Le osservazioni scientifiche dell’abate Toaldo
Nell’ambito delle prime osservazioni di taglio scientifico, fondamentale appare il lavoro di Giuseppe Toaldo, La meteorologia applicata all’agricoltura. Memoria che ha riportato il premio della Società Reale delle Scienze di Montpellier, sul Problema proposto per l’Anno 1774: Qual’è l’influenza delle meteore sulla vegetazione, e quali conseguenze pratiche possono ricavarsi, relativamente a quest’oggetto, dalle differenti osservazioni metereologiche sin ora fatte, Venezia 1775, che riporta una Istoria generale delle quattro stagioni dell’anno, col carattere dei mesi, e dei giorni (dove anno per anno, dal 1725 al 1774, egli annotava le qualità dei giorni: S sole, sereno, T G, tuono e gragnuola, C caligine, ecc, componendo poi una tavola complessiva e analizzando, infine, le qualità dei mesi).
L’abate Toaldo (nato a S. Lorenzo di Pianezze vicino a Marostica nel 1719 e morto nel 1799), dopo la laurea in teologia conseguita nel 1742 presso il Seminario vescovile di Padova, assunse l’incarico di professore presso la cattedra di “Astronomia e Meteolorogia” dell’Università di Padova dal 1764 fino al 1797.
Nelle sue pubblicazioni ripetutamente cita come le osservazioni più vecchie di Venezia quelle registrate dal sig. Tomaso Temanza (1705-1789). Costui era stato impiegato presso la pubblica amministrazione, alle dipendenze dello Zendrini, di cui fu amato discepolo, occupandosi delle regolarizzazioni dei fiumi e della laguna. Traendo spunto dalle sue osservazioni che erano fatte con grande precisione, il Toaldo dichiara, nel suo “Saggio meteorologico”, d’aver improntato le sue osservazioni. Alla fine del volume:
Orteschi P., La costituzione corrente brevemente considerata, Venezia 1762, troviamo alcune pagine contenenti le osservazioni giornaliere del Temanza che vanno dal 1 gennaio 1761 al 30 aprile 1762.
Le prime osservazioni di taglio scientifico
L’abate Toaldo rappresenta la figura di spicco di un clima culturale, ormai prossimo all’Illuminismo, favorevole all’approccio scientifico. Datano all’inizio del ‘700 le prime osservazioni meteorologiche raccolte a Venezia e a Padova con strumentazione scientifica, così da costituire serie coordinate e sistematiche da sottoporre a studio ed esame.
A Venezia spicca la figura di Bernardino Zendrini (1669-1747), medico nella patria bresciana e poi dal 1704 a Venezia. Studioso di matematica, idraulica e astronomia, egli era per sua natura propenso anche all’osservazione dei fenomeni atmosferici.
E se lo Zendrini cominciò a registrare con la massima diligenza dal 1727 le precipitazioni, le altezze massime e minime di maree e i fenomeni singolari, già da qualche anno prima a Padova, intorno al 1709, l’eclettico Giovanni Poleni — umanista e scienziato che occupò la cattedra di “Astronomia e Meteore”, che la Dominante aveva istituito sin dal 1583, a cui furono chiamati illustri docenti quali il Montanari (1678-87), il Poleni, appunto (1708-16), il Lavagnoli (1716-18), il Da Riva (1718-46) — aveva cominciato a osservare gli elementi meteorologici a Padova. Il marchese Poleni — allora poco più che venticinquenne — cominciò ad annotare le prime osservazioni metereologiche registrandone saltuariamente fino al 1725 e poi tutti i giorni a partire dal 1 gennaio 1725 trascrivendole in un volume manoscritto conservato presso l’Osservatorio Astronomico.
Dopo il Poleni, dal 1740, un altro illustre scienziato, Giovanni Battista Morgagni amico dello stesso Poleni, aveva anch’egli iniziato una serie di osservazioni
prime osservazioni metereologiche: vedi a proposito:
Crestani G., L’inizio delle osservazioni meteorologiche a Padova. Il contributo di Giovanni Poleni alla Meteorologia, Atti e Memorie R. Acc. Scienze Lett. Ed Arti in Padova, 17 (1925-26) n.s., disp. 1, 385.
Morgagni: Morgagni G.B., Osservazioni Meteorologiche 1740-1768.