pittura e grafica – bibliografia

Immagini e storia

Che le testimonianze iconografiche siano preziosi elementi per ricostruire la storia dei luoghi abbiamo un esempio significativo in: 
Pallaro A., Riuso del Monte Castello dalla metà del ‘700 ad oggi, in Pallaro A. (a cura di), Dal castello di Montagnon alla torre di Berta. Storia e leggenda di un manufatto difensivo dei Colli Euganei, Montegrotto Terme 1999, p. 61-105. Qui l’autrice dimostra come dall’attento esame della mappa inclusa nel trattato del prof. Domenico Vandelli, pubblicato nel 1761 nell’ambito di un’operazione di rilancio del termalismo euganeo, si può ricavare come siano ancora presenti vestigia della struttura fortificata medievale del Monte Castello, il cui riuso è confermato qualche decennio più tardi dal Sommarione napoleonico che la censisce come casa d’affitto
E che talvolta i documenti cartacei siano in grado di rimandarci impressioni visive ne è testimone uno dei migliori storici e più intelligenti esperti del medioevo locale, Sante Bortolami usa proprio la parola “istantanea” — mutuandola dal vocabolario proprio della fotografia — per indicare quelle impressioni visive sulla realtà fisica dello spazio — nel caso specifico egli parla del castello di Montagnon — che si possono ricostruire dall’esame di un classico atto d’investitura risalente al 1287. Scavando i termini egli descrive la fossa che circonda il castello, che domina dall’alto le dimore rustiche (sedimen cum domo cuppata et una palleata) il sentiero che vi conduce (troçus per quem itur ad castrum) e il paesaggio che emerge dal campionario toponimico che lo descrive cogliendone e conservandone i segni  pregnanti che le parole conservano nel proprio guscio.  
[Bortolami S., Il Castello di Montagnon e i suoi Signori nel medioevo, in Pallaro A. (a cura di), Dal castello di Montagnon alla torre di Berta. Storia e leggenda di un manufatto difensivo dei Colli Euganei, Montegrotto Terme 1999, p. 40-41].

La vicenda di Arquà e la casa del poeta

Un capitolo a parte merita la vicenda della casa di Arquà collegata al mito del poeta.  
Per le vicende delle rappresentazioni della casa di Arquà del Petrarca ci serviamo ancora del lavoro: 
La Casa di Francesco Petrarca ad Arquà, a cura di M. MaglianiMilano 2003, con particolare riferimento al contributo: Donvito V. — Magliani M., Il mito della Casa del Petrarca, p. 89-92. 
 
La più antica testimonianza iconografica è l’incisione pubblicata nel 1635 nel volume Petrarcha redivivus di Giacomo Filippo Tomasini. Segue la suggestiva incisione della casa del Petrarca tra le rovine di gusto romantico dell’inglese Samuel Prout (1783-1852), Petrarch’House at Arquà del 1829 apparsa in una delle numerose guide di viaggio e che risponde, come i brani del Foscolo, al gusto dell’epoca. In realtà la casa era stata restaurata negli ultimi anni del ’700 e sin trovava in buone condizioni come testimoniano le incisioni di poco posteriori di Francesco Bellucco e Pietro Chevalier. Lo Chevalier (1795-1864), scrittore e giornalista, fu anche incisore dalle accurate litografie che corredano la guida comparsa nel 1831. Altre due sue litografie — La casa dove morì il Petrarca in Arquà e La casa del Petrarca in Arquà — sono nel volume del Gloria sul territorio padovano (1862). Seguono un’incisione del Rosée, Petrarca Haus Arquà del XIX secolo, ripresa dalle vedute dello Chevalier, e due disegni tecnici ottocenteschi che rappresentano il Prospetto della Casa del Petrarca ad Arquà: fronte e la Pianta della Casa del Petrarca ad Arquà. Gli Alinari produssero una foto (Arquà. Casa del Petrarca) scattata all’inizio del secolo che documenta lo stato della casa prima dei restauri terminati nel 1923, che ripristinarono alcuni elementi trecenteschi della costruzione, come le finestre gotiche. Le incisione di Francesco Bellucco, incisore e disegnatore vissuto alla fine del ‘700 — come Monumentum, XVIII secolo, Veduta d’Arquà nei Colli Euganei — fanno parte di un gruppo di sei realizzate per il volume dello Zabborra, Petrarca in Arquà, stampato nel 1797. 
Dal 1974 — sesto centenario della morte del Petrarca — una mostra fotografica, che sarà allestita con nuove foto per l’occasione del centenario del 2004 — propone una sorta di biografia per immagini del poeta. La mostra è introdotta dai testi di Giuseppe Grasso, con foto di Lorenzo Cappellini. 
 
Tomasini G. F., Petrarcha redivivus Integram Poetae celeberrimi Vitam Iconibus aere celatis exhibens. Accessit nobilissimae Foeminae Laurae brevis Historia, Padova 1635, con antiporta riportante immagine collinare. Capitoli interessanti: Arquade Collis Vicus, & Petrarchae Domicilii, p. 129-145 con xilografie del paese, della casa con pianta e distribuzione degli spazi, della seggiola; il capitolo: Monumenta Petrarchae vivo et defuncto posita; elogia eidem a viris claris concinnata, p. 179-188; Divini Vatis sepulchri violati Historia, p. 188-197.  
Zabborra G. B., Petrarca in Arquà. Dissertazione storico-scientifica, Padova 1797, coi ritratti del Petrarca e di Laura e con 6 tavole rappresentanti il monte, la chiesa d’Arquà, la casa del Petrarca (opera di Francesco Bellucco). 
Gloria A., Il Territorio padovano illustrato, 2 voll., Padova 1862, (rist. anast. Bologna 1973). 
Ancora su Arquà e le rappresentazioni collegate al poeta si veda anche: 
Fabris G., Questioni di iconografia petrarchesca. Il ritratto a fresco del Palazzo Vescovile di Padova, in Fabris G., Scritti di arte e storia padovana, Introduzione di L. Lazzarini, Cittadella 1977 (Scrittori padovane, 2), p. 59-64, con riferimento all’affresco della fine del XIV secolo nella Sala dei Giganti di Padova attribuito all’Altichiero, Francesco Petrarca nel suo studiolo di Arquà, con uno sfondo di paesaggio collinare.

Opere grafiche

In alcuni testi del ‘600 e ‘700 non è difficile trovare rappresentazioni dei luoghi, ad esempio: 
Tomasini G. F., Parnasus Euganeus, sive de Scriptoribus ac Lieteratis huius aevi claris., Padova 1647. Il volume, accanto all’elenco, diviso per nazione, dei più illustri personaggi del secolo, contiene una descrizione di Tramonte da cui emergono alcuni valori culturali e visivi notevoli. Il volume contiene anche un’immagine che ribadisce il concetto di ozio: la casa, la coltura di vigne, il frutteto e la parte scoscesa e selvatica sullo sfondo (un selvatico, però, sottoposto al controllo dell’uomo). 
Volkamer J. C., Continuation der Nurnbergischen Hesperidum, Nurnberg 1714, che contiene incisioni relative ai Colli (Battaglia, Villa Dolfin, Cataio, ecc.). 
Corredata di incisioni di Girolamo Franchini è  
Alessi I., Ricerche istorico-critiche delle antichità di Este dalla sua origine al 1213, Padova 1776 (Este 1982 rist. an.). Una Veduta di Este, sec. XVIII (dat. 1775), ancora dello stesso Franchini (1728-1808)incisione su rame, 40×67,5 cm., Este — Biblioteca comunale, è riprodotta in La Magnifica Comunità di Este nella dialettica religiosa e civile. Beni storici artistici di proprietà comunale, catalogo della Mostra a cura di V. Dindiani – F. Gambarin, Este 1981, p. 51-52. 
Una interessante sintesi visiva dell’ambiente euganeo (con colline, fonti termali ed attività come la fangoterapica e la molitoria) si può vedere in un’incisione “Les Baines d’Abano” di H. De Rogissart, Les delicies d’Italie, Leida 1709, p. 200, e pubblicata anche in Gennari G., Dell’antico corso de’ fiumi in Padova e ne’ suoi contorni e de’ cambiamenti seguiti, Padova 1776. 
Chevalier Pietro, Una visita ad Arquà, Padova 1802, con incisioni dello stesso Chevalier. 
Ricordi sui Colli Euganei. Illustrazioni storico-artistiche… Strenna del Giornale Euganeo, Padova 1846. Il libro — vero e proprio primo Baedeker dei nostri Colli —esce con deliziose litografie paesaggistiche di G.B. Cecchini come strenna del “Giornale Euganeo”. 
Bassi-Rathgeb R., Quindici ricordi aponensi di un bergamasco, “Bollettino del Museo Civico di Padova”, 54  (1965), n. 1-2, p. 137-156, con riproduzione dei lavori di Pietro Ronzoni. 
Dello stesso autore vedi anche: 
Bassi-Rathgeb R., L’attività veneta del vedutista Ronzoni, “Bollettino del Museo Civico di Padova”, 57 (1968), n. 2, p. 73-96. 
Molto bella è anche l’incisione del 1796 che evidenzia nell’abitato di Battaglia, oltre ai fabbricati della Riviera, le zattere di tronchi a ridosso della banchina di destra e la “palada”, catena posta di traverso il canale (immagine pubblicata in La Riviera Euganea. Acque e territorio del canale di Battaglia, a cura di P. G. Zanetti, con la collaborazione di C. Grandis, Padova 1989, p. 114). 
Semenzato C., I dintorni de Padova iustrai, con stampe de Piero Chevalier e de altri, Noventa Padovana 1987. 
 
I disegni del Ronzoni su Abano sono riprodotti in: 
Ronzoni Pietro M., Vecchi angoli di Italia e Svizzera. Disegni inediti, Bergamo, Edizioni “Monumenta Bergomensia”, 1965, tav. 105-110. 
 
Un episodio particolare della rappresentazione del territorio – un difficile compromesso  tra “esattezza”, esemplarità ed esigenze del pittoresco – abbiamo a corredo delle pubblicazioni di quei geologi che nell’ultimo quarto del ‘700 si dedicarono con interesse allo studio dei basalti colonnari, un particolare tipo di roccia che offriva uno spettacolo grandioso e inquietante.Le immagini appartengono al genere della “veduta topografica” e  raffigurano vari siti geologici tra i quali alcuni riferiti ai Colli Euganei.Il più noto tra gli artisti che collaborarono all’indagine è Antonio de Bittio (1722-1797) pittore bellunese che le fonti indicano come particolarmente abile nel dipingere frutta e fiori, ma del quale ci sono pervenute alcune pale d’altare e un corpus di disegni.  
Per fare solo qualche esempio possiamo citare l’immagine incisa da J. Basire – che rappresenta il Sasso di San Biagio a Castelnuovo – pubblicata a corredo dell’Account dello Strange nelle “Philosophical Transactions” del 1775 (l’immagine sarà nuovamente incisa da Riboldi e apparirà col titolo Butte basaltique appelée pierre de S. Blaise in Atlas Géologique ou Vues d’Amas de Colonnes Basaltiques faisant suite aux Institutions Géologiques de Scipion Breislak, Milano 1818, n. 38). Altro esempio è la rappresentazione del Monte Rosso presso Abano, incisione del de Bittio a corredo ancora dell’opera dello Strange, De’ monti colonnari…, Milano 1778. 
Sulla biografia e l’attività di de Bittio si veda: 
Alpago Novello L., Gli incisori bellunesi, Venezia 1940; 
Catalogo del Museo Civico di Belluno, a cura di M. Lucco, II, I disegni, Belluno 1989, p. 98-103. 
Pittura (La) del Settecento nel Bellunese, in La pittura in Italia. Il Settecento, Milano 1990, I, p. 218-224; II, p. 628. 
R. W., Bittio (Bettio) Antonio, in Saur K. G., Allgemeines-Künstler-Lexikon, München – Leipzig 1995, p. 263-264. 
Sul problema della rappresentazione visiva in storia naturale e geologia si veda: 
Freedberg D., The Eye of the Lynx. Galileo, His Friends, and the Beginnings of Modern Natural History, Chicago-London 2002. 
Per il pittoresco e il vedutismo si veda tra le molteplici pubblicazioni: 
Dubbini R., Geografie dello sguardo. Visione e paesaggio in età moderna, Torino 1994. 
Milani R., Il Pittoresco. L’evoluzione del Gusto tra classico e romantico, Roma Bari 1996. 
Milani R., L’arte del paesaggio, Bologna 2001. 
Dobbiamo l’informazione sulla vicenda al saggio: 
Ciancio L., “Rappresentare il vero”. La raffigurazione dei basalti colonnari del Veneto tra ricerca di “esattezza” ed esigenze di pittoresco, in Montagna. Aret, scienza, mito da Dürer a Warhol, a cura di G. Belli, P. Giacomoni, A. O. Cavina, Milano 2003, p. 233-251.

Opere nei Musei Civici padovani che rappresentano i Colli Euganei

Una ricognizione sulla rappresentazione pittorica dei Colli Euganei abbiamo in: 
Ceschi C., I Colli nella pitturain I Colli Euganei, a cura di F. Selmin, Sommacampagna (VR), Cierre, 2005, p. 366-369. 
 
Nei Musei Civici di Padova sono raccolti alcuni quadri che rappresentano i Colli Euganei.  I cataloghi della collezione sono i seguenti: 
Comune di Padova – Musei Civici, Da Bellini a Tintoretto.  Dipinti dei Musei Civici di Padova dalla metà del Quattrocento ai primi del Seicento, a cura di  A. Ballarin, D. Banzato, Roma 1991. 
Comune di Padova – Musei Civici, Da Padovanino al Tiepolo. Dipinti dei Musei Civici di Padova del Seicento e Settecento, a cura di D. Banzato, A. Mariuz, G. Pavanello, Milano-Padova 1997. 
Comune di Padova — Musei Civici, Dipinti dell’Ottocento e del Novecento dei Musei Civici di Padova, a cura di D. Banzato, F. Pellegrini, M. Pietrogiacomo, Padova 1999. 
 
Nel terzo volume si segnalano tra gli altri: 
1. Amleto Dal Prà (1893-1960), Paesaggio sullo sfondo dei Colli (Veduta di Arquà), olio su compensato, cm. 20,8×28,6  a pag. 357 (anche se pare più un paesaggio di Teolo piuttosto che di Arquà); 
2. Morato Antonio (1903-1991), Paesaggio di collina, olio su tavola, cm. 70×90, esposto alla 3.a Mostra d’Arte Triveneta padovana del 1932. Concentrato sulle modulazioni cromatiche, l’opera è uno degli esempi più felici del suo stile del momento (pag. 380-381); 
3. Dalla Zorza Carlo ( 1903-1977), Cave di pietra sui Colli Euganei, olio su cartone, cm. 40×60. Opera dei primi anni ’50 che fa del reale solo un sussidio alla sua personale visione ma in cui è ben riconoscibile il biancore che testimonia lo scempio ambientale in atto (pag. 385-386); 
4. Dalla Zorza Carlo (1903-1977), Teolo, olio su cartone, cm. 50×60, una delle ultime opere dell’artista (1973) che nel 1974 fu presente alla Rassegna d’Arte Triveneta a Villa Simes a Piazzola (pag. 386); 
5. Birolli Renato (1905-1959), Un litro di bianco e un litro di rosso, datato 1952 ed esposto alla Biennale di quell’anno. Quadro ispirato alla lezione post-cubista (pag. 387-388); 
6. Rosa Tino (Agostino) (1906-1985), Il chiostro pensile di Praglia, olio su tavola che si trova nel verso di un altro dipinto su tavola dal titolo Soldati in licenza. Opera del 1935 che ci propone un inquadratura classica del chiostro pensile con figura di monaco (pag. 393); 
7. Pendini Bruno (1908-1961), Pace nei Colli, olio su compensato , cm. 52×63. Dipinto esposto alla Biennale d’Arte di Padova del 1955 (pag. 407); 
8. Rigoni dei Graber Manlio (1888-1963), Paesaggio euganeo, olio su tela, cm. 62×93, esposto alla Mostra del Sindacato Interprovinciale delle Belle Arti del Veneto di Padova nel 1935 (pag. 350); 
9. Dandolo Giovanni (1891-1961), Crepuscolo a Treponti, olio su tela, cm. 50×67,  databile verso il terzo decennio del secolo nell’attività di questo insegnante di disegno all’Istituto  Selvatico (pag. 354); 
10. Callegari Adolfo (1882-1948), Arquà, olio su tela, cm. 70×55,  (pag. 338) che rappresenta il paesaggio tanto amato dallo studioso che vanta notevoli esperienze artistiche. Partecipò, infatti, alla Mostra di Ca’ Pesaro a Venezia nel 1912, 1913, 1914 e 1915; all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Milano, nel 1912; alla Secessione romana del 1913 e del 1915 ed alla prima Biennale romana del 1921. Negli anni successivi, pur continuando a dipingere, si allontana dalla pittura. 
11. Lovisetto Aldo (1898-1983), Colli Euganei (Tramonte), olio su compensato, cm. 40,5×61, 1942 (pag. 367) 
12. Pittore veneto (sec. XX), Paesaggio, collegabile alle correnti paesaggistiche locali e che trae spunto da una non definita zona dei Colli Euganei.

Dalla Zorza, Disertori e Morato

Sull’opera di artisti che hanno prediletto i Colli Euganei 
 
Per una ricognizione sull’opera di Carlo Dalla Zorza si veda:  
Carlo Dalla Zorza : disegni, A. Pica, Milano [1969]. 
Carlo Dalla Zorza,  con scritti di R. Pallucchini, G. Perocco, P. Rizzi, Treviso 1978. 
Carlo Dalla Zorza, Venezia 1981, Pubbl. in occasione di una mostra tenuta a Venezia nel 1981 . 
Carlo Dalla Zorza: dipinti 1932-1975 : Chiesa di San Stae, 20 giugno-20 luglio 1986, 0a cura di B. Rosada e F. Scotton, Venezia, [1986]. 
Goldin M., Dalla Zorza. Dipinti da una collezione 1938-1974, Milano 1994. 
Pallucchini R., Carlo Dalla Zorza, Milano 1984 (Le cartelle del Ponte Rosso, 48) 
Sala A., Dalla Zorza, Milano 1985 (Collane d’arte del Ponte Rosso). 
Carlo Dalla Zorza. Il paesaggio e il suo ricordo, Catalogo della Mostra tenuta a Cittadella nel 1999,  Cittadella [1999]. 
Quattro maestri veneziani : Marco Novati 1895-1975, Fiore Brustolin Zaccarian 1901-1995, Mario Varagnolo 1901-1971, Carlo Dalla Zorza 1903-1977 : Centro d’arte san Vudal, U.C.A.I., Scoletta di san Zaccaria, Venezia, 3-14 giugno 2002, [S.l. 2002?], Catalogo della mostra tenuta a Venezia nel 2002. 
 
Per i lavori di Mario Disertori riferiti ai Colli  si veda: 
Giorato S. – Verdi R. (a cura di), Mario Disertori. Paesaggi di Teolo, Catalogo della Mostra, Comune di Teolo 14-28 dicembre 1997. 
Una monografia che raccoglie le opere dell’artista dedicate ai Colli fu pubblicata dalla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nel 1971 con una presentazione di Guido Perocco: 
Disertori M. — Perocco G., I Colli Euganei, [Padova] 1971. 
Mario Disertori, s.n.t. Un altro piccolo catalogo fu prodotto in occasione della Mostra al Centro d’Arte San Vidal di Venezia: 
Mostra Antologica di Mario Disertori, Centro d’Arte San Vidal dal 3 al 15 giugno 1975, s.n.t. 
Sulla testimonianza di Mario Disertori, si veda: 
Disertori M., Appunti autobiografici di M. D., Parole di R. Maroni, Trento 1956 (Collana di artisti trentini). 
Disertori M., Appunti autobiografici di M. D. e parole di R. Maroni, Trento 1977 (Collana di artisti terntini e di artisti che operarono nel Trentino). 
Mario Disertori pittore. Giacomo Vittone pittore. Ernesto G. Armani e Antonietta Noriller-Armani pittori. Guido Polo disegnatore e incisore. Eraldo Fozzer scultore. Bruno Colorio incisore e disegnatore. Livio Benetti scultore e pittore, Trento  1977. 
Disegni del Disertori sono riprodotti anche in: 
Alessi G., Invito ai Colli Euganei, Padova 1957 (Quaderni padovani), riedito anche nel 1959 nella “Collana Euganea”. 
 
Una panoramica sull’opera di Antonio Morato abbiamo in: 
Antonio Morato antologica. Opere dal 1925 al 1986, Comune di Padova – Assessorato alla Cultura e Beni Culturali, 1987, Catalogo della mostra. 
A. Morato, [Testo introduttivo di P. Rizzi], Padova 1974 (Galleria Venezuela, 1). 
Semenzato C., Antonio Morato pittore padovano, “Padova e il suo territorio”, 2 (1987), n. 7, p. 34-35.

Altri artisti contemporanei

Molte le rappresentazioni collinari anche nell’opera dell’architetto e pittore aponense Imerio Trevisan. Sulla sua produzione si veda: 
Imerio Trevisan, Testi di S. Bencivenga, nota critica di D. Pasquali, (Monografie tascabili di Eco d’Arte moderna) Firenze 1981. 
Numerosi quadri ambientati sui Colli fanno parte di questo catalogo della produzione di Daniela Turetta. La pubblicazione è sostenuta dalla Azienda di Promozione Turistica Terme Euganee e dal Parco Regionale dei Colli Euganei: 
Daniela Turetta, Testo critico di Maria Luisa Trevisan, Este 2000. 
Formaggio D., La pittura lirica di Vinicio Boscaini, in Quattro artisti veneti, Comune di Teolo – Galleria Civica 1992, Catalogo della mostra. 
Vinicio Boscaini, Milano [1992]. 
Boscaini, s.n.t. (un excursus biografico-critico del 1982) 
Vinicio Boscaini. Momenti di vita e di pittura, Testi di G. Segato, Monselice [2001], catalogo della Mostra allestita presso la Pescheria Vecchia di Este dal 13 al 31 ottobre 2001. 
Immagini dei Colli si trovano anche nel catalogo dell’opera dell’artista Alberto Bolzonella: 
Alberto Bolzonella. Tra l’onirico e il mito, Vittorio Veneto Ecom [2005] con testi critici di Dino Formaggio, Paolo Rizzi e Alessandra Possamai Vita. “Vigneto ad Arquà”, 1998, olio su tela, cm. 100×70 e “Raccolta delle olive”, 1999, olio su tela, cm. 100×70; “Vino ad Arquà”, 2004, olio su tela, cm. 100×70. 
 
Molte immagini dei Colli si trovano anche nei lavori dewl padovano Dandolo; 
Giovanni Dandolo (Borgoricco 1891-Padova 1961): un mondo dalla finestra di casa e di affetti domestici : Civica Galleria di Piazza Cavour, 16 luglio-31 agosto 1997, a cura di Emilia Tardivo e Giorgio Segato; testi di Enrico Berti et altri, S.l., s.n., 1997 (Padova : Grafiche Turato). 
 
La predilezione dell’artista Leo Borghi per la storia cittadina e per il Medioevo diventa protagonista nelle sue tele. Documentazione del suo lavoro che tratta i temi e le vicende di Speronella e del Pedevenda (con questo nome nel Medioevo si indicava l’area collinare) Ezzelino, Federico II, di Guidoriccio da Fogliano, del Petrarca e della sua residenza ad Arquà. Riproduzioni dei suoi lavori sono raccolti in due recenti pubblicazioni: 
Padova e il Pedevenda medioevale, Catalogo della Mostra Museo “Formaggio” di Teolo, a cura di S. Giorato, Comune di Teolo, 2006; 
Leo Borghi. Testimone del tempo tra storia e poesia, a cura di G. Segato, Galleria “La Rinascente” Piazza Garibaldi, Padova dal 17 novembre  2006 al 6 gennaio 2007, promossa dal Comune di Padova, Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo. 
 
Merita una segnalazione la piccola raccolta di visioni dei Colli: 
Bragato G., Segno e Sogno della Natura, in Holzer F., Rovolon amore per una terra, Padova 1997, p. 95-112. 
 
Lo stesso Bragato ha poi esposto il suo lavoro sui Colli in una mostra presso il Museo di arte contemporanea “Dino Formaggio” di Teolo: 
Colli (I)  Euganei di Gioacchino Bragato, catalogo della mostra allestita presso il Museo di arte contemporanea “Dino Formaggio” di nTeolo dal 20 marzo al 17 aprile 2005, testi di L. Puppi , S. Giorato, Brani poetici di M. Bellodi, C. Bertinelli, G. Pellegrini, G. Segato, Comune di Teolo, Museo di arte contemporanea, 2005.

Volumi con iconografia

Apparati iconografici di particolare rilievo a corredo di volumi o altri contributi: 
Valandro R., Una piazza di Monselice. Immagini e ricordi, “Padova e la sua provincia”, 26 (1980), n.s., n. 1, p. 11-15, fa riferimento alla pala dell’altare di San Biagio nel Duomo Nuovo dove si rappresenta una processione dei “battuti” che attraversano la piazza principale della città; sullo sfondo la Rocca. 
Segato G., Roberto Ferruzzi (1853-1934) il pittore della Madonnina, Battaglia Terme 1989; nel catalogo è anche riprodotto un olio “Paesaggio dei Colli Euganei, cm. 15×10,s.d. 
Matteotti G. — Romanato G. P., I Colli Euganei sono il suo monumento, “Padova e il suo territorio” 9 (1994), n. 9, p. 50-51, che riporta un acquerello di Eugène Dragutescu del 1971 che mette a nudo un paesaggio euganeo deturpato da una cava. 
 
Nel volume Valandro R., Voci di cronache lontane. Storie minime in Padovanabassa, Monselice 1990, è contenuto un inserto di XVI tavole che riproducono: 
Delmo Veronese, Il Tresto, olio su tela, collez. privata 
Delmo Veronese, Il brolo del prete, olio su tela, collez.  privata 
Jacopo da Montagnana, La Madonna del Tresto, dipinto su tavola, sec. XV, Santuario del Tresto in Ospedaletto Euganeo 
Anonimo, Ex voto per grazia ricevuta, dipinto su tavola, sec. XVIII, Santuario del Tresto in Ospedaletto Euganeo 
Anonimo, Ex voto per grazia ricevuta, dipinto su tavola, sec. XVIII, Santuario del Tresto in Ospedaletto Euganeo 
Callegari Adolfo, Ritratto di Arquesana, disegno acquarellato, collez. privata 
Gonzato Claudia, Ritratto di Giovanni Brunacci, olio su tela, collez.  Ruzzante 
Gonzato Claudia, Ritratto di Giacomo Zanellato, olio su tela, collez.  Ruzzante 
Gonzato Claudia, Ritratto di Celso Carturan, olio su tela, collez. Ruzzante 
Gonzato Claudia, Ritratto di Stefano Piombin, olio su tela, collez. Ruzzante 
Anali Giorgio, Protagonisti della Giostra della Rocca: i nobili, china acquarellata, collez. Ruzzante 
Anali Giorgio, Protagonisti della Giostra della Rocca: il cavaliere, china acquarellata, collez. Ruzzante 
Anali Giorgio, Protagonisti della Giostra della Rocca: i popolani, china acquarellata, collez. Ruzzante 
 
Selmin F., Storia del Gabinetto di Lettura di Este 1847-1997, Este 1997, che riproduce una incisione di Tono Zancanaro che rappresenta la sede del Gabinetto di Lettura ad Este, p. 90. 
Valandro R., Il Museo vivo dell’oralità. Sulle tracce di storie a memoria. Ricerche e scuola in Padovanabassa, Ill. pittoriche di G. Coccato, Diacolor di C. Bulegato, Monselice 2002, con molte foto storiche. 
Una veduta di Arquà da Oriente abbiamo in una acquaforte di Francesco Bellucco (fine sec. XVIII) riportato in: Bortolami S., Il paesaggio euganeo ai tempi del Petrarca, “Padova e il suo territorio”, 18 (2003), n. 106, p. 25. 
 
Il recente volume Monselice. La Rocca, il Castello. Dalla Fondazione “Giorgio Cini” alla Regione del Veneto, a cura di A. Businaro, foto di C. Bulegato, Cittadella 2003, contiene alcune immagini della città: 
1. Prospetto topografico di Monselice rilevato nell’anno 1712 e trasportato come nel presente nell’anno 1832 a diligenza di Andrea Cocchi, Monselice — collezione Reuspi, p. 162 
2. Veduta ottocentesca delle rovine del circuito fortificato detto Duomo vecchio, completamente distrutto dalla grande “cava Cini”particolare di un’incisione di G. Mazzocca, Monselice, collezione Ruzzante
3. Veduta seicentesca di villa Duodo e delle Sette Chiese da un’incisione di F. Guerra, G. De Angelis, Monselice, collezione Ruzzante. 
4. Veduta di Monselice nella metà dell’Ottocento da una litografia di Kikinger, Schwemminger, Padova, Musei Civici agli Eremitani. 
 
Un recente catalogo della “Mostra Euganea” curata dalla Città di Abano Terme, in collaborazione con il Comune di Arquà e il Parco Regionale dei Colli Euganei, e allestita presso la Galleria d’Arte contemporanea Al Montirone, raccoglie 20 artisti che hanno dedicato alcune loro opere al territorio euganeo: 
“Mostra Euganea”, Abano Terme 2004. 
 
Gli ex-voto 
Peraro G., Il Tresto. Fatti, ricordi personaggi all’ombra dell’antico Santuario, Comune di Ospedaletto Euganeo 1985, che riporta alcuni ex voto in cui si notano i panorami della campagna attorno: il cielo azzurro, lo sfondo dei Colli Euganei e qua e là frondose piante, che fanno ricordare il maestoso olmo scomparso qualche tempo addietro.  
 
Dedicato alla storia della rappresentazione di Praglia: 
Frison G. — Marcon S., Il monastero di Praglia in disegni e rilievi antichi e moderni, in L’Abbazia di Santa Maria di Praglia, a cura di C. Carpanese e F. Trolese, Cinisello Balsamo (MI) 1985, p. 230-240.
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