Piccola storia della viticoltura nei Monti Euganei

Un primo semplificato accesso storico ad una “pianta di civiltà”

Gli storici considerano la vite una “pianta di civiltà”, proprio a indicare come questa coltura interagisca anche con gli aspetti sociali e del costume, determini comportamenti, espressioni del linguaggio, modi di pensare e di vivere. In pochi altri luoghi di produzione di vino tale definizione sarà così vera come negli Euganei.

In questo primo, semplificato, accesso storico, posto com’è ovvio che la totalità dei dati riferibili al fenomeno complesso della viticoltura negli Euganei sia molto articolato e corposo, si è scelto di selezionare alcuni temi e momenti particolarmente significativi, allo scopo di fornire alcuni spunti di riflessione, dare semplicemente alcune tracce che invoglino alla scoperta si una realtà che incide profondamente nell’assetto economico e culturale degli Euganei.

Geologia e viticoltura: il legame tra un luogo, la terra e il vino

Quando Mario Soldati scriveva che il vino è poesia della terra, forse alludeva a questo legame intimo che c’è tra un luogo, la terra e il vino che vi si produce. Perciò parlare della viticoltura nei Colli Euganei non può trascurare il tema geologico. L’aspetto e il colore di un vino, infatti, così come lo sviluppo di certi aromi e determinate qualità gustative, hanno un legame diretto con le caratteristiche del suolo. I Colli Euganei, in cui le rocce sedimentarie si alternano a quelle vulcaniche e dove c’è una buona presenza di scheletro e un alto potere drenante, rappresentano uno scrigno unico e prezioso, massimamente vocato alla viticoltura.


Possiamo così riassumere brevemente le vicende geologiche nell’area collinare.
Un profondo golfo del Mare Adriatico occupa tutto il nord dell’Italia. A partire da circa 100 milioni di anni fa enormi quantità di detriti, provenienti dalla disgregazione delle Alpi e degli Appennini che stanno emergendo dalle acque, si depositano sul fondo di questo antico mare e danno origine, sopra alle stratificazioni sedimentarie di Rosso Ammonitico e di Biancone, a Scaglia Rossa e infine a  Marna euganea. 


Circa  43 milioni di anni fa si verificano le prime  eruzioni, sia a carattere effusivo che esplosivo, con colate sottomarine di  lave basaltiche fluide che si depositano sul fondale marino. 
Dopo un periodo di quiete, circa 33 milioni di anni fa si verifica un’intensa ripresa dell’attività sub-vulcanica e sarà questa a conferire ai Colli Euganei il loro aspetto attuale. L’emissione di magmi molto viscosi, la cui composizione si diversifica dai precedenti, porta alla formazione dei  caratteristici coni e cupole costituiti da Rioliti, Trachiti e Latiti, rocce ricche in silice e quindi notevolmente acide. La forte spinta dei magmi solleva e frattura gli antichi strati di rocce sedimentarie del fondo marino, andando a formare un arcipelago di isolotti pietrosi.

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