vino – bibliografia

La viticoltura nei Colli

Vinum dulce gloriosum – pingue facit et carnosum atque pectus aperit… “ è un verso tratto dal famoso elogio del vino scritto da Morando da Padova “qui Padue in gramatica rexit” nel secolo XIII e riportato nella Cronica  di frate Salimbene da Parma. Cfr. L. Messedaglia, Leggendo la Cronica di frate Salimbeni da Parma. Note per una storia della vita economica e del costume nel secolo XIII, in “Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 103 (1943-44), p.te II, p. 407. E contiene forse un riferimento al dolce vino che già allora si produceva nei Colli Euganei. La viticoltura dei Colli, infatti, vanta tradizioni che vanno fino all’epoca romana, almeno a giudicare da quell’epigramma di Marziale – per la verità di non facile interpretazione — dove si parla delle “contrade euganee di Elicaone” con i “dossi dipinti e trapuntati di viti”. Stanchi del vin latino – cioè di quello prodotto dai vitigni tradizionali – si cerca la più raffinata vernaccia o il vin greco, il moscatello o la malvasia, vitigni importati da regioni straniere e che, al pari delle spezie, odorano i profumi di terre lontane. Così riservata ai palati dei pochi sarà anche quella vite schiava che Alberto da Baone, vassallo del potente marchese Obizzo d’Este, importò nelle sue terre, nei montis heuganeis, presto imitato anche dagli investimenti dei borghesi. L’episodio ci viene raccontato dal cronista Giovanni da Nono , il quale scrivendo nei primi anni del ‘300, data all’Anno del Signore 1184 quest’opera di disboscamento attuata dal conte – saggio e uomo probo, si dice. Avendo navigato in Slavonia, al suo ritorno costui portò con sè queste viti sclavas  – termine che da alcuni viene anche collegato all’origine geografica – che fece piantare sul monte di Baone.

Classici dell’agricoltura

Classici dell’agricoltura con molti riferimenti alla vite ed alla sua coltivazione:  
Africo Clemente, Dell’agricoltura Libri sei, Trevigi 1692. 
De’Crescenzi P., Trattato della Agricoltura traslatato nella favella fiorentina rivisto dallo ‘Nferigno accademico della crusca ridotto a migliore lezione da Bartolomeo Sorio…, Verona 1851. 
 
Gallo A., Le vinti giornate dell’agricoltura e de’ piaceri della villa, Venezia 1569. 
Fappani Agostino, Dei nuovi metodi di vinificazione. Relazione, Treviso 1823.  
Sette A., L’Agricoltura veneta, Padova 1843. 
Burger G., Agricoltura del regno lombardo-veneto, Milano 1843. 
Cavalli F., Studj economici sulle condizioni naturali e civili della Provincia di Padova in Scritti raccolti e pubblicati dalla Società d’Incoraggiamento per la Provincia di Padova, I., Padova 1851. 
Selvatico P., Vantaggi del vigneto a palo secco nei terreni sterili del padovano, Padova 1863. 
 
Agostinetti Giacomo, Cento e dieci ricordi che formano il buon fattor di villa, a cura di U. Bernardi e E. Demattè, Vicenza 1998.

Petrarca viticoltore

Sulla predilezione del Petrarca per l’agricoltura e la sua esperienza come viticoltore si veda: 
Cittadella G., Petrarca a Padova e ad Arquà, in Padova e Francesco Petrarca nel Quinto Centenario della sua morte, Padova 1874. 
Il cantore di Laura e dei paesaggi aprichi bagnati di “chiare fresche e dolci acque”, si ritirò negli ultimi anni della sua vita, come è noto, ad Arquà Petrarca nella quiete solitudine di una casetta, che è ancora ai nostri giorni ben conservata, “cinta da un oliveto e da una vigna”. In una sua lettera del 1373, come riporta Cittadella, egli scriveva: “Qui fra i Colli Enganei… mi fabbricai una piccola ma graziosa casina, cinta da un oliveto e da una vigna, che producono quanto basta ad una non numerosa e modesta famiglia”. Il vino che si otteneva da questo vigneto era dal Poeta considerato “antidoto alla lussuria e conforto alla temperanza”. Il Petrarca, come riporta Dalmasso, era dapprima astemio di vino e fu consigliato dal Dondi, suo amico e illustre medico, che venne appositamente ad Arquà, “di cer-car di migliorare l’ormai precaria sua salute e di giovarsi anche di un po’ di vino”. “Ma ciò che più ci rallegra” – continua Dalmasso – “è di avere prove sicure dell’amore del Petrarca per l’agricoltura in genere e per la viticoltura in ispecie”. Tali documentazioni sono già state segnalate da P. De Nolhac e raccolte nel saggio Petrarque jardinier che fu poi inserito nel secondo volume della sua opera classica Petrarque et l’humanisme, Paris 1907, Excursus II, Petrarque jardinier, p. 259-268, 2° vol. Sullo stesso argomento si veda anche: 
Marconi F., Il Petrarca nella storia dell’agricoltura, Memoria letta alla R. Accademia dei Georgofili nell’adunanza del dì 7 Maggio 1893, Firenze 1893. 
Sul legame e la permanenza del Petrarca nei Colli Euganei si veda il capitolo: “Petrarca e i Colli“.

Viticoltura veneta e padovana

Stefano C., “Vineto” nel quale brevemente si narrano i nomi antichi e volgari delle viti e delle uve, con tutto quello che appartiene alla coltura delle vigne, alla vendemmie e all’uve, Venetia 1545. 
Grillo, Canti 10 di Enante Vignajuolo, Verona 1738. 
Frigimelica A., Memoria sopra la piantagione e la coltura della vite, letta il 10 maggio 1770 nell’Accademia Georgica di Belluno, “Giornale d’Italia”, 8 (1770), p. 364-369. 
Giacomello G., Modo di preservare i frumenti, le uve ed altri prodotti dei campi, ai danni che ai medesimi cagiona la nebbia, detta caligo, da esso provato ed inventato con successo, Venezia-Milano 1774. 
Chendi D. V., Lettera al signor conte Carlo Bonni per rapporto alla coltura della vite e delle piante osservate sulla parte di Monselice ed Este del territorio padovano, Venezia 1792, estratto dal “Nuovo Giornale d’Italia”, 3 (1792). 
Cagnoli F., Memoria sopra l’abuso della vendemmia immatura, Venezia 1792. 
 
Di Maniago P., Catalogo delle varietà di viti del Regno Veneto, 1823. 
Keller A., Il bianco dei grappoli, Padova 1852. 
Keller A., Esame critico della memoria del sig. Odart sulla malattia delle viti, Padova 1853. 
Trevisan V., Di un metodo per prevenire i danni del bianco dei grappoli, Padova 1853. 
Keller A., Osservazioni fatte sulla malattia delle viti nel 1854 nel Regio orto Botanico S. Giobbe in Venezia e nel 1855 al R. Orto agrario dell’Università di Padova, Padova 1855. 
Keller A., Norme per la sulfurazione delle uve, Padova 1862. 
Anonimo, “Il Cantiniere Padovano”. Poche regole e del tutto pratiche sul modo di fare e conservare il vino, Padova 1876. 
Keller A., Consigli per preservare le viti dall’antracnosi, Padova 1877. 
Società Incoraggiamento agricoltura e industria, Concorso antifilosserico in provincia di Padova, Padova 1898. 
Lampertico D., La questione del Clinton, Padova 1900. 
Trentin G., Il sistema di viticoltura a raggi nel Padovano, Padova 1911. 
Dalmasso G., Sull’orientamento viticolo da dare alla provincia di Padova, “Annuario della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Padova”, 1931. 
Miotto G., Le uve da vino in provincia di Padova. Risultati di 8 anni di osservazioni, “Il Gazzettino Agricolo”, 1942, n. 18 e 19. 
Miotto G., Orientamenti sulle uve da mensa nel Padovano, “Il Gazzettino Agricolo”, 1939, n. 5. 
Favaretti G., La viticoltura nella regione Veneta, “Agricoltura delle Venezie”, 27 (1973), n. 7-8.

Opere da consultare

Tra i classici della gastronomia segnaliamo: 
Alberini M., Breve storia di Michele Savonarola seguita da un Compendio del suo “Libreto de tutte le cosse che se manzano”, con una nota di Nemo Cuoghi, Padova 1991. 
Bacci, De naturali vinorum historia, Roma 1596. 
Fracastoro G., De vini temperatura sententia, a cura di L. Bonuzzi, Verona 1986. 
 
Sulla cultura del vino, si veda 
Buon vino favola lunga. Vite e vino nei proverbi delle regioni italiane, Testo a cura di M. L. Bruseghin, iconografia a cura di M. G. Marchetti Lungarotti, Perugia 1992. 
Bernardi U., Creaturam vini, Milano 1995. 
 
Fondamentale per la storia della viticoltura in Italia: 
Marescalchi A. – Dalmasso G., Storia della vite e del vino in Italia, Milano 1931-47.

Opere di storia con riferimenti al vino che vale la pene consultare

Opere di taglio storico che vale la pena consultare:  
Cessi R., I portatori di vino in Padova. Appunti di vita padovana, Padova 1903 (Per laurea di Oddone Ravenna, Padova  1903). 
Pini A.I., Due colture specialistiche del Medioevo: la vite e l’olivo nell’Italia padana, in Medioevo rurale. Sulle tracce della civiltà contadina, a cura di V. Fumagalli e G. Rossetti, Bologna 1980, p. 119-138. 
Sereni E., Per la storia delle più antiche tecniche e della nomenclatura della vite e del vino in Italia, in Terra nuova e buoi rossi e altri saggi per una storia dell’agricoltura europea, Torino 1981, p. 101-214. 
Maroso G — Varanini G. M., Vite e Vino nel Medioevo da fonti veronesi e venete, Verona 1984. 
Sereni E., Storia del paesaggio agrario italiano, Bari 1984. 
Tucci U., Commercio e consumo del vino a Venezia in età moderna, Firenze 1988 (Quaderni della rivista di Storia dell’agricoltura, 1). 
Varanini G. M., Aspetti della produzione e del commercio del vino nel Veneto alla fine del Medioevo, in Il vino nell’economia e nella società italiana Medioevale e Moderna, Convegno di Studi, Greve in Chianti, 21-24 maggio, Firenxe 1988. 
Pini A.I., Vite e vino nel Medioevo, Bologna 1989. 
Pini A.I., Vite e olivo nell’Alto medioevo, in “L’ambiente vegetale nell’Alto Medioevo”, I, Settimane di Studio XXXVII, Spoleto 1990, p. 329-370. 
Varanini G.M., Mercato subregionale ed economie di distretto nella Terraferma veneta: il commercio del vino, in Varanini G.M., Comuni cittadini e stato regionale. Ricerche sulla Terraferma veneta nel Quattrocento, Verona 1992, p. 163-181. 
Semi F., La protezione del vino nella Repubblica Veneta, “Il Corriere Vinicolo” 67 (1994), n. 45, 14 novembre. 
Scienza A. — Failla O., Circolazione dei vitigni in ambito padano-veneto e atesino: le fonti storiche-letterarie e l’approccio biologico-molecolare, in 2500 anni di cultura della vite nell’ambito alpino e cisalpino, a cura di G. Forni e A. Scienza, Trento 1966. 
 
Si riferisce ai Colli il contributo di  
Bortolami S., Il paesaggio euganeo ai tempi del Petrarca, “Padova e il suo territorio”, 18 (2003), n. 106, p. 21-26, dove si espone come già dal Medioevo nell’area collinare si fosse affermata una tendenziale monocoltura viticola, integrata da altre colture arboree specializzate, come l’ulivo e i fruttiferi. Per motivi di status la disponibilità del vino di monte era considerata d’obbligo in ogni casa di condizioni medio alte e persino presso i ceti artigiani. Si realizzava una parcellizzazione dei fondi coltivati, tipica delle campagne medievali.  Le uve bianche erano le più pregiate. I documenti ci ricordano quelle schiave, palestre, garganeghe, più raramente le marzemine, le moscatelle e le verdisie il cui nettare era commercializzato a prezzi anche tre volte superiori a quelli del vino di piano (p. 25). 
 
Non guasta una sguardo alla riflessione sul tema del vino svolto dagli storici d’oltralpe: 
Dion R., Histoire de la vigne et du vin en France des origines au XIXe siècle, Paris 1959 
Devroey J.-P., L’éclair d’un bonheur. Une histoire de la vigne et du vin en Champagne, Paris 1989. 
Garrier G., Hisoire sociale et culturelle du vin, Paris 1995. 
Devroey J.-P., Perrier-Jouët. L’esprit du champagne, Paris 2000. 
Devrory J.-P., “Champagne!” ovvero l’esportazione del territorio, in Il mondo in cucina. Storia, identità, scambi, Roma-Bari 2002, p. 149-175.

Sulla viticoltura nel Veneto

Sulla viticoltura nel Veneto con molti riferimenti anche all’area di interesse: 
Zava G.B., Elenco descrittivo dei vecchi vitigni coltivati nel Veneto secondo il nome volgare delle uve, fasc. VI, Treviso (Tipolit. Sociale) 1901. 
Dall’Igna, Vini e cantine del Cinquecento, in Cucine, cibi e vini nell’età di Andrea Palladio, a cura di P. Marini, P. Rigoli, A. Dall’Igna con una “Grida” del 1561 contro il lusso dei signori a Vicenza, a cura di F. Bandini, Vicenza 1981, p. 37-56, riferito all’area vicentina. 
Zalin G., La viticoltura veneta tra la scomparsa della Serenissima e la grande guerra, in “Archivio Veneto” 131 (1988), p. 215-232. 
Calò A., Tradizioni nel Piemonte e nel Veneto: esempi per un tentativo di interpretazione della nostra storia vitivinicola, in Storia del vino, a cura di P. ScarpiMilano 1991, p. 101-115. 
Selmin F., La viticoltura, in Cultura popolare del Veneto. La terra e le attività agricole, a cura di Manlio Cortellazzo, Padova 1991. 
Calò A. – Paronetto L. – Rorato G.P., Storia regionale della vite e del vino in Italia. Il Veneto, Milano 1996. 
Cancellier S. – Costacurta A., I vitigni dei Berici, Vicenza 1999.

Alcune opere di Mons. Candeo

Tra le opere di Mons. Candeo, nativo di Faedo- (del quale il nipote traccerà un profilo biografico in Candeo P., Un pioniere dell’agricoltura. Mons. cav. Angelo Candeo il parroco agronomo di Mestrino benemerito dell’agricoltura italiana, Verona 1963) – molte sono dedicate alla viticoltura: 
Candeo A., Difetti e rimedii della viticoltura, Padova 1888. 
Candeo A., La vita delle vigne ossia nuova istruzione sulle peronospera viticola., Padova 1888. 
Candeo A., La nuova guida ai contadini ossia norme ai viticoltori per fare cite coi pampini e coi tappi di sughero applicato all’innesto inglese…, Padova 1891.

Viticoltura nei Colli – aspetti storici

Opere specifiche sulla viticoltura dell’area collinare 
 
a) dal punto di vista storico (con riferimenti anche all’immaginario): 
Alessi G., Scrittori sui colli Euganei: letteratura e vino, “Padova e la sua provincia”, 16 (1970), n. 11-12, p. 21-22. 
Beggio G. – Corrain Ca., La vite e il vino nella giurisdizione della Vangadizza dal Medioevo all’Età contemporanea, in “Miscellanea di Studi su Badia Polesine e il suo territorio”, serie VI, Badia Polesine 1973. 
Valandro R., Un vino vecchio di secoli, in Valandro R., Per strade antiche, Este 1976, p. 70-72. 
Carrari C., Osservazioni sui dati desunti dalle documentazioni sulle colture del frumento, della vite e dell’olivo in una località dei Colli Euganei, dipartimento, Vangadiciense, Badia Polesine, 11, 1982, 331-345 del Sodolino. (citazione oscura: verificare).  
Collodo S., La proprietà cittadina nelle campagne padovane del Basso Medioevo. Il patrimonio di Sibilia Bonafari (1390-1421): I. Assetti aziendali e forme di conduzione, “Atti e Memorie dell’Accademia Patavina di Scienze, Lettere ed Arti, Classe di Scienze morali, Lettere ed Arti, 106 (1993-94), p.te III, p. 114-142, da cui emerge come  coltura specializzata della vite associata all’olivo sia caratteristica delle unità poderali collinari sin dal Medio Evo. 
Giorato S:, Pane, ciliegie e vino bianco. Saggi di storia e cultura del vino nei Monti Euganei, Cittadella 2000 (la prima ricognizione storico-culturale sul fenomeno della viticoltura nei Colli Euganei);

Viticoltura nei Colli – aspetti enologici 

Opere specifiche sulla viticoltura dell’area collinare 
b) opere che, invece, affrontano l’argomento dal punto di vista tecnico-enologico e colturale: 
Polonio F., Rimedio proposto per la guarigione delle viti, Padova 1852. 
Pellegrini N., Esperienze di metodi intesi a combattere la peronospera delle viti nella tenuta di Lispida del Conte Augusto Corinaldi, “Il Raccoglitore. Giornale Agrario Padovano”, 10 (1887), n. 23-24, p. 366-371. 
Sannino F.A., La tenuta di Lispida dei conti Corinaldi, “Rivista di viticoltura ed enologia italiana, 3 (1897), n. 16. 
Piacentini F.G., Esperienze e ricerche sull’uso dei fermenti puri alcolici selezionati e sul governo dei vini, Firenze, Tip. M. Ricci, 1898, Estr. dal giornale “L’Agricoltura italiana”, 24, fasc. 377-379, 381; un opuscolo di 37 pagine che tratta anche della viticoltura delle colline padovane. 
Dalmasso G., Sull’orientamento viticolo da dare alla Provincia di Padova, Padova 1931. 
Mastromarino A., I Colli Euganei di fronte alla bonifica collinare, “Annuario Cattedra Ambulante di Agricoltura per la Provincia di Padova, 9 (1931), p. 164-177 e XV tavole. 
Mastromarino A., Per il miglioramento viticolo: I Concorso contributo per la ricostituzione viticola dei Colli, “Annuario Cattedra Ambulante di Agricoltura per la Provincia di Padova, 9 (1931). 
Ferruglio D. — Comel A., I terreni dei Colli Euganei, “Annuario della Cattedra Ambulantre di Agricoltura della Provincia di Padova”, 1931. 
Mastromarino A., Per la ricostituzione viticola dei Colli Euganei, “Annuario Cattedra Ambulante di Agricoltura per la Provincia di Padova, 12 (1934),  p. 211-217. 
Mastromarino A., La vite nell’economia agricola dei Colli Euganei, “Padova”, 8 (1934), n. 5-6, p. 33-47. 
Mastromarino A., Per la ricostituzione viticola dei Colli, Padova 1936. 
Ferruglio D. — Comel A., I terreni dei Colli Euganei. Relazione riassuntiva dello studio geoagronomico, Padova 1939. 
Miotto G., La vinificazione del Moscato dei Colli e considerazioni tecnico-economiche, “Il Gazzettino Agricolo”, 1942, n. 33. 
Miotto G., Il Moscato dei Colli Euganei, “Il Gazzettino Agricolo”, 1 (1942). 
Cosmo I., Nuovi orizzonti per vecchie glorie enologiche dei Colli Euganei, in “Il Gazzettino Agricolo”, 7 (1951), 16 aprile 1951. 
Cosmo I. – De Rossi T., Per la valorizzazione del Moscato dei Colli Euganei. Risultati di un’indagine, in “Annuario della Stazione Sperimentale di Viticoltura e di Enologia di Conegliano”, 15 (1952-1953), p. 1-15.

Viticoltura nei Colli – opere recenti di ambito tecnico agrario

Opere specifiche sulla viticoltura dell’area collinare 
 
c) le più recenti pubblicazioni ancora di area tecnico agraria: 
Tocchetti G., Vecchi vitigni di uva da vino del padovano, in “Italia agricola” 115 (1978) n. 2, p. 77-88. 
Provincia di Padova, Stato nutrizionale dei vigneti a DOC dei Colli Euganei, a cura di A. Maggioni, Padova 1985. 
Provincia di Padova, Stato nutrizionale dei vigneti a DOC dei Colli Euganei. Risultati delle analisi del terreno e della diagnostica fogliare, Padova 1985. 
Zamorani A., Giulivo S., Maggiorini A., Borin G., Il Moscato dei Colli Euganei, “Atti dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino”, 38 (1986), p. 317-327. 
ESAV, Norme per la realizzazione della cartografia pedologica e derivata dell’area a DOC dei Colli Euganei ricadente in zona 5b (lotto 1), Padova 1995. 
Consorzio Tutela Vini DOC Colli Euganei, Superfici iscritte all’albo dei vigneti per la gestione viticola — Comunicazione, 1996. 
Ente di Sviluppo Agricolo del Veneto (ESAV), I suoli dell’area a Doc dei Colli Euganei, (Serie Pedologia 4) San Giovanni Lupatoto (VR) 1996, con contributi di P. Zangheri per il paragrafo relativo alla geologia, di M. Falcetti e F. Campostrini per il capitolo sull’attitudine dei suoli alla viticoltura con relative schede tecniche. 
Moretti G.C. — Calò A. — Costacurta A., Aree viticole del Veneto. Vitigni per nuovi impianti, (Manuale di divulgazione ESAV – Serie Agricoltura-Viticoltura, 2), Padova 1996. 
Rigotti S., L’agricoltura euganea e la viticoltura DOC, in Il Veneto, diversità e omogeneità di una regione: emergenze territoriali e socio-economiche, coord. Da R. Bernardi, G. Zanetto e M. Zunica, Bologna 1996. 
Il più recente riconoscimento normativo dell’area vitivinicola euganea si trova in: Gazzetta Ufficiale del 28 ottobre 1994, n. 253, Denominazione di Origine Controllata “Vini Colli Euganei”, Decreto Ministero Agricoltura e Foreste del 10 ottobre 1994. 
 
Aspetti collegati allo sviluppo fenologico con i dati meteorologici, sono in: 
Fenologia della vite nel Veneto. Primi risultati delle elaborazioni relative alla stagione 1992, di A. Pitocco, Segreteria Reg. per le Att. Del Settore Primario — Teolo (PD), Dip. Per l’Agrometeorologia, Centro Sperimentale per l’Idrologia e la Meteorologia 1994.

Sulle osterie

Sulle osterie e sul loro ruolo alternativo di formazione della cultura popolare: 
Gamberini A., Genesi ed evoluzione dell’osteria, “Padova e la sua provincia”, 19 (1973), n.s., n. 1, p. 15-19. 
Merlin T., L’osteria, gli anarchici e la boje nel basso Veneto, “Annali Cervi”, 6 (1984). 
 
La casa del vino e del gioco. Osterie a Padova tra ‘700 e ‘800, a cura di T. Grossi, Riese Pio X 1985, con particolare riferimento ai contributi: 
Grossi T., L’altra chiesa nella piazza. Clero, fedeli e il “vizio del vino” nel Veneto dell’Ottocento, p. 91-121. 
Meneghetti Casarin F., Osterie et ostarioti nel Veneto del Settecento, p. 13-32. 
Volpe M., Una Fraglia nella città. La corporazione degli osti dal XIII al XVIII secolo, p. 33-89. 
Zecchin F., I luoghi del bere. Note per una conservazione d’ambiente, p. 123-159. 
 
Merlin T., il ruolo sociale e politico dell’osteria nel Veneto meridionale, “Movimento operaio e socialista”, 8 (1985), I, p. 23-40. 
 
Osteria (L’) nella tradizione popolare veneta, Padova 1985 (I Quaderni del Lombardo Veneto) che contiene i saggi: 
Brancaleoni E., Osterie di campagna, p. 55-59. 
Maggiolo A., Osti e osterie a Padova, p. 8-14. 
Cortelazzo M., Un dialettologo in osteria, p. 19-20, sul linguaggio popolare collegato al vino ed all’osteria. 
Randi P., Monterosso, p. 45-46. 
Sabbion F., Un mondo a parte, p. 37-40. 
 
Agostinetti N., L’osteria luogo d’incontro privilegiato in Le Relazioni Sociali a cura di Manlio Cortelazzo, Padova 1992 p. 63-81. 
Una insostituibile fonte per la storia della gastronomia e per ricostruire il ruolo delle osterie e dei caffè nella vita culturale e sociale dell’800 è il lavoro di Elio Zorzi: 
Zorzi E., Osterie veneziane, Bologna 1928.

Turismo vitivinicolo

Pubblicazioni con intento promozionale dell’area e del turismo vitivinicolo sono: 
Cinquant’anni tra vigne e vini, a cura di M. Ballo, Vò 1999, che celebra invece i 50 anni di attività della Cantina sociale cooperativa dei Colli Euganei (Viticoltori Riuniti dei Colli Euganei). 
Marangon C. — Spiandorello M. — Granato C., Colli da bere. Itinerari enoturistici tra i Colli Euganei, Abano Terme 2000, pubblicata dall’Istituto Alberghiero di Abano Terme. 
 
Sulla “Strada del vino” dei Colli, nata nel 1971 ma che rischiava di morire sin da subito per il deperimento delle targhe segnaletiche, torna: 
De Marzi F., La strada dei Vini dei Colli Euganei, “Padova e la sua provincia”, 19 (1973), n.s., n. 4, p. 21-22. 
Semenzato C., La strada dei vini dei Colli Euganei, Padova s.d. (prodotto dall’Ente Prov. del Turismo con allegato l’elendo dei ristoranti). 
 
Interessante anche la posizione del Marescalchi che emerge nel breve intervento: 
Marescalchi A., La questione vinicola, in Ente Autonomo Fiera Campionaria Internazionale di Padova, Atti Convegno triveneto per le irrigazioni e Convegno nazionale della vite e del gelsoX Fiera di Padova, Padova 10-25 giugno 1928, Padova 1928, p. 90-91, dove si promuovono le botteghe del vino luoghi che non sappiano di osteria ma di tempietto di degustazione sapiente. Sostiene che bisogna far meglio conoscere i vini all’estero, e attacca l’antivinismo interno di coloro che vogliono ridurre gli ettari dedicati alla viticoltura italiana, sostenendo che il vino è alimento e ricchezza per una molteplicità di lavoratori.

Aspetti etnografici

Degli aspetti etnografici (di un’area con caratteristiche analoghe), si occupa: 
Sanson L., La vite in collina. Valdobbiadene fra tradizione e innovazione, Treviso 2002. 
Sempre relativo a quella zona è il classico: Vianello A. — Carpenè A., La vite ed il vino nella provincia di Treviso, Torino 1874. 
 
Si veda anche: 
R.A., La festa della Ua, “Padova”, 1930, n. 5, p. 21 sgg. 
Cigana E., L’Uva nella storia, nell’arte e nell’igiene del popolo, Padova 1931, che comprende un capitolo dal titolo La vite nella valorizzazione dei Colli Euganei, p. 53-71. 
Trivellato T., Il nostro Tocai, “Padova”, 1959, n. 7/8, p. 39 sgg. 
Capretta M., I vecchi raccontano. La vendemmia di una volta, “Endimione”, 5 (1994), n. 7, p.42 
Rorato G., Civiltà della vite e del vino nel trevigiano e nel veneziano, Treviso 1995. 
Dalla Costa A., Vin bianco, vin moro vin eterno, “Endimione”, 8 (1997), n. 5, p. 42.
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