sanità malattia

Farmacopea e medicina popolare

Farmacopea e medicina popolare dei Colli Euganei sono esposte nel paragrafo 4 (Le scienze popolari) in: 
Corrain Cl., Elementi per una etnografia dei Colli Euganei (Padova), in “Quaderni di scienze antropologiche”, 9 (1983), p. 150-221. 
L’autore ritorna sull’argomento qualche anno dopo esponendo i risultati del lavoro di un laureando — Paolo Sante — e dal botanico Giovanni Lorenzoni, evidenziando il rapporto tra medicina e botanica. Chiudono alcuni cenni di veterinaria popolare: 
Corrain Cl., Pratiche terapeutiche popolari nell’area dei Colli Euganei (Padova), in “Quaderni di scienze antropologiche”, 13 (1987), p. 146-160. 
Un primo approccio, invece, alla medicina veterinaria tradizionale è abbozzato in: 
Corrain Cl. — Zampini P., Il prontuario d’un veterinario polesano del primo ‘800, in “Etnoiatria”, 1 (1967), n. 1, estratto. 
 
L’antica tradizione del battere marzo  è messa in relazione al desiderio di conservare la bellezza, la salute, le energie del corpo ed allontanare le iettature: 
Paladini P., La tradizione padovana e veneta di battere marzo, in Atti e memorie dell’Accademia di storia dell’arte sanitaria, 1 (1935), serie II, n. 3-4, p. 105-108.

Contributi sull’ambiente veneto

 le molteplici opere relative all’ambiente veneto, segnaliamo: 
Civiltà rurale di una valle veneta. La Val Leogra, Vicenza 1976, che dedica un lungo capitolo (La medicina e le “credenze” mediche”, p. 343-370) alle malattie e ai rimedi, per lo più botanici. 
Che i preti contribuissero a conservare questa tradizioni e questa sapienza popolare pare si possa derivare da un manoscritto di cui si occupa: 
Agostoni C., Spunti medico-terapeutici in un manoscritto, conservato alla Biblioteca comunale di Treviso, di Giambattista Sasso, autore settecentesco, in Atti del XXI congresso internazionale di storia della medicina, vol. II (settembre 1968), p. 925-939. Qui il Sasso, medico o più probabilmente ecclesiastico vicentino, raccoglie ricette e prescrizioni mediche in uso presso il popolo. Di tali ricette abbiamo avuto modo di trovarne anche nell’Archivio storico della Parrocchia di Monterosso trascritte dal parroco di Monterosso d. Luigi Francesconi (1752-1838) e che si riportano: 
Preservativo pel CholeraAssenzio, pesto, Rabarbaro in polvere due dramme per sorte; china calissaia di prima qualità mezza oncia; Teriaca Andromaca un oncia; la corteccia d’Avanzio meglio secca che fresca. Il tutto infusione in libbre tre di vino generoso meglio bianco che nero: ben chiuso ed agitato di quando in quando per due giorni continui, quindi filtrato e colato, si tenga in serbo. Da prenderne un’oncia ogni mattina a digiuno.
 

Ruolo del prete e credenze

Di questo ruolo socio-sanitario del prete, occupandosi del “prete di Sprea” — don Luigi Zocca, attivo nella Val d’Illasi — fitoterapeuta e guaritore, si tratta in: 
Corrain Cl., Le ricette del “prete di Sprea”, in Lessinia (Verona), “Quaderni di scienze antropologiche”, 4 (1980), p. 200-210; 
Corrain Cl., Molte ricette del “prete di Sprea” (Valle d’Illasi). Una versione italiana, “Quaderni di scienze antropologiche” 10 (1984), p. 88-118. 
Dello stesso prete si occupa: 
Tassoni G., Don Luigi Zocca, il cuore  e la mente, “Terra cimbra”, 16 (1985), n. 61, p. 21-26. 
 
Credenze mediche e terapeutiche sono raccolte nell’articolo: 
Bernardi U., Gli studi sul costume e le tradizioni popolari nell’Ottocento, in Storia della cultura veneta. Dall’età napoleonica alla prima guerra mondiale, Vicenza 1986, vol. VI, p. 311-341, e in particolare nel paragrafo 4, Superstizioni e pregiudizi medici, con dettagliata bibliografia. 
Sempre in generale per il Veneto si veda: 
Coltro D., Dalla magia alla medicina contadina e popolare, Firenze 1983, riferita all’area veronese. 
 
Sui stretti rapporti tra magia e medicina popolare in area veneta anche attraverso gli atti di processi per stregoneria della Repubblica Veneta si occupa: 
Tanfani G., Le streghe e il malocchio nella medicina popolare veneta, “Rivista di scienze mediche e naturali” 30 (1939), serie V, n. 3-4, p. 125-138, riportando anche un episodio di cronaca avvenuto a Torreglia e relativo all’operato di una guaritrice/strega. 
Antiche pratiche di medicina popolare nei processi del S. Uffizio. Venezia, 1572-1591, a cura di Marisa Dilani, Padova 1986. 
Dei rimedi popolari e ciarlataneschi contro la peste si occupa in due capitoli: 
Preto P., Peste e società a Venezia, 1576, Vicenza 1978. 
 
Interessante la tesi: 
Pugliese Bartolomeo E., Contributo a uno studio sulla medicina popolare in Italia, con particolare riferimento al Veneto, tesi di laurea, Università di Padova, a. a. 1964-65, che confronta le terapie della medicina popolare veneta con quelle di altre regioni e raccoglie testi di ricette popolari nel comune di Tribano (Padova). Valida bibliografia finale.

Storia della medicina

Sulla medicina ufficiale e la sua storia a Padova e nel Venetosegnaliamo: 
Ongaro G., La medicina nello Studio di Padova e nel Veneto, in Storia della Cultura veneta. Dal primo Quattrocento al Concilio di Trento, a cura di G. Arnaldo e M.Pastore Stocchi, 3/III, Vicenza 1981, p. 75-134. 
Premuda L., La medicina e l’organizzazione sanitaria, , in Storia della cultura veneta, 4/II, Dalla Controriforma alla fine della Repubblica, a cura di G. Arnaldi e M. Pastore Stocchi, Vicenza 1984, p. 115-150. Lo stesso autore ritorna sul ritardo accumulato dallo Studio padovano negli aggiornamenti sugli sviluppi biologico-scientifici intervenuti nel mondo anglo-olandese nel corso del ‘700: 
Premuda L:, La medicina, in Storia della Cultura veneta. Il Settecento, 5/II, a cura di G. Arnaldi e M. Pastore Stocchi, Vicenza 1986, p. 229-269; da segnalare anche le pagine dedicate a Salvatore Mandruzzato ed ai Bagni di Abano (p. 258-264). Dello stesso autore una ampia panoramica abbiamo in: 
Vanzan Marchi Nelli E., I mali e i rimedi della Serenissima, Vicenza 1995. 
Premuda L., Da Fracastoro al Novecento. Mezzo millennio di medicina tra Padova, Trieste e Vienna, Padova 1996. 
Sull’opera del famoso medico padovano, si veda: 
Pesenti Marangon T., Michele Savonarola a Padova. L’ambiente, le opere, la cultura medica, “Quaderni per la storia dell’Università di Padova”, 9-10 (1976-77). 
 
Sulla morte, ormai classici sono gli affascinanti saggi: 
Ariès P., Storia della morte in Occidente dal Medioevo ai giorni  nostri, Milano 1978. 
Vovelle M., La morte e l’Occidente. Dal 1300 ai giorni nostri, Bari 1986.

Pellagra e lebbra

Fanzago Fr., Memoria sopra la pellagra del territorio padovano, Padova 1789, dove si riporta il caso clinico di una tale Francesca Arcolina da S. Pietro sotto Abano, p. 16-18. Ancora un contributo del nobile medico padovano, professore di medicina pratica all’Università di Padova, Francesco Fanzago (1764-1836): 
Fanzago Fr., Paralleli tra la pellagra ed alcune malattie che più le rassomigliano, Padova 1792. Lo stesso autore si occupò anche del vaccino contro il vaiolo: 
Fanzago Fr., Memoria storica ragionata sopra l’innesto del vaiuolo vaccino, Padova 1801. 
Fanzago Fr., Sulle cause della pellagra, “Atti e Memorie dell’Accademia patavina di scienze lettere ed arti – Memorie”, 1807, p. 22 e sgg. 
Benvenisti M., Sulle cause della pellagra, “Atti e Memorie dell’Accademia patavina di  scienze lettere ed arti – Rivista Periodica”, 1 (1852), p. 74 e sgg. 
Benvenisti M., Riflessioni sulla lebra e sulla pellagra ed analogia che sembra esservi nella loro condizione essenziale, “Atti e Memorie dell’Accademia patavina di  scienze lettere ed arti – Rivista Periodica”, 5 (1857), p. 160 e sgg. 
Obsolato Giuseppe (medico in Padova), Delle forme attuali di lebbra osservate nello spedale e nel territorio padovano, con cenni storici delle sue lebbroserie nel medio evo, “Atti e Memorie dell’Accademia patavina di  scienze lettere ed arti – Nuovi Saggi”, 7 (1857), p.te II, p. 497. 
Morpurgo E., La pellagra, “Il Raccoglitore”, 9 (1860-1861), p. 213-258, 
Arrigoni Degli Oddi O., La pellagra nella provincia di Padova, Padova 1883. 
Tebaldi A., La pellagra nella provincia di Padova. Relazione alla Società italiana d’igiene, sede particolare di Padova, Milano 1884. 
Tra gli studi contemporanei 
De Bernardi A., Pellagra, Stato e scienza medica:la curabilità impossibile, in Storia d’Italia. Annali 7. Malattia e medicina, a cura di F. Della Peruta, Torino 1984, p. 679-704. 
Vanzetto L., I ricchi e i pellagrosi: un secolo di storia dell’istituto “Costante Girs” di Mogliano Veneto, Abano Terme 1992, p. 275 (con statistiche riferite all’area collinare come alle p. 174 — 175).

Sul colera

Berselli G., Relazione sull’ultima epidemia colerica nel comune di Padova dell’anno 1867, “Atti e Memorie dell’Accademia patavina di  scienze lettere ed arti – Rivista Periodica”, 17 (1868), p. 59 e sgg. 
Foscarini G., Del cholera morbus , “Atti e Memorie dell’Accademia patavina di  scienze lettere ed arti – Rivista Periodica”, 17 (1868), p. 67. 
Berselli G., Relazione del cholera in Padova nell’anno 1873, “Atti e Memorie dell’Accademia patavina di  scienze lettere ed arti – Rivista Periodica”, 24 (1874), p. 111 e sgg. 
Vale la pena anche di consultare l’opera di Antonio Berti (1812-1879), che fu per alcuni anni medico condotto a Teolo. Passato a Venezia al tempo della insurrezione del 1848, notò che il morbo pareva intensificarsi in concidenza  con assembramenti di piazza. Queste sue considerazioni ci lasciò in: 
Berti A., Brevi cenni intorno al colera di Montagnana nel settembre ed ottobre 1849, Venezia 1855. 
Berti A., Sulla relazione del Cholera in Venezia colle vicende metereologiche e col calendario religioso e civile, Venezia 1859.

Sulla peste

Sulla statistica delle malattie si veda: 
Corradi A., Annali delle epidemie occorse in Italia dalle prime memorie fino al 1850, Bologna 1865-1880, Vol. II : dall’anno 1601 al 1800. 
Ministero dell’Interno, Carta della mortalità per infezione malarica in ciascun comune del regno d’Italia nei tre anni 1890-91-92, Roma 1894. 
 
Segnaliamo, inoltre, alcuni contributi ottocenteschi sulle più terribili malattie dell’epoca: 
 
a) peste 
Canobbio A., Il successo della peste occorsa in Padova l’anno MDLXXVI, Venezia 1577. 
Scotto A., Trattato storico della peste dell’anno 1631, Padova 1631. 
Alessi A., Preservazione della Peste e Historia della peste di Este, Padova 1640, dove si racconta dei 2000 morti tra il novembre 1630 e il dicembre dell’anno dopo, 1631. 
Ferrari C., Il Lazzaretto di Padova durante la peste del 1630-31, Padova 1905 
Morpurgo E., Lo Studio di Padova, le epidemie, i contagi durante il Governo della Repubblica Veneta (1405-1797) in Memorie e Documenti per la storia dell’Università di Padova – Celebrazioni del VII Centenario dell’Ateneo, Padova 1922, p. 197-240, che riporta anche la serie cronologica delle principali epidemie. 
Preto P., Le grandi pesti dell’età moderna: 1575-1577 e 1630-1631, in Venezia e la peste, Venezia 1979, p. 123-156. 
Dal Fiume A., Medici, medicina e peste nel Veneto durante il sec. XVI, “Archivio Veneto”, 116 (1981), p. 33-58. 
Preto P., La società veneta e le grandi epidemie di peste, in Storia della cultura veneta, 4/II, Dalla Controriforma alla fine della Repubblica, a cura di G. Arnaldi e M. Pastore Stocchi, Vicenza 1984, p. 377-406. 
Preto P., Peste e società a Venezia 1576, Vicenza 19842 (Studi e testi veneziani, 7). 
Piva L., Le pestilenze nel Veneto, Camposampiero 1991. 
De Checchi F., La peste a Padova negli anni 1555-56, in “Padova e il suo territorio”, 13 (1998), n. 73, p. 11-13.

Sulle strutture sanitarie locali

 Uno sguardo alle strutture sanitarie locali 
De Kunert S., Alcune notizie storiche sulla Casa di Dio di Padova ora Istituto degli Esposti, Padova 1898. 
Dondi Dall’Orologio F., La Casa si Ricovero di Padova nel primo centenario della sua fondazione. 1821-1921, Padova 1921. 
Imbert J., Ospedale, in Dizionario degli Istituti di perfezione, VI, Roma 1980, col. 922-942, che contiene una sintesi 
sulla storia e l’evoluzione degli istituti ospedalieri. 
D’Alena G., Problemi sanitari del territorio estense nella seconda metà del settecento, tesi di specializzazione dell’Università degli Studi di Ferrara, Facoltà di Medicina, Scuola di Specializzazione in Medicina Legale e delle Assicurazioni, a. a. 1983-84. 
Beltrame G., Ospizi, ospedali, istituti di carità in Padova, Padova 1985. 
Grandis C., Il lazzarétto alle Brentelle, in Il Quartiere Brentella. La città di Padova oltre le mura occidentali, a cura di C. Grandis, Sommacampagna 1999, p. 173-196. 
Ranieri D., Storia dell’assistenza, della beneficenza e della carità a Padova dall’alto Medioevo ai nostri giorni, Firenze 2000. 
Baraldo C. – Turati C., Storia del manicomio provinciale di Padova, in Dai non luoghi all’esserci con. Un difficile dispositivo per la memoria, a cura di L. Baccaro e F. Fasolo, “Psichiatria generale e dell’età evolutiva”, 40 (2003), fasc. 1, p. 21-62, dove si raccontano le vicende del Manicomio Provinciale di Via dei Colli fondato nel 1907 e dove trovarono lavoro molte ragazze dei Colli. Una ulteriore raccolta di testimonianze troviamo in: 
Baccaro L. – Santi V.,  Dai non luoghi all’esserci-con. Storia e testimonianze del “Manicomio” di Padova a cento anni dalla costruzione 1907-2007, Provincia di Padova – La Galiverna, 2007. 
Numero monografico di “Padova e il suo territorio”  22 (2007), n. 129 dedicato allo sviluppo dei temi collegati alle strutture e agli assetti dell’assistenza, dall’infanzia abbandonata agli ospedali (San Francesco e Giustinianeo), alle Scuole di Carità. 
L’ultimo Direttore psichiatrico, Luigi Massignan, che resse l’Istituto dal 1971 fino all’introduzione della Legge 180/833 nota come “Legge Basaglia” che impostò un tipo di psichiatria “aperta” e decretò la chiusura degli ospedali psichiatrici, ha redatto una sintesi storica del glorioso Istituto di Brusegana che fu all’avanguardia nella cura dei malati di mente in: 
Massignan L., Psichiatria padovana, “Padova e il suo territorio”,  23( 2008), n. 134, p. 26-30. 
 
I percorsi della fede e l’esperienza della carità nel Veneto medievale. Atti del Convegno, Castello di Monselice, 28 maggio 2000, a cura di A. Rigon, Padova 2002 (Carrubio collana di storia e cultura veneta, 1), che contiene tra  gli altri i contributi:  
Bortolami S., “Locus magne misericordie”. Pellegrinaggi e ospitalità nel Veneto medioevale, p. 81-131. 
Gios P., Itinerario di visita e assetto ospedaliero in diocesi di Padova (1488-1489),  p. 231-259. 
 
Per una panoramica sui numerosi ospizi-ospedali che sorgevano anche nel territorio collinare nel Medioevo, si veda: 
Carraio G., Hospitalia padovani nel Medioevo, “Padova e il suo territorio”, 19 (2004), n. 109, p. 6-12.

Sulle farmacie

Maggioni G., Le farmacie dei monasteri di Padova e del territorio con particolare riguardo alle spezierie dei benedettini, “Il farmacista”, 6 (1952), p. 492-494, 549-551. 
Maggioni G., Piccole storie di farmacie padovane, “Padova e la sua provincia”, n.s., 20 (1974), n.s., n. 1, p. 9-13. 
Maggioni G., Piccole storie di antiche farmacie padovane (XII e fine), “Padova e la sua provincia”, n.s., 21 (1975), n.s., n. 3, p. 11-15.
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