N. Franco).
Tomasini G. F., Petrarcha redivivus, Padova 1635 (anche Venezia 1601).
Zabborra G. B., Petrarca in Arquà. Dissertazione storico-scientifica, Padova, nella Stamperia del Seminario, 1797, coi ritratti del Petrarca e di Laura e con 6 tavole rappresentanti il monte, la chiesa d’Arquà, la casa del Petrarca (opera di Francesco Bellucco).
Gloria A., Documenti inediti intorno al Petrarca con alcuni cenni della casa di lui in Arquà e della reggia dei Da Carrara in Padova, Padova, Prem. tip. alla Minerva, 1878.
Petrarca Padova e il Veneto
Il Petrarca — per via dei suoi soggiorni a Padova, Venezia — ebbe un “culto” diffuso in area veneta. Proponiamo qui alcuni contributi collegati alla permanenza del poeta nel Veneto:
Medin A., Il culto del Petrarca nel Veneto fino alla dittatura del Bembo, “Nuovo Archivio Veneto”, II, 8 (1904), p. 421-465.
Lazzarini L., La cultura delle signorie venete e i poeti di corte, in Storia della cultura veneta, 2, Il Trecento, p. 477-516.
Mann N., Petrarca e la cancelleria veneziana, in Storia della cultura veneta, 2, Il Trecento, p. 517-535.
Pastore Stocchi M., La biblioteca del Petrarca, in Storia della cultura veneta, 2, Il Trecento, p. 536-565.
Francesco Petrarca e il Veneto. Atti del Convegno (Padova e Arquà Petrarca, 18-19 ottobre 2002), a cura di A. Alessandri, Ill. di A. De Rossi, Montemerlo 2003, apre con l’orazione di Giosuè Carducci del 18 luglio 1874; seguono i saggi:
Bortolami S, Il paesaggio euganeo ai tempi del Petrarca, p. 25-56;
Capovilla G., Petrarca e la poesia per musica nel Trecento, p. 57-71;
Ronconi G., Petrarca e la difesa della poesia, p. 73-90;
Mandruzzato E., Petrarca o la nascita segreta dell’umanesimo, p. 91-102;
Alessandri A., Francesco Petrarca a Padova e Arquà, p. 103-107.
Pastore Stocchi Manlio, Petrarca e l’ambiente veneto, in Petrarca e l’Umanesimo. Atti del Convegno di Studi (Treviso 1-3 aprile 2004), a cura di Giuliano Simionato, Ateneo di Treviso, 2006. Svoltosi presso la Casa dei Carraresi il convegno ha inteso richiamare il legame di Treviso col Petrarca. Il saggio introduttivo però di Pastore Stocchi, è incentrato sulla scelta padovana fatta dal poeta per via dell’affetto di principi e di cittadini più che altrove sensibili al prestigio del sapere umanistico e della poesia.
Sul soggiorno padovano del poeta, si veda anche:
Billanovich G., Petrarca e Padova, Padova 1976.
Daniele A., Una giornata del Petrarca a Padova, “Padova e il suo territorio”, 16 (2001), n. 90, p. 38-40.
Fabris G., La casa canonicale di Francesco Petrarca a Padova, in Fabris G., Scritti di arte e storia padovana, Introduzione di L. Lazzarini, Cittadella 1977 (Scrittori padovane, 2), p. 45-56, pubblicato anche ne “Il Veneto scolastico”, bollettino mensile del r. Provveditorato agli studi di Venezia, 4 (1926-27), fasc. 24, p. 253-258.
Floriani G., Francesco Petrarca. Memorie e cronache padovane, Padova 1993.
Malmignati A., Petrarca e Padova, Venezia ed Arquà, con documento inedito, Padova 1874.
Il mito del Petrarca
Rappresentazioni letterarie
Sarà il Romanticismo a rinnovare il mito di Arquà e indubbiamente uno dei momenti principali della predilezione per la residenza petrarchesca sarà l’Ortis foscoliano. Sulle famose pagine del Foscolo dedicate agli Euganei, tratte da Le Ultime lettere di Jacopo Ortis, si rinvia alla scheda relativa alla rappresentazione letteraria dei Colli. Tra la ricca letteratura dedicata ai Colli Euganei, annotiamo qui i diretti riferimenti ad Arquà.
Lord Byron visitò Arquà nell’aprile del 1817 (come si evince dalle sue notazioni contenute in Letters and journals, London 1981, 5, 1816-1817, p. 217) e che ispirarono il canto IV de Il pellegrinaggio del giovane Aroldo, Firenze 1874, p. 372-375. Il brano è anche riportato in:
Byron G., Arquà Petrarca , da Childe Harold, “Padova” 6 (1932), n. 2, p. 17.
Di poco precedenti a queste, una testimonianza della devozione al poeta abbiamo in:
Bettinelli S., Opere edite e inedite in prosa e in versi, VI, Venezia 1799, p. 40-180, che contiene alcuni brani in forma di Dialogo composti in occasione della piantagione di un alloro solennemente in Arquà dal sig. Cav. Zulian ristoratore della Casa del Petrarca con l’intervento di molti letterati, tra i quali l’abate Sibilliato, professore d’eloquenza, che avrebbero ornata la festa coi loro componimenti. Per l’occasione il Bettinelli compose questi Dialoghi tra Amore e il Petrarca. Da segnalare che il Girolamo Zulian — che ebbe la casa in affitto dalla famiglia Dottori — si pose quale custode della memoria del poeta e introdusse l’uso dei registri delle firme per i visitatori a partire dal 1787.
Il Tommaseo, prendendo spunto dai meriti del Conte Carlo Leoni che si era preoccupato del restauro della tomba del poeta ad Arquà, procede ad una testimonianza visiva del paesaggio euganeo che per la spontaneità assomiglia ad una pittura en plein air:
Tommaseo N., I meriti del Conte Carlo Leoni, in Bellezza e Civiltà, o delle Arti del Bello sensibile, Firenze 1857.
Una gustosa rappresentazione di Arquà – che osserva il costume dei contadini, descrive il pranzo a base di vino e pollo, racconta del sonnellino pomeridiano del Parroco – abbiamo nel racconto di taglio realista del romanziere americano Howells (1837-1920) che fu console a Venezia dal 1860 al 1865:
Howells W. D., Pellegrinaggio alla casa del Petrarca in Arquà, riportato in “Padova”, 3 (1957), n. 4/5, p. 3-13, con nota introduttiva e versione dall’originale di G. Vaccari.
Ancora ispirato al Petrarca, e molto più vicino a noi, un passo di Domenico Starnone, Il braccio del Petrarca, tratto da
Starnone D., Segni d’oro, Milano 1996 (Universale Economica Feltrinelli) e riportato in Brugnolo S. — Gobbi P. — Pettenella A., Di pensier in pensier, di monte in monte. Testi letterari dedicati ai Colli Euganei da sfogliare in quattro passeggiate, Sommacampagna (VR) 2001, p. 122-126, dove si rivisita in chiave ironica e disincantata la tradizione letteraria euganea.
Ispirato al Petrarca è anche il lavoro letterario di uno studioso ed esegeta delle opere del poeta:
Santagata M., Il copista, Palermo 2000, dove si immagina lo svolgersi di una giornata padovana del Petrarca (si riferisce al 13 ottobre 1368) che si snoda come bilancio della vita e dell’opera. Il racconto è recensito in:
Daniele A., Una giornata del Petrarca a Padova, “Padova e il suo territorio”, 16 (2001), n. 90, p. 38-40.
Contributi comparsi nell’800
Ricchissima la bibliografia sul paese di Arquà con riferimento al suo illustre concittadino. Pare doveroso cominciare un itinerario bibliografico sul tema ancora una volta dalle opere di Adolfo Callegari:
Callegari A., La Casa del Petrarca in Arquà ed il suo ultimo restauro, “Atti e Memorie della R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti in Padova”, 41 (1925), anche in versione estratta, Padova 1925.
Callega ri A., Arquà e il Petrarca. Piccola guida illustrata per il forestiere, Padova 1941.
Alcuni altri suoi interventi sono di dimensioni più contenute ma non meno preziosi:
Callegari A., Arquà del Petrarca, “Padova”, 4 (1931), n. 5, p. 20-24.
Callegari A., Visita alla casa del Petrarca, “Ecclesia”, 12 (1953), n. 12.
1. Contributi comparsi nel corso dell’800
Buzzaccarini F., Circa la casa, la tomba e le reliquie del Petrarca in Arquà, in Per nozze Rasi — Mioni, Padova 1891.
Casa (La) e il sepolcro del Petrarca in Arquà, Venezia 1827, dove sono raccolte alcune poesie che si leggevano sulle pareti interne e sui codici conservati dallo zelante arciprete di Arquà; si riporta il Sonetto di Vittorio Alfieri, brani del Cesarotti, di Felice Dianin e molti altri.
Casa (La) e la tomba del Petrarca, “Strenna piemontese”, 1 (1838), p. 96-100.
Cittadella G., Petrarca a Padova e ad Arquà, in Padova e Francesco Petrarca nel Quinto Centenario della sua morte, Padova 1874.
Codice (Il) d’Arquà, ovvero il registro delle note fatte dai concorrenti ed ammiratori del Petrarca che visitarono il delizioso Colle di Arquà, la tomba e la casa del gran cantore di Laura, Padova 1810.
Conti A., Casa del Petrarca, in Arquà, “Roma Letteraria”, 3 (1895), n. 20, p. 458-459.
Fanzago Fi., Fotografia di Padova nel 1855, Padova s.d., a p. 64 si trovano alcuni cenni sul restauro della tomba del Petrarca operato a spese del Cav. Leoni nel 1843 e circa alla costa maggiore levata in detto anno e poi ricollocata nel sarcofago l’anno 1855.
Gloria A., Documenti inediti intorno al Petrarca con alcuni cenni della casa di lui in Arquà e della Reggia dei Da Carrara in Padova, Padova 1878.
Macola E., I codici di Arquà dal maggio 1788 all’ottobre 1873, Padova 1874.
Malmignati A., Petrarca e Padova, Venezia ed Arquà, con documento inedito, Padova 1874.
Meneghelli A., Pochi cenni intorno alla ristaurazione della tomba di Petrarca, Padova 1843, contiene anche il prospetto dello stato delle ossa di Petrarca nel 28 maggio 1843.
[Piombin S.], Discorso dell’Ab. Cav. Stefano Piombin letto il 18 luglio 1878 nella solenne inaugurazione del Museo Petrarchesco in Arquà, Monselice 1878.
Moschetti A., La violazione della tomba di Francesco Petrarca nel 1630, “Atti e Memorie dell’Accademia patavina di scienze lettere ed arti – Atti e Memorie”, 15 (1899), p. 231.
Contributi comparsi nel ‘900
Contributi comparsi nel corso del ‘900
Ansaldo G., La devota del Petrarca (Maria Trentin), “Il Tempo”, 21 (1959), n. 44, p. 18.
Bellinati C. – Fontana L., Arquà e la casa di Francesco Petrarca. Con guida breve e itinerari sui Colli Euganei, Padova 1988.
Bellinati C., E’ di Francesco Petrarca la committenza del polittico di Arquà?, “Atti e Memorie dell’Accademia Patavina di Scienze, Lettere ed Arti, Classe di Scienze morali, Lettere ed Arti, 101 (1988-89), p.te III, p. 31-34.
Biasuz G., Lo “humour” del Petrarca, “Padova e la sua provincia”, 17 (1971), n.s., n. 2, p. 14-18.
Billanovich G., Petrarca e Padova, Padova 1976.
Bolisani E., L’ultima epistola padovana del Petrarca al Boccaccio, “Padova”, 1956, n. 10, p. 3 sgg.
Bolzonella M., 19 luglio. Anniversario della morte di Francesco Petrarca, “Città di Padova. Rivista del Comune”, 3 (1963), n. 3, p. 33-35.
Brunetta G., John Ruskin e la casa del Petrarca in Arquà, “Città di Padova. Rivista del Comune”, 2 (1962), n. 2, p. 11 sgg.
Callegari A., Il busto del Petrarca sulla tomba di Arquà, “Dedalus”, 1921, p. 723-729.
Carraroli A., Alla tomba del Petrarca. Discorso, Legnago 1909.
Casa (La) di Francesco Petrarca ad Arquà, a cura di M. Magliani, Milano 2003 (Guide Skira)
Cerchiari G. L., Ricordo del Petrarca. Notizie, curiosità, cenni sull’ultima dimora del Poeta in Arquà, [con due cartoline illustrate], Padova 1904.
Cerchiari G. L., Le vicende della tomba del Petrarca in Arquà, in Padova e Francesco Petrarca nel quinto centenario della sua morte, Padova 1874, p. 75-76.
Cerreta F., La Tombaide: alcune rime inedite sur un pellegrinaggio petrarchesco ad Arquà, “Italica”, sept. 1958.
Di Sales G., Omaggio a Petrarca, Torino 1966.
Flamini F., Presso la tomba di Arquà, Roma [1904], Estr. dal fasc. di luglio 1904 della “Rivista d’Italia”.
Foresti A., Aneddoti della vita di F. Petrarca, Padova 1974.
Franciscus. Francesco Petrarca ad Arquà, Catalogo della Mostra, Padova 1990, in cui si segnala Benettin M., La casa del Petrarca ad Arquà, p. 31-37.
Gaudenzio L., Passeggiata petrarchesca sui Colli Euganei, in Gaudenzio L., Terra veneta, Torino 1954, p. 21-27.
Gemellaggio Arquà Petrarca Fontaine De Vaucluse 11 Aprile 1963. Discorsi vari, “Padova”, 9 (1963), n. 6, p. 3-16.
Gorlato A., Arquà ultimo soggiorno del Petrarca, “L’Universo”, 51 (1971), n. 4, p. 939-952.
Itinerari con Francesco Petrarca, Testo di G. Frasso, Premessa di G. Billanovich, Fot. Di L. Capellini, Padova 1974, in occasione del VI centenario della morte del Petrarca.
Limentani A., L’amicizia fra il Petrarca e i principi di Carrara, “Padova”, 1937, n. 3, p. 20 sgg.
Mentasti P., La zona petrarchesca negli Euganei, “Padova. Rassegna mensile del Comune” 11 (1938), n. 12, p. 7-11.
Montobbio L., Arquà al tempo del Petrarca, “Bollettino del Museo Civico di Padova”, 62 (1973), p. 143-268, anche in estratto, Padova 1979.
Moschetti A., Elementi e forme per la ricostruzione di uno studiolo padovano trecentesco alla Mostra Regionale di Roma del MCMXI, “Bollettino del Museo Civico di Padova”, 13 (1910), n. 4-6, p. 136-160, dove si parla dell’armadio e della sedia del Petrarca ad Arquà e dell’antico camino del castello di Monselice.
Moschetti A., Gli oggetti relitti da F. Petrarca nella casa di Arquà, in Parma e Francesco Petrarca. Atti del Convegno Petrarchesco, 9-10 maggio 1934, Parma 1934.
Nogara G., Il poeta di Laura è geloso di Arquà, “Città di Padova. Rivista del Comune”, 3 (1963), n. 6, p. 17-18.
Ossa (Le) di Francesco Petrarca, “Padova e la sua provincia”, 16 (1970), n.s., n. 10, p. 36-37 (che tratta del ritorno dei resti mortali del Petrarca ad Arquà dopo che erano stati allontanati durante la guerra per via della “Linea Veneta” che i tedeschi costruirono e che toccava anche il sud degli Euganei).
Ronconi G., I libri del Petrarca in mostra ad Arquà, in “Padova e il suo territorio”, 5 (1990), n. 24, p. 34-36.
Ronconi G., Il Petrarca ad Arquà, “Padova e il suo territorio”, 9 (1994), n. 52, p. 14-17.
Sambin P., Note sull’attività politico-diplomatica di Ildebrnadino Conti, amico del Petrarca, “Archivio Veneto”, s. v, 46-47 (1950), p. 16-44. Il Conti era congiunto del cardinale Napoleone Orsini e dal 1319 vescovo di Padova.
Sambin P., Nuove notizie su eredi e discendenti del Petrarca, “Atti dell’Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti”, 110 (1951-52), p. 255-266.
Sambin P., Un amico del Petrarca: Ildebrandino Conti e la sua attività spirituale e culturale, in Studi di storia padovana e veneta, a cura di P. Sambin, F. Seneca e M. Cessi Drudi, Venezia 1952 (Miscellanea di studi e memorie della Deputazione di storia patria per le Venezie, 8, pt. I), p. 1-57.
Scandaletti P., Arquà e Valchiusa gemelle nel nome del Petrarca, “Città di Padova”, 3 (1963), n. 2, p. 60-61.
Selvatico Estense D., Una parola del Petrarca: la sua casa di Arquà, “Padova”, 1959, n. 6, p. 30 sgg.
Stanza (La) da studio del Petrarca a Roma nel 1911, “Padova e la sua provincia”, 18 (1972), n. 2, p. 45-47.
Toffanin G. jr., I codici di Arquà, “Città di Padova. Rivista del Comune”, 3 (1963), n. 5-6, p. 26 sgg.
Valeri D., Arquà del Petrarca, “Padova” 9 (1935), n. 7-8, p. 34-36.
Vasoin G., Il Petrarca e i Carraresi tra Padova ed Arquà, in “Padova e il suo territorio”, 6 (1991), n. 30, p. 22-23.
Petrarca e l’agricoltura
Della predilezione del Petrarca per l’agricoltura, gli orti e i giardini, si occupano:
Biasuz G., Il Petrarca orticoltore, “Padova e la sua provincia”, 18 (1972), n.s., n. 1, p. 3-9; l’articolo rinvia al saggio Petrarque jardinier del P. De Nolhac che fu poi inserito nel secondo volume della sua opera classica Petrarque et l’humanisme, Paris 1907, Excursus II, Petrarque jardinier, p. 259-268, 2° vol. Lo stesso autore aveva trattato il tema in:
Nolhac P. de, Pétrarque et son jardin d’après ses notes inédites, “Giornale storico della letteratura italiana”, 9 (1887), p. 404-414.
Si veda anche:
Cardini F. — Miglio M., Il giardino del Petrarca, in Cardini F. — Miglio M., Nostalgia del Paradiso. Il giardino medievale, Roma —Bari 2002, p. 97-114.
Mann N., Il Petrarca giardiniere (a proposito del sonetto CCXXVIII), “Atti e Memorie dell’Accademia Patavina di Scienze, Lettere ed Arti, Classe di Scienze morali, Lettere ed Arti, 104 (1991-92), p.te III, p. 235-256.
Vattasso M., Brevi note del Petrarca sull’orticoltura, in I codici petrarcheschi della Biblioteca Vaticana, Roma 1908, p. 229-234.
Ricorrenze petrarchesche
Tra le celebrazioni dedicate al Petrarca da ricordare quella del 1874 con i relatori ufficiali: il Carducci e l’Aleardi che tennero i loro discorsi ad Arquà il 18 luglio sulla tomba del poeta e nell’Aula Magna dell’Università il giorno dopo. Per i discorsi si veda:
Carducci G., Presso la tomba di Francesco Petrarca in Arquà il 18 luglio 1874. Discorso, Livorno 1874., poi in Opere (Edizione Nazionale), Bologna 1935-1940, VII, p. 329-355;
Aleardi A., Discorso su Francesco Petrarca. Letto a Padova il 19 luglio 1874, Padova 1874.
L’anno 1874 fu anno cruciale in cui le commemorazioni petrarchesche si rivestirono di valore simbolico per celebrare la ritrovata unità nazionale. Sull’argomento si veda anche:
Padova a Francesco Petrarca il 18 luglio 1874. Dichiarazioni ed illustrazioni storico critiche del ritratto di F. Petrarca tratte dalla edizione delle rime fatta per cura del prof. Antonio Ab. Marsand,Padova, 1819, Padova, tip. del Seminario, 1874.
Ricordo del quinto centenario petrarchesco 18 luglio 1874, Monselice [1874], che contiene alcuni componimenti poetici e un saggio “Arquà e il suo stemma municipale” di G. A. De Concini.
Rizzini G., In occasione del quinto centenario del Petrarca : suoi onori e trionfi, suo amore per Laura, suo soggiorno a Valchiusa ed Arquà, sue opere latine e italiane coll’aggiunta del suo ritratto fisico e morale, Milano 1874.
Urbani D., Per la commemorazione in Arquà del quinto Centenario dalla morte di Francesco Petrarca, Venezia 1874.
Floriani G., Francesco Petrarca. Memorie e cronache padovane, Padova 1993.
L’amore filiale della Padova dell’epoca per il Petrarca si può constatare in:
Padova a Francesco Petrarca il XVIII Luglio MDCCCLXXIV nel V centenario della sua morte, Padova 1874.
Padova e Francesco Petrarca nel quinto centenario della sua morte, Padova 1874, che conteneva tra l’altro l’intervento di Cittadella G., Patrarca a Padova e ad Arquà, p. 15-76. Alle celebrazioni intervenne anche il conte Carlo Leoni che nel 1843 si era prodigato per il restauro della tomba di Arquà che versava in stato di abbandono. Il 24 maggio di quell’anno il Leoni aveva aperto la tomba del Petrarca in Arquà per restaurarla a sue spese. In quell’occasione lo scultore Antonio Gradenigo ritrasse in un disegno le ossa del poeta. Venne tolta una costa donata nel 1844 al Comune di Padova, costa che il Governo austriaco impose fosse rimessa nella tomba, cosa che avvenne il 10 luglio del 1855. Del Leoni si veda:
Leoni C., Memorie petrarchesche, Padova 1843, poi passato con altre indagini petrarchesche nel secondo volume delle Opere Storiche, Padova 1844. Su Carlo Leoni si veda:
Malmignati A., Della vita e delle opere di Carlo Leoni. Cenni … letti il 13 dicembre 1874 nella Regia Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Padova, Padova 1875; la prefazione (p. V-XCIX) di Giuseppe Guerzoni al volume Epigrafi e prose edite e inedite del Conte Carlo Leoni, Firenze 1879; Busato L., Noterelle critica, in Per la lingua d’Italia e per la storia di Padova, Padova 1881, p. 275-293.
Brambilla A., Petrarca tra Aleardi e Carducci. Appunti sulle celebrazioni padovane del 1874, “Studi Petrarcheschi”, n.s., 15 (2002), p. 221-252.
Per le celebrazioni del 1904, si veda:
Padova a Francesco Petrarca nel VI centenario della nascita. Numero unico. XX Luglio 1904, Padova 1904.
Padova in onore di Francesco Petrarca, II, Miscellanea di studi critici e ricerche erudite, Padova 1906.
Rizzoli L., La casa del Petrarca in Arquà. Proposte all’On. Comitato Padovano per le onoranze a Francesco Petrarca, Padova 1904.
Padova in onore di Francesco Petrarca. Il Bucolicum Carmen e i suoi commenti inediti, edizione curata ed illustrata da Antonio Avena, Padova, Soc. Coop. Tipografica, 1906, entrambe pubblicazioni apparse in occasione delle ricorrenze per il centenario.
Padova in onore di Francesco Petrarca. Miscellanea di studi critici e ricerche erudite, Padova, Soc. Coop. Tipografica, 1909.
Per il 6° centenario della morte del 1974, si veda:
Dal Zotto A., Arquà Petrarca nel VI centenario, Padova 1973.
Bacchelli R., In Arquà Petrarca nel VI centenario della morte del poeta, Presentazione di L. Gui, Padova 1974 (Studi sul Petrarca 3).
Gui L., Convegno Internazionale su Francesco Petrarca, “Padova e la sua provincia”, 20 (1974), n.s., n. 7, p. 9-11.
Petrarca (Il) ad Arquà. Atti del Convegno di studi nel VI Centenario (1370-1374), Arquà Petrarca, 6-8 nov. 1970, a cura di G. Billanovich e G. Frasso, Padova 1975 (Studi sul Petrarca, 2). L’opera contiene i seguenti contributi:
Bosco U., Realtà e mito di Arquà, in Il Petrarca ad Arquà. Atti del Convegno di studi nel VI Centenario (1370-1374), Arquà Petrarca, 6-8 nov. 1970, a cura di G. Billanovich e G. Frasso, Padova 1975 (Studi sul Petrarca, 2), p. 1-5.
Martelletti G., “Inter colles Euganeos”. Le ultime fatiche letterarie del Petrarca, in Il Petrarca ad Arquà. Atti del Convegno di studi nel VI Centenario (1370-1374), Arquà Petrarca, 6-8 nov. 1970, a cura di G. Billanovich e G. Frasso, Padova 1975 (Studi sul Petrarca, 2), p. 165-175.
Menegazzo E., Il Petrarca e Arquà nella vita e nell’opera del Ruzante, in Il Petrarca ad Arquà. Atti del Convegno di studi nel VI Centenario (1370-1374), Arquà Petrarca, 6-8 nov. 1970, a cura di G. Billanovich e G. Frasso, Padova 1975 (Studi sul Petrarca, 2), p. 177-198, dove si tratta delle frequentazioni del Beolco ad Arquà. In un atto notarile, infatti, si parla di una donazione di casa urbana che egli amministrava per conto dei fratelli ed è certo che dal 1526 la visitava almeno due volte l’anno. Ad Arquà aveva casa e beni anche il missier Giacomo del Dialogo facetisimmo, quel Giacomo Zaccarotto, amico del Corsaro e dello stesso Ruzante. Il Menegazzo riporta la vicenda del nonno del Zaccariotto — che si chiamava anche lui Giacomo — che ad Arquà verso il 1466 era venuto come Vicario da Teolo. Avviene che Giorgio, il figlio del Vicario, si innamora o si incapriccia della moglie di un compare, Lazzaro macellaio, Pasqua la quale corrisponde. Tutto il lungo processo è a Padova, Archivio della Curia Vescovile, Actorum civilium, anno 1470, fascicolo intitolato esternamente 1470, all’interno. “Processus … inter dominam Barbarelam… et Georgium filium ser Iacobi Zacarioti”. Si veda anche: ACVP, Actorum civilium, CLVII, fascicolo 1504, quartus, f. 5v-9r: il processo interessa anche per il colore locale di sapore ruzantiano: donne alla fonte, corteggiamento in chiesa, sagra-pellegrinaggio sul Venda nella festa di San Giovanni Battista.
Per il 2004 – 7° centenario della nascita, (limitatamente alle pubblicazioni di ambito locale) si veda:
Rolma R., Petrarca un viaggio lungo una vita (Vita e opere), Arquà Petrarca, VII Centenario della nascita 1304-2004. L’autore, per tanti anni medico condotto ad Arquà, tratteggia un sintetico quadro della vita e dell’opera del grande poeta, soffermandosi particolarmente sulle amicizie padovane.
Cheli N. — Cheli L., La vita del Petrarca a fumetti, Montepulciano, Ed. Le Balze, 2005, pubblicazione promossa dalla Provincia di Padova quale tributo in onore del poeta che ha scelto la sua ultima dimora nel territorio padovano.
Petarca e il preumanesimo padovano
Witt Ronald G., Sulle tracce degli antichi. Padova, Firenze e le origini dell’umanesimo, Con un saggio introduttivo di G. Pedullà, Roma, Donzelli, 2005 (Saggi. Arti e lettere).
Il libro propone una rivisitazione del problema storico delle origini dell’umanesimo, soffermandosi ad esaminare l’ambiente padovano dei notai, i quali avevano bisogno di frequentazioni classiche per meglio comprendere il Corpus giustinianeo. Questo era il clima culturale in cui, intorno al 1290, Lovato dei Lovati affermò la sua intenzione di seguire le tracce degli antichi poeti. La poesia di Lovato, scritta in stile classiccheggiante, aveva cominciato ad apparire intorno agli ani ’60 del ‘200, lo stesso decennio in cui Latini si serviva di Cicerone e di Aristotele nel suo Tresor perché lo aiutassero a comprendere il governo fiorentino.
Lovato fu il primo a cogliere il sapore degli autori classici e ad affermare esplicitamente che l’imitazione degli antichi era il suo scopo, e può essere considerato il fondatore dell’umanesimo italiano. Fu capace di istituzionalizzare la propria meta stilistica, creando intorno a sé un circolo di poeti eruditi a Padova e nelle città vicine.
Tra i saggi indicati da Witt relativi all’umanesimo padovano citiamo:
Billanovich Guido, “Veterum vestigia vatum” nei carmi dei preumanisti padovani: Lovato Lovati, Zambono di Andrea, Albertino Mussato e Lucrezio, Catullo, Orazio (Carmina), Tibullo, Properzio, Ovidio (Ibis), Marziale, Stazio (Silvae), in IMU, 1 (1958), p. 155-243.
Bolisano E., Un importante saggio padovano di poesia preumanistica latina, in “Atti e memorie dell’Accademia patavina di scienze lettere ed arti”, 66 (1953-54), p. 60-75.
Billanovich Guido, Lovato Lovati: L’epistola a Bellino: Gli echi di Catullo, in IMU, 32 (1989), p. 101-53.
Foligno C., Epistole inedite di Lovato de’ Lovati e d’altri a lui, in “Studi medievali”, 2 (1906-1907), p. 3-58.
Billanovich G., Il preumanesimo padovano, SCV, II.
Castagnetti A., Appunti per una storia sociale e politica delle città della Marca veronese e trrevigiana (secoli XI-XIV), in Aristocrazia cittadina e ceti popolari nel tardo medioevo in Italia e Germania, a cura di R- Elze — G. Fasoli, Bologna 984.
Collodo S., Un intellettuale del basso medioevo italiano: il giudice umanista Lovato di Rolando, in IMU, 28 (1985), p. 209-219.
Dazzi M., Il Mussato storico nel VI centenario della morte di Albertino Mussato, in “Archivio veneto”, 59 (1929), p. 356-471.
Dazzi M., Il Mussato preumanista, 1265-1329: l’ambiente e l’opera, Venezia 1964.
Aneddoti della vita di Francesco Petrarca, a cura di A. T. Benvenuti (“Studi sul Petrarca”, I) Padova 1977.
Kristeller P.O., Umanesimo e scolastica a Padova fino al Petrarca, in “Medioevo”, 11 (1985), p. 1-18.
Lamer J., Boccaccio and Lovato Lovati, in Cultural Aspects of the Italian Renaissance: Essays in Honour of Paul Oskar Kristeller, a cura di C. Clough, New York 1976.
Brugnolo F. — Verlato Z. L (a cura di), La cultura volgare padovana nell’età del Petrarca, Padova, Il Poligrafo, 2006 (Carrubio. Collana di storia e cultura veneta) che raccoglie i frutti di un convegno svoltosi in occasione del 700° anniversario della nascita del Petrarca e in cui si ritorna sulle cerchie preumanistiche che animano la vita culturale cittadina, cerchie con le quali il poeta entra in contatto e corrispondenza. Abbiamo testimonianza, ad esempio, di rapporti tra il poeta e due dei rimatori locali più noti quali il Giovanni Dondi dall’Orologio e Francesco di Vannozzo. Ancora per significare che la cultura padovana del Trecento non è estranea, e anzi può legittimamente essere indicata come culla di quella rinascita delle lettere e delle arti cui assistiamo nei due secoli successivi.
Ancora sul Petrarca
Fabris G., Questioni di iconografia petrarchesca. Il ritratto a fresco del Palazzo Vescovile di Padova, in Fabris G., Scritti di arte e storia padovana, Introduzione di L. Lazzarini, Cittadella 1977 (Scrittori padovane, 2), p. 59-64, con riferimento all’affresco della fine del XIV secolo nella Sala dei Giganti di Padova attribuito all’Altichiero, Francesco Petrarca nel suo studiolo di Arquà, con uno sfondo di paesaggio collinare.
Baldissin Molli G., Il Poeta e il Marangone. Artigianato padovano al servizio del Petrarca e del letterato umanista, Padova 2004. Una rievocazione dell’artigianato padovano ai tempi del Petrarca che apre una finestra sul vivere quotidiano della Padova Carrarese. Da segnalare inoltre un contributo di Marco Callegari sulla storia delle associazioni di mestiere a Padova in età comunale e carrarese e in appendice una nota sulla “cucina di Francesco Petrarca”.
Interamente dedicato al Petrarca il numero 106 della rivista “Padova e il suo territorio” con particolare riferimento ai contributi:
Bortolami S., Il paesaggio euganeo ai tempi del Petrarca, “Padova e il suo territorio”, 18 (2003), n. 106, p. 21-26;
Grandis C., In viaggio da Padova ad Arquà, “Padova e il suo territorio”, 18 (2003), n. 106, p. 32-34.
Sui frequenti viaggi del Petrarca
Michieli A., Sui viaggi del Petrarca, “Il Piemonte”, 2 (1904), n. 30, 30 luglio 1904.
Michieli A. A., Le peregrinazioni di Francesco Petrarca, in Treviso nel sesto Centenario della nascita di Francesco Petrarca, Treviso 1904, p. 1-29.
Ancora sul Petrarca, per un rapido excursus sui ritratti padovani del poeta, si veda:
Floriani G., Francesco Petrarca. Memorie e cronache padovane, Padova 1993
Mariani Canova G., Ritratti padovani del Petrarca, “Padova e il suo territorio”, 18 (2003), n. 106, p. 27-31.
Contiene un sorprendente saggio sulle preferenze alimentari del Petrarca e sulla sua predilezione per la naturalità del cibo e dei luoghi, con molti riferimenti al suo soggiorno euganeo e patavino:
Camporesi P., Le vie del latte. Dalla Padania alla steppa, Milano Garzanti 2006, (Saggi), con riferimento al capitolo: Il padano Petrarca, p. 51-101.
Da ultimo,segnaliamo un lavoro in preparazione un libro che analizzerà in dettaglio e con ampia iconografia tutti gli aspetti della ricognizione scientifica sulla tomba del Petrarca. Curato dal professor Vito Terribile Wiel Marin, il volume si propone anche di individuare l’epoca in cui avvenne la sostituzione del cranio (dacché lo studio del DNA ha dimostrato che i frammenti rimasti appartengono ad una donna deceduta intorno al 1200 d.C.).
Segnaliamo anche:
Tamassia I., Francesco Petrarca e gli Statuti di Padova, “Atti della R. Accademia di Padova”, n. s. XIII, 1896-97, p. 201 e sgg. a proposito dello Statuto che fa divieto di lasciare che i maiali passeggino per la città e che stabilisce che chiunque li trovi può portarseli via.
Cheli N. — Cheli L., La vita del Petrarca a fumetti, Montepulciano Ed. Le Balze 2005, pubblicazione promossa dalla Provincia di Padova quale tributo in onore del poeta che ha scelto la sua ultima dimora nel territorio padovano.