William Harvey e la scoperta della circolazione sanguigna
Harvey è soprattutto noto per la scoperta della circolazione sanguigna, di cui egli diede comunicazione nel 1616. Questa scoperta sostituì l’allora vigente concezione galenica. Nel suo libro Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animalibus, scritto nel 1628, Harvey spiega che il cuore è un muscolo ed il suo funzionamento è simile a quello di una pompa, che le valvole cardiache lasciano fluire il sangue dagli atri ai ventricoli e non al contrario e che anche le valvole delle vene lasciano passare il sangue in un’unica direzione, cioè dai distretti periferici al cuore.
Harvey intuì che c’era una comunicazione tra arterie e vene e che questa comunicazione, alla lunga, portava il sangue continuamente in circolo, facendolo passare per il muscolo cardiaco, che riusciva a pompare, quindi, secondo i suoi calcoli, una quantità di sangue di gran lunga superiore al peso dell’intero organismo. La comunicazione tra arterie e vene venne, poi, sviluppata ampiamente da Malpigli proprio sulle intuizioni di Harvey.
Una strana similitudine che rimanda alle acque della Madonna nel Padovano
All’inizio del capitolo VII della sua opera Hsrvey scrive: “Si deve osservare in coloro che fanno uso delle acque di Spa,o di quelle “della Madonna” come dicono nel Padovano, o di altre acque acidule o solforose, o chi ingurgita una bevanda in grande quantità, così da eliminarla interamenten attraverso la vescica in una o due ore con le urine“.
Nelle diverse edizioni l’individuazione dell’acqua della Madonna venne localizzato nella pianura padana o nella piana di Padova, trascurando la famose sorgenti termali dei Colli Euganei, evidentemente già note ai tempo di Harvey. L’accenno è così preciso da far supporre che Harvey ne sia statoun frequentatore, o almeno un utilizzatore. Taluni si spingono a ipotizzare che le prime annotazioni per la sua opera le abbia cominciate a Padova e che qui abbia immaginato quella similitudine, che poi fu confermata nella stesura definitiva dell’opera.
Disegno: Archivio di Stato di Padova, S. Maria di Monteortone, busta 5, dis. 1
Giuseppe Ongaro, Una nuova traduzione italiana del De motu cordis, in Harvey e Padova: atti del Convegno celebrativo del quarto centenario della laurea di William Harvey, Padova, 21-22 novembre 2002 / a cura di Giuseppe Ongaro, Maurizio Rippa Bonati, Gaetano Thiene, Treviso 2006, p. 429.
Taluni: ibidem
Harvey nella Padova di Galileo
Nella sua celeberrima Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animalibus (Francoforte 1628) William Harvey (1578-1657), utilizzando il metodo sperimentale e quantitativo di impronta galileiana, giunse a sostituire alla concezione galenica del flusso e riflusso del sangue quella di circolazione.
Fu a Padova, dove egli soggiornò tra l’autunno del 1599 e il 1602 e dove si laureò il 25 aprile 1602, che gli vennero forniti gli strumenti dottrinali e sperimentali per elaborare la dimostrazione della circolazione del sangue, l’evento di gran lunga più importante di tutta la storia della fisiologia.
Stimoli dall’ambiente dell’Università e dal territorio
Se l’episodio mette in luce i legami esistenti tra l’opera di William Harvey e il suo soggiorno padovano, in particolare l’influsso esercitato dall’ambiente e dall’insegnamento padovano sulla maturazione del suo pensiero circa la circolazione del sangue e la generazione degli animali, è anche vero che il territorio stesso si mostra come fonte diispirazione per lo studioso.
Galileo e l’acqua della Vergine
Lo stesso Galileo conobbe l’acqua della vergine, di cui nel settembre del 1602 Giovanfranceco Sagredo lo pregava di fargliene riempire “una quarta nuova” e di mandargliela, ed anzi la utilizzò personalmente nel maggio del 1607, quando acquisto “una barila di acqua della vergine”
Galileo: Galileo Galiei, Opere, edizione nazionale, X, Firenze 1900 pag. 95.