religiosità popolare – bibliografia

Aspetti generali

La Religiosità popolare è caratterizzata dal contrasto tra le deformazioni di matrice popolare e le sue contaminazioni con la superstizione e la magia, da un lato, e l’autorità della Chiesa, dall’altra, che ha cercato di purificare questa religione dagli abusi. Per un approccio generale alla religiosità popolare con particolare riferimento all’area veneta e padovana, si veda: 
Billanovich G., Uffizi drammatici della Chiesa padovana, in “Rivista Italiana del Dramma”, 18 (1940), p. 70 e sgg. 
Sui costumi in uso la notte dei morti (seppur nel Veronese), si veda: 
Solinas G., La notte dei morti, in  Atti del Congresso di Studi  Etnografici italiani,  Napoli 1952. 
Lanternari V., La politica culturale della Chiesa nelle campagne: la festa di S. Giovanni, “La società”, II (1955), p. 64-95. 
Acquaviva S. S., Un primo contributo alla sociologia storico-religiosa del padovano, “Studia patavina”, 1956, p. 140-153. 
Sulla religiosità popolare padovana nel Medioevo sono importanti alcuni manoscritti conservati nella Biblioteca Capitolare: due Liber Processionalis e un Liber Ordinarius che sono stati studiati da Gasparotto C., Padova ecclesiastica 1239: note topografiche storiche, in “Fonti e ricerche di storia ecclesiastica padovana”, Padova 1967. 
Corrain Cl., Religiosità popolare veneta, “Palestra del Clero”, 38 (1959), p. 1-31; 
Bo V., La religiosità popolare. Studi, ricognizione storica, orientamenti pastorali, documenti, Assisi 1979. 
Manselli R., Resistenza dei culti antichi nella pratica religiosa dei laici nelle campagne, in Cristianizzazione ed organizzazione ecclesiastica delle campagne nell’Alto Medioevo: espansione e resistenze, 28, tomo I, Spoleto 1982, p. 57-127. 
Dal Ferro G., Religione e religiosità nel Veneto ieri e oggi, Venezia Regione del Veneto — Vicenza 1988. 
Coltro D., Santi e contadini. Lunario della tradizione orale veneta. Verona 1998
Religione e religiosità nel Veneto ieri e oggi, a cura di G. Dal Ferro, Vicenza [1988] (Ricerche, 3). 
 
Abbiamo poi i molteplici contributi del prof. Vecchi: 
Vecchi G., Uffizi drammatici della Chiesa padovana, in “Bibl. Arch. Romanicum”, 41 (1954). 
Vecchi A., Il culto delle immagini nelle stampe popolari, Firenze 1968. 
Vecchi A., Religiosità, culto, folklore. Studi e appunti, Padova 1991. 
Vecchi A., La religiosità contadina nel ciclo dell’anno in Le Relazioni Sociali a cura di Manlio Cortelazzo, Padova 1992 p. 129-145. 
 
Anche se riferite all’area del cittadellese sono esemplari le ricerche condotte da Gisla Franceschetto: 
Franceschetto G., I capitelli di Cittadella e Camposampiero. Indagine sul sacro nell’alto padovano, Roma 1972. 
Franceschetto G., La civiltà rurale a Cittadella e Camposampiero, Roma 1977, che nel terzo capitolo affronta il tema della religione (La religione e la cultura, p. 72-105). 
 
Numerosi reperti della cultura popolare troviamo nei lavori del Bernoni relativi all’ambiente veneziano e ristampati da qualche decennio: 
Bernoni D. G., Preghiere popolari veneziane, Venezia 1970. 
 
A mo’ di introduzione all’affascinante tema dell’immagine del mondo rurale come emerge nelle fonti agiografiche, si veda: 
Agiografia altomedievale, a cura di S. Boesch Gasano, Bologna 1976. 
Brown P., Il culto dei santi. Problemi della cultura popolare nel Medioevo, Torino 1986. 
Grégoire R., Il contributo dell’agiografia alla conoscenza della realtà rurale, in Medioevo rurale, a cura di V. Fumagalli e G. Rossetti, Bologna 1980, p. 343-360. 
Golinelli P., Elementi per la storia delle campagne padane nelle fonti agiografiche del secolo XI, “Bullettino dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano”, 87 (1978), p. 1-54. 

Sulla devozione a Sant’Antonio

Per la diffusa devozione a S. Antonio, si veda: 
Bolzonella M., Orme antoniane sugli Euganei,  “Abano Terme. Notiziario dell’Azienda di Cura”, 7 (1955), n. 6, n. n. 
Giuriati P., Devozione a S. Antonio. Ricognizione socio-culturale, Padova s.d. 
Giuriati P., La devozione popolare a S. Antonio abate e s. Antonio di Padova in area abruzzese e veneta, “Il Santo”, II, 17 (1977), fasc. 1-2. 
Rigon A., Dévotion et patriotisme communal dans la génèration et la diffusion d’un culte: le bienheureux Antoine de Padoue surnommé le “Pellegrino” (+1267), in Faire croire. Modalité de la diffusion et de la réception des messages religieux du XIIe au Xve siècle, Roma 1981, p.264-272. 
Vecchi A., Devozione popolare a S. Antonio di Padova. Catalogo della Mostra, Padova 1981. 
Meglio localizzata (con riferimento all’area collinare) la devozione al Santo appare in: 
Ghidotti R., Sant’Antonio di Padova e il miracolo della donna di Monselice, con una nota storica di R. Valandro, Monselice 1995. 
Superstizioni ed espressioni della pietà popolare legate al culto di Sant’Antonio, materiali confluiti in un’indagine a vasto raggio condotta in occasione del 750° anniversario della morte del taumaturgo, di cui tratta: 
La devozione antoniana nella diocesi di Padova, a cura di P. Giuriati, C. Bellinati, I. Daniele, Padova 1982, Cospicuo è il nucleo raccolto nell’area monselicense con epicentro Ca’ Oddo di Monselice. Sul medesimo argomento si veda anche: 
S. Antonio di Padova fra storia e pietà. Colloquio interdisciplinare su “il fenomeno antoniano”, Padova 1977. 
Cuman F. S., I capitelli di S. Antonio di Padova. Fede, storia, arte, Marostica 1989. 
Sant’Antonio oggi. Presenza viva nella pietà, nella pastorale, nell’impegno caritativo, sociale e culturale. Atti del Convegno di studio, Padova, 19-20 maggio, 1989, Padova [1990]. 
Rigon A., Dal libro alla folla. Antonio di Padova e il francescanesimo medioevale, Roma 2002. 
Per André Vauchez. I miracoli di Antonio il Pellegrino da Padova (1267-1270), Padova 2003.

Sui santi patroni

Valandro R., Un patrono per una città. S. Sabino i luoghi e i protagonisti di una religiosità millenaria, Monselice 1995. 
Marin S., Alla ricerca della storia dell’antica chiesa del Carmine, Monselice 1980 dove si ricostruisce la storia dell’oratorio ma anche l’atmosfera popolare nell’ambito della quale maturava la festa patronale cara ai montericcani per i quali sagra voleva dire la festa dea Madona dei Carmini, che si festeggiava il 16 luglio. La sagra veniva organizzata da un comitato e la gente dava con generosità e oltre ai soldi offriva vino, salami, polli e doni in natura destinati alla lotteria o all’albero della cuccagna.  
Altre feste tradizionali sin dal Medioevo sono la ricorrenza della Natività della Madonna di Este, di Ognissanti a Monselice che coincidevano con “fiere” della durata di nove giorni (nundine).

Sugli ex voto

Riferito a circa 100 santuari veneti, si veda: 
Corner F., Notizie storiche delle apparizioni e delle immagini più celebri di Maria Vergine Santissima, nella città e dominio di Venezia, Venezia 1761, 604 p. riferite anche ai miracoli avvenuti in seguito al voto. 
 
Peraro G., Il Tresto, fatti ricordi personaggi all’ombra dell’antico Santuario, Cittadella 1981, (a pag. 40-42 sono descritti gli ex voto del Santuario). 
Un lungo elenco dedicato agli eventi miracolosi sono contenuti in: 
Tomasini G. F., Historia della Beata Vergine di Monte Ortone, Padova 1644. 
Una vasta e approfondita indagine sull’ex voto abbiamo in: 
Vecchi A., Per la lettura delle tavolette votive, in “Studia Patavina, rivista di scienze religiose”, 21 (1974), n. 3, p. 602-621.

Sulla religiosità mariana

La mappa della religiosità mariana è disegnata da: 
Candeo P. M., I Santuari mariani della diocesi di Padova. Storia, arte, culto folclore, Villa del Conte (PD) 1986, dove sono inseriti il Santuario della Vergine della Salute di Monteortone, il Santuario del Monte della Madonna di Teolo, la Madonna del Tresto ad Ospedaletto e il tempio di S. Maria delle Grazie ad Este. 
Si veda anche: 
Gumppenberg G., Atlante mariano, ossia origine delle immagini miracolose venerate in tutte le parti del Mondo…, Verona 1839-1847. 
Grinzato F., Della devozione a Maria in Padova, Padova 1874. 
Notizie religiose pubblicate in occasione di privati pellegrinaggi… con appendice, Padova 1875. 
Vinciotti A., I mille Santuari mariani d’Italia illustrati, Roma 1960. 
Cracco G., Dai Santi ai Santuari: un’ipotesi di evoluzione in ambito veneto, in Studi sul medioevo veneto, Torino 1981 (Passatopresente, 1), p. p. 25-42. 
Marcucci D., Santuari mariani d’Italia, storia, fede, arte, Roma 1983. 
Niero A., Santuari nel Veneto, Venezia 1984. 
Valandro R., Santuari mariani e religiosità popolare nella prima età veneziana,in Introduzione storica alla lettura della Carta Catastale del “Retratto del Gorzon”. Itinerari e Documenti per una storia della Bassa Padovana, Parte I, Stanghella 1986 (Quaderni del Gruppo Bassa Padovana), p. 203-241. 
Valandro R., Santuari mariani e religiosità popolare nella prima età veneziana, in Valandro R., Padovanabassa, materiali per un ritratto storico, Este 1987, p. 61-101. 
Valandro R., Il Santuario del Tresto a Ospedaletto Euganeo e il culto mariano in Bassa Padovana, Padova 1992 (Tesori del Veneto. Chiese e Santuari, 3).

Sulle confraternite

De Sandre Gasparini G., Statuti di confraternite religiose di Padova nel Medio Evo. Testi, studio introduttivo e cenni storici, Padova 1974, (Fonti e ricerche di storia ecclesiastica padovana, 6). 
Pasotto S., La confraternita del SS. Sacramento nella vita religiosa, tesi di laurea, Università di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, a. a. 1982-1983. 
Vettorato F., Le Confraternite di devozione a Este tra XIV e XVIII secolo, “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 7 (1997), n. 14, p. 125-164.

Tradizioni particolari

Una breve indagine anche nelle radici teologiche di una popolare festa a cura di un grande esperto, benedettino di Praglia e promossa dagli “Amissi del Piovego”, abbiamo in una pubblicazione edita dalla Provincia di Padova e dal Comune di Padova: 
Visentin P., I Falò e l’Epifania, Padova 1988. 
Sulle tradizioni di “pasquetta” si veda anche: 
Bozza U., La “Pasquetta” euganea, “Rassegna padovana”, 1891, p. 84-89, dove si parla dei bugeli i grandi fuochi che brillano nella notte, le stele, grosse compagnie questuanti di sonatori e cantatori, riportanto anche una stela (cosiddetta anche il canto che si faceva preceduta da una stela di carta, illuminata e girevole) e una pastorela  che l’autore dice di aver raccolto a Teolo dove si cantavano. La stessa  Pastorela, riportata dal Bozza  che inizia con il coro Vusto, Bapo, che andavamo a catar quel bambinel? — viene riportata anche in: 
Il fiore della lirica veneziana, IV, Canzoniere religioso, p. 297 
Vallerani F., Due feste religiose sul fiume Bacchiglione: Pontelongo e Bassanello, “Padova e la sua provincia”, 27 (1981), n.s., n. 1, p. 13-17. 
 
Diano A. — Puppi L. (a cura di), Tra monti sacri, “sacri monti” e santuari: il caso veneto, Padova, Il Poligrafo, 2006, (Carrubio. Collana di storia e cultura veneta), in cui il complesso architettonico simbolo di Monselice, la “via romana” delle sette cappelle romanis basilicis pares, viene studiato rapportandolo alla fenomenologia piemontese-lombarda dei Sacri Monti. Oltre al Santuario di Monselice il volume si occupa di altre 5 complessi devozionali: Monte Berico a Vicenza, Santa Maria del Monte di Teolo, Santa Maria di Monsummano di Santorso, SS. Vittore e Corona di Feltre, San Francesco di Paola di Revine. 
 
Per una ricerca sulle tradizioni pasquali e natalizie si veda: 
Espen A., Dalle ceneri alla fugasa: la Pasqua nei Colli Euganei, in Luzzagni G. (a cura di), Paese che vai Pasqua che trovi, Montemerlo 2002, p. 58-62.. 
Espen A., Dall’Avvento all’Epifania: le festività natalizie nei Colli Euganei, in Luzzagni G. (a cura di), Paese che vai Natale che trovi, Montemerlo 2002, p. 43-49. 
 
Sulle campane e sul loro significato simbolico nella cultura popolare, si veda: 
Cenghiaro G. – Nonis P. G. (a cura di), Nove secoli di campane: arte, cultura, storia, simbolo nella vita della gente — Cervarese, Oratorio della S.Croce, settembre/novembre 1986, Abano Terme 1987, con particolare riferimento al contributo di Prandi C., Il tempo delle campane, p. 101-109. 
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